30. Partenze

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Martedì ore 8.30.
Ci guardiamo seduti sul letto a gambe incrociate, l'uno di fronte all'altro.
Abbiamo occhi semiaperti e labbra socchiuse.
I nostri pensieri si addensano nella stanza senza diventare mai parole.
Come se verbalizzarli significasse togliere intensità.
Sorridiamo, ringraziandoci a vicenda per esserci incontrati.
Il mio volo è alle 15.30 e detesto le partenze accompagnate.
Viaggio sola e parto sola.
Eppure mi sfiora l'idea di un bacio rubato sul limite del finestrino di una macchina, con la valigia in mano e il cuore in gola... Come una promessa.
Come un arrivederci.
Quando accompagni una persona in aeroporto o è un familiare o è qualcuno che vuoi davvero veder andar via. Conoscerne il passo, vedere i suoi occhi prima di darti le spalle.
Non voglio tutto questo. È troppo...
Francesco mi guarda imbronciato come un bambino e mi dice
- Oggi parti... a che ora è il volo?
- Alle 15.30
- Ah quindi... devi stare lì un'ora prima...mhm... potremmo farci un boccone insieme e poi t'accompagno...
- In che senso mi accompagni?
- Con la macchina aziendale no?

Ma perché per lui è tutto così semplice e io sono così complicata e contorta?

- Certo... se ti va di accompagnarmi...
E mi sollevo di scatto dal letto per sfuggire immediatamente alla possibilità di un'intimità effimera... ma lui mi afferra il polso e mi tira giù con decisione... mi schiaccia la faccia sulla sua e mi bacia a stampo, con lo schiocco rumoroso di chi vuole farsi sentire.
Mi strappa via la testa dalle nuvole, mi strappa ancora una volta  dai miei pensieri inutili e restituisce un senso alla parola realtà con un bacio da bambino.
Non sono abituata a tutto questo. E mi vergogno.
Non ho mai avuto un'intimità tale da potermi permettere di tornare bambina.
Forse bambina non lo sono mai stata davvero.
Troppo attenta a non sbagliare.

- Allora? Che dici? Ti spaventano gli addii?
- Mi spaventi tu.
- Addirittura... ma che uomini hai incontrato piccola Barbara?
- Mah... forse uomini stanchi...
- Io non sono stanco e tu mi piaci molto. Ti basta?
- Forse...
E accenno un sorriso con la testa bassa.
- Forse è già qualcosa... non ti spaventare, prendi la vita come viene e fatti sto regalo! le emozioni... guarda che sono un regalo, non capita a tutti di provare certe cose... è una condizione rara dell'essere.

Resto in silenzio. C'è talmente tanta roba in quello che ha detto che non ho nulla da aggiungere. Lo abbraccio stretta e mi scivola una lacrima dall'occhio sinistro.
L'occhio che vede.

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