6. La zona di comfort

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Sabato ore 17.00.
Ho passato la giornata a ciondolare, fingendo di fare cose, telefonate e robe di casa.
Nella testa un treno in corsa che non riesco a prendere al volo.
Daniela mi chiama per schiodarmi dai miei pensieri.

- Barbaré ti devi dare una mossa! Ci vediamo da Barril alle sette... e vestiti da femmina...
- Che vuoi dire? Strunz!
- Ehhh... O Ssaje!!

Mi ritrovo davanti allo specchio, appoggio il cellulare sul tavolo e mi guardo.
Cosa vedo.
Vedo me attraverso le sue mani, le immagino sul basso ventre e che mi afferrano i fianchi... vedo lui dietro di me che mi sussurra tutto quello che mi vorrebbe fare, che mi trattiene al suo corpo spingendomi indietro, sento la sua lingua calda attraversarmi il collo e la saliva ha un sentore di rosmarino.
Non vedo me.
Vedo il mio corpo come una funzione nelle sue mani.
È un attimo e provo a riprendermi.
Ho un'illuminazione. Forse un'illusione. È come se mi sentissi viva attraverso le sue mani, come se fossi un giocattolo nelle sue mani... ma so che è una mia proiezione.
Non sono un giocattolo ma mi rompo facilmente.
Non so più cosa voglio e a che gioco sto giocando.
Non so più se mi diverte tutto questo sesso e piacere o se comincio ad annoiarmi.
Sono esausta.
Metto su Nero a metà, mi distraggo e ballo da sola in mutande.
Mi provo un vestitino blu, molto aderente e piuttosto sexy.
Daniela sarà cuntenta accussì!
E chi mi vieta di lasciarmi andare a qualcos'altro, a qualcun'altro...
Mi devo schiodare dai miei pensieri ricorrenti e ossessivi, voglio vivere il mio corpo con libertà e aprire la mia mente ad ogni possibilità...
Superare la zona di comfort, dentro quella camera dell'hotel Piazza Borsa, dove tutto è concesso e sono solo me stessa.
Oltrepassare la mia zona di comfort, quella annidata dentro da secoli.
Scoprire che le mie paure e le mie parti oscure sono la mia storia.
Che io sono le mie ombre e le mie luci.
L'importante è non spegnersi. Mai.

Chiavi in mano. Porta chiusa. Macchina e frizione.
Poca gente in strada, cosce sudate e mente sgombra.
Posteggio  dietro il Barril.
Daniela indossa un jeans rosso che le fa un culo da urlo.
Moscow mule e Drinking in L.A. che parte inaspettatamente.
Sto bene cazzo!
Fanculo i miei pensieri e tutti i comfort.
Stasera lascio tutto in stand by.
Bacio Daniela sonoramente sulla guancia destra.
- Grazie amica mia!
- Jamme a ballare và!

Gira tutto intorno e guardo in alto, le fronde dell'albero di Barril mi fanno ciao, come le caprette di Heidi!
Rido e ballo.
Daniela é la mia zona di comfort.

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