10. La luce delle cose

147 7 2
                                    


Appena scesa dal treno mi colpì profondamente la luce della città.
Così intensa e vivida da cambiare il volto delle cose.
Gli occhi di Francesco si rivelarono un impasto di colori cangianti che non avevo colto dentro l'oscurità del vagone. Alla luce del sole è ancora più attraente.
Forse troppo.
Ci muoviamo dondolando, ruotando la testa intorno, c'è un gran casino.
Troviamo un taxi e dritti in hotel. Ognuno nel suo, naturalmente.
Ci scambiamo i numeri di telefono e prendiamo appuntamento per le sei.
Avevo due ore per restaurarmi e diventare irresistibile... un pò poco, ma posso farcela.
Una volta in Hotel mi butto dentro una doccia rigenerante, uno shampoo profumato e già mi sento nuova.
Lo specchio mi sorride, perchè quando sei eccitata e desiderosa di correre al passo successivo i tuoi occhi e l'espressione cambiano.
Ti si stampa un mezzo sorriso che dà una luce diversa al viso.
Quando siamo tristi il nostro volto si spegne.
Mi sono messa un bel vestito, scarpe comode e un filo di trucco.
Mi sento bene così, senza troppi accorgimenti.
Alle cinque sono già pronta...
Così scendo a piedi a osservare la città.
Palermo è molto caotica, traffico e strade sporche ed è incredibilmente araba... mi fa subito sentire a casa. Niente distanze o convenevoli. Onesta e fatiscente come una donna in là con l'età ma pur sempre sensuale e attraente.
I vicoli del centro storico sono davvero bellissimi e la luce che comincia a scemare offre scorci meravigliosi e romantici. La guardo cambiare man mano che scende sulle cose.
Mi sembra davvero un'attraente vecchia signora, che si veste da sera, rilassata, femminile e pronta a farsi scoprire.
La città si schiude come una terra di confine, che accoglie tutti perchè la sua identità è molteplice.
Dunque, sentendomi da sempre un'anima al confine, mi trovo perfettamente a mio agio.
Alle 17.45 sono già sul luogo dell'appuntamento, i quattro canti.
Una marea di gente sale scende lungo il corso, mi rifugio dentro un bistrò molto carino e prendo un bicchiere di vino... giusto per rilassarmi ulteriormente prima del fatidico incontro con Francesco.
Seduta al banco mi guardo intorno, sono tutti molto belli, uomini e donne... c'è un calore e un'intimità sorprendente, mi metto a chiaccherare con la ragazza al bancone e mi spiega che era un antica libreria, di quelle storiche, e che avevano lasciato tutto così com'era, per mantenere quell'energia.
In effetti, tra il soffitto con le travi a vista e i tavoli condivisi, avevano fatto bingo!
Il posto è pieno di gente... e non è scontato alle sei del pomeriggio.
Oddio sono le sei!
Ingollo l'ultimo sorso di vino ed esco dal bistrò velocemente.
Seduto sul gradino della fontana di fronte c'è lui.
Giacca grigia e uno sguardo senza tempo.
Mi accosto, appoggiandogli una mano sulla spalla, alza la testa e apre la faccia in un sorriso.
È bellissimo.
La luce è ormai in discesa e dona morbidezza ai tratti, toglie la fatica e accende le intezioni.
La luce delle cose è quella giusta.

Giusta per guardarsi dentro, giusta per passeggiare, per bere e ridere della vita.
L'attrazione tra due esseri umani porta con sè una piacevole incoscienza, ed è proprio in quella qualità d'incoscienza che sperimenti una sana lucidità di te stesso.

Dating hotel piazza borsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora