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Quando scapammo da Kirigan tutto ciò che pensai fu: Mi avrebbe davvero uccisa?Il suo volto, le sue parole e ogni parte di lui sembrava aver bisogno di me

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Quando scapammo da Kirigan tutto ciò che pensai fu: Mi avrebbe davvero uccisa?
Il suo volto, le sue parole e ogni parte di lui sembrava aver bisogno di me. Ma a lui non servivo io, non serviva la Kasey simpatica e sempre in vena di ironia...a lui serviva l'Evocatrice Scarlatta, una parte di me che ancora non riuscivo a controllare. Non gli ero mai servita davvero, aveva fatto di tutto per farmi restare calma e docile al suo fianco, senza mai contraddirlo.

Chissà quanti dei miei ricordi aveva alterato in realtà, chissà di quante persone ero venuta a conoscenza e non ricordavo più nemmeno chi fossero.

All'ora stabilita ci ritrovammo tutti davanti la fontana stabilita, l'ultima ad arrivare fu Inej che purtroppo era stata ferita dall'Inferno che l'aveva seguita. Così dal momento che dovevamo lasciare immediatamente la città e una di noi aveva una ferita grave, Kaz propose di rubare la carrozza dei Grisha. Al suo interno trovammo soltanto David che cercando di scappare lanciò un libro a Jasper, ma poi fu steso da un colpo di bastone di Kaz. Era scontato che David fosse dalla parte di Kirigan, era il suo braccio destro.

Una volta abbastanza lontani dalla città ci rifugiammo in una stalla abbandonata.

«È tutto ciò che ci resta?» Chiese Inej quando i due ragazzi vicino a noi svuotarono le tasche per vedere cosa gli fosse rimasto.

Io ero leggermente in disparte, non che lo volessi ma nei loro discorsi non c'era molto spazio per me, non sapevo nulla di loro erano degli sconosciuti per me. Stavo viaggiando con dei sconosciuti, incredibile.

«Jasper, la mia borsa.» Il ragazzo passò immediatamente la borsa alla ragazza che continuava a lamentarsi del dolore al fianco destro.

«Madre dei Santi.» Jasper ebbe un conato di vomito alla vista della ferita della ragazza Suli, che effettivamente era molto profonda e non smetteva di sanguinare.

«Non guarirà da sola. Devo mettere dei punti.» Inej si sedette su delle casse di legno preparandosi a cucire la ferita.

In quel momento ebbi un colpo di genio.

«Posso curarla io.» Mi alzai in piedi andando verso Inej, per poi accovacciarmi al suo fianco per vedere meglio la ferita.
«È una cosa che so fare...ma non mi sono mai esercitata tanto.»

Con un piccolo gesto evocai i miei poteri, non sapevo cosa dovessi fare ma leggendo il diario dell'Evocatrice ero venuta a conoscenza di abilità nascoste. Nel diario c'era un'intera pagina dove raccontava quante persone avesse guarito e salvato con i suoi poteri, una piccola ferita sarebbe stata perfetta per iniziare ad esercitarmi da sola.

La scia rossa iniziò a muoversi sopra la ferita di Inej, tutti e tre i ragazzi guardavano stupiti, iniziò a chiudersi molto lentamente sotto il mio tocco e richiedeva il massimo della concentrazione per non combinare in casino. Soltanto in quel momento realizzai quanto i miei poteri fossero sconosciuti a me, quanto conoscessi pochissimo di loro.

𝐒𝐀𝐈𝐍𝐓, 𝐊𝐚𝐳 𝐁𝐫𝐞𝐤𝐤𝐞𝐫 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora