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«Sbaglio o sei arrossita?» Chiese Jasper ridendo, scattai lo sguardo verso di lui come se mi fossi risvegliata da un sogno. Cavolo, per quanto le sue intenzioni fossero malvagie, non potevo non ammettere che Sturmhond fosse uno degli uomini più belli che avessi mai visto.

«Non sono rossa dall'imbarazzo. Ma dalla rabbia.» Lanciai un occhiata furibonda a Kaz che intanto si era liberato dalle sue manette, fece palesemente finta di non sentirmi dirigendosi verso la scrivania.

«Potete liberarmi?» Mi mossi per usare i miei poteri ma una moneta tirata da Kaz verso Jasper mi precedette.

«Aspetta perché gli hai dato...» Chiesi cercando di ragionare, Jasper sbuffò poi nelle sue mani quella che era una moneta si trasformò in una chiave. Guardai il ragazzo tentando di dire qualcosa, ma non avevo la minima idea di cosa dire. Soltanto i Grisha che facevano parte dell'ordine dei Fabrikator potevano fare tale cosa.

«Sei un Durast.» Affermai. Era anche lui un Grisha.

«Si...ma come l'hai scoperto, Kaz?» Disse Jasper quasi scocciato dal fatto che l'avessimo scoperto, ma perché tenerlo nascosto? E sopratutto come era riuscito a scappare al test, tutti i bambini erano obbligati a farlo era difficile scapparne. Ma proprio come nel caso di Alina, aveva dimostrato che non era poi così difficile farlo...

«Ti ho visto riparare oggetti di metallo senza nessun attrezzo così tante volte che era impossibile non accorgersene, e poi non sbagli mai un colpo.» Seguí il ragionamento di Kaz, come avevo fatto a non accorgermene prima? Fu l'unica domanda che riuscí a pensare nella mia testa.

«Ovvio che lo sapevo, Jasper.»

«Io no!» Affermai alzando le braccia in aria.

«Non ne parliamo più, okay?»

Forse il motivo di Jasper, di non voler far sapere che effettivamente fosse un Grisha era piuttosto comprensibile, in fin dei conti neanche io avevo mai negato che essere un Grisha era una condanna. Ormai dopo la morte dell'Oscuro per noi era diventata sicuramente peggio la situazione, per quanto Aleksander avesse sbagliato i mezzi i fini erano comprensibili. I Grisha erano cacciati e perseguitati in ogni parte del mondo, c'era storie raccapriccianti su quello che facevano a Fjerda accusandoci di stregoneria. Un esempio poteva essere l'attacco in cui eravamo state coinvolte io ed Alina...

«Non ho interessa a rivelare a nessuno il tuo segreto. E neanche lei.» Parlò Kaz posando lo sguardo su di me, vidi una punta di rabbia nei suoi occhi, forse fastidio. Ma io ero di gran lunga più arrabbiata.

«Ma è facile spifferare tutto su Alina?» Chiese Jasper al ragazzo, il suo tono parse come una battuta, ma sapevo che neanche lui approvava ciò che aveva fatto Kaz.

«L'aveva già dedotto. Sapeva il nome della nave in cui eravamo, potevamo solo recuperare i soldi.» Affermò duramente cercando un modo per andarcene da quel posto.

«Alina si è fidata di te...ci hai messo meno di un giorno a venderti la sua fiducia.» Scossi la testa, profondamente adirata e preoccupata per Alina.

«Avresti preferito che lasciassi prendere te? Sai meglio di me cosa ti avrebbero fatto alla corte di Fjerda. Ti credevo più intelligente.» Non mi guardava neanche negli occhi, ma qualcosa dentro di me mi suggerí di fare silenzio e non aggravare la situazione.

«Si. Ho rischiato la vita per lei una volta e lo avrei fatto.» Cercai di arrivare davanti a Kaz che cercava di aprire una delle finestre, ma sembravano sigillate.
«Non mi serve il tuo aiuto, Kaz. Le cose sono sempre state così con me, è ovvio che stesse mentendo! Adesso che sa dove sono e chi sono non pensi che andrà-»

«No.» Si voltò con chiaramente una maschera di rabbia sulla faccia, dovevo averlo fatto arrivare al limite. «Non lo dirà a nessuno perché nell'esatto momento che ti ha vista nella sua testa è partita una delle decisioni più grandi che avesse mai preso. Se catturare te, che non eri chiaramente il suo bersaglio o adesso non saresti qui, oppure seguire il piano e scoprire dove fosse Alina.» Sospirò cercando di mantenere la calma, si passò una mano tra i capelli scompigliandoseli.
«Non avrei detto nulla se non avessi notato il modo in cui i suoi occhi sono iniziati a brillare quando ti ha vista.» Sussurro a pochissimi centimetri dal mio viso nel modo più serio del mondo, rabbrividii.

𝐒𝐀𝐈𝐍𝐓, 𝐊𝐚𝐳 𝐁𝐫𝐞𝐤𝐤𝐞𝐫 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora