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Baghra era rinchiusa in un delle numerose stanze dove l'Oscuro e i Grisha sopravvissuti si erano andati a rifuggiare, subito dopo lo spostamento della Faglia, quando tutti gli avevo iniziato a dare la caccia. Ravka sembrava essere tornata a moltissimi anni prima, quando ancora i Grisha erano ripudiati considerati dei mostri, e per questo loro erano tutti scappati ritornando dall'unica persona a cui facevano riferimento. Aleksander Kirigan. Aveva rinchiuso la sua stessa madre in una cella e attendeva il momento giusto per parlargli.

«Smettila di spiarmi. Entra, o lasciami in pace.» Esclamò Baghra cogliendo subito la presenza di suo figlio dietro la porta della stanza.

Dopo pochi secondi Aleksander si fece avanti, vestito completamente di nero, e con un aspetto diverso dall'ultima volta che l'aveva visto. Infatti il suo volto era sfregiato da delle grosse cicatrici, che gli davano un vero e proprio aspetto da cattivo, anche se comunque Aleksander continuava ad essere di una bellezza fuori dal normale.

«Voglio solo assicurarmi che tu stia bene, madre.» Affermò l'uomo entrando a passo lento nella stanza.

«Mi hai tenuta per settimane rinchiusa con quella pazza Scuotiacque. E dovrei credere che all'improvviso ti importi che io stia bene?» Rispose Baghra a gran tono senza mezzi termini. Non odiava suo figlio eppure per quanto si sforzasse non riusciva più a comprendere le sue azioni.
«Cosa vuoi?»

«Un tempo eravamo uniti nelle nostre convinzioni. Il mondo voleva che vivessimo nella paura, ma mi hai insegnato che i Grisha sono superiori e che sono loro a doverci temere.» Aleksander afferro una sedia posizionandola davanti le sbarre dov'era rinchiusa la donna.

«Il tempo...mi ha fatto cambiare idea.»

«E che ne è stata della donna che bruciava villaggi solo per proteggere suo figlio?» A quelle parole Baghra osservò meglio l'uomo davanti a lui, e ripensò a quando avrebbe fatto di tutto per suo figlio.

«Ti ho protetto nel solo modo che conoscevo. Ti ho insegnato ad essere forte e astuto, ma non ad essere compassionevole...» Affermò ripiangendo in parte le sue azioni, «Vedo i miei errori solo adesso, ed è troppo tardi.»

«Non ci sono errori, solo lezioni. Sto ricostruendo questo paese per i Grisha, abbiamo iniziato insieme e ora mi stai costringendo a finire da solo.» Baghra rise amaramente alle parole di Aleksander, bloccandolo.

«Sento cosa si dice in giro. I Grisha sono di nuovo perseguitati e uccisi dai soldati del Re. Sono passati secoli e tu ci hai riportati dritti al punto di partenza.» Sputò velenosa sentendo la rabbia ribollire nelle vene, perché dopo tutto ciò che avevano fatto per i Grisha e per proteggerli Aleksander aveva rovinato tutto.

«Avrei dovuto uccidere il primo re che ho incoronato e prendere la corona.» L'uomo alzò le braccia ghignando, «Una lezione, visto? E stavolta l'intero paese cadrà in mano mia.»

«Sarà un piccolo impero.» Sussurrò Baghra spostando lo sguardo fuori dalla finestra.

«Può darsi-» Ma Aleksander fu bloccato dalle parole della madre.

«E le due Sante? Anzi...la piccola Santa?» Ghignò Baghra sapendo di aver toccato un tasto dolente per il figlio.

«Le troverò e quando le prenderò-»

«Potevi guadagnarti il suo amore. Invece hai scelto di rivendicare il suo potere e di tradirla. Lei si fidava di te...» Stava parlando di Kassandra, perché lei conosceva ciò che feriva davvero suo figlio nell'orgoglio, e quando si parlava di lei Aleksander soffriva.
«Un'altra lezione? O forse un altro errore.» Affermò ridendo dell'uomo.

«Sai anche tu che se dovesse spingersi fuori dai suoi limiti io...» Non riuscí a terminare la frase, perché era spaventato di pronunciare quelle parole.

𝐒𝐀𝐈𝐍𝐓, 𝐊𝐚𝐳 𝐁𝐫𝐞𝐤𝐤𝐞𝐫 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora