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Mentre ero distesa sul pavimento dell'anticamera di una donna Shu, che non solo possedeva la spada che mi serviva per salvare tutto il mondo dal mio padre psicopatico, ma che ci aveva anche tirati in trappola avvelenandoci e quasi portandoci alla ...

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Mentre ero distesa sul pavimento dell'anticamera di una donna Shu, che non solo possedeva la spada che mi serviva per salvare tutto il mondo dal mio padre psicopatico, ma che ci aveva anche tirati in trappola avvelenandoci e quasi portandoci alla morte, pensavo alle allucinazioni avute a causa del veleno. Sicuramente avevo avuto la conferma che fossero solo allucinazioni, eppure non riuscivo a non pensare al potere che avevo sentito quando Baghra mi aveva amplificata. Nelle nostre prime lezioni al Piccolo Palazzo mi disse che non avevo bisogno di un amplificatore, come in realtà poteva servire ad Alina, che ero già potente di mio.

Ma dopo quella conversazione avevo iniziato a pensare: Che cosa mi sarebbe successo con un amplificatore? Che cosa mi sarebbe successo con un po' più di potere?
A mio malgrado stavo iniziando a sperimentare il piacere del potere, che non era solo verso il mio corpo o la mia salute, dato che usare i poteri mi faceva sentire potente, ma anche a livello mentale. Sentivo di essere pronta per distruggere la Faglia, per fronteggiare mio padre, anche se allo stesso tempo la vecchia parte di me soffriva. Volevo davvero uccidere mio padre? L'unica persona che mi era rimasta, ma allo stesso tempo lo stesso che mi aveva portato via tutto. Sul pavimento dell'anticamera, il braccio mi riniziò a pulsare, sembrava non volesse più guarire ormai.

Ma forse vi starete chiedendo perché ero sdraiata sul pavimento dell'anticamera, dove neanche un'ora prima stavo per perdere la vita con i miei amici?

Il nostro nuovo piano consisteva nel fingerci morti. Non solo letteralmente ma noi dovevamo davvero fingere di essere stati uccisi dal veleno rilasciato nell'anticamera. Così ci eravamo distesi a terra, io ero vicino a Jasper che continuava a canticchiare, pensai che Ohval non sarebbe più tornata a casa, che forse Zoya e Nina l'avevano uccisa.

Ma quando le porte del telaio impenetrabile si erano spalancate tutto si era fatto silenzioso, come se fossimo davvero morti.

Percepii i passi di Ohval farsi sempre più vicini, dedussi che ci stesse controllando, iniziai a pregare che Inej, nascosta sul soffitto come un vero Spettro, si dasse una mossa. Perché potevamo confidare solo in lei e nella sua mitica furtività e nel atterrare alle spalle della donna e metterla a dormire mentre noi scappavamo con la spada. Ma quando udii la voce di Inej emettere un gemito di dolore prima di essere scaraventata via con un suono sordo, spalancai gli occhi. Tutti ci alzammo per andare in soccorso della ragazza Suli il prima possibile, ma fui trattenuta da una mano che mi tirò indietro.
Vidi Kaz trattenermi, ma dovevo correre per andare ad aiutare gli altri che stavano fronteggiando Ohval.

«Sta attenta.» Sorrisi leggermente annuendo alle sue parole, che mi riscaldarono il cuore in un modo estraneo, in un modo che provavo solo in presenza di Kaz Brekker. Lui non avrebbe combattuto con noi, perché doveva attuare il piano secondario, per andare a cercare il battito debole che avevo audito dentro la casa.

Lo guardai un'ultima volta prima di voltarmi pronta a combattere. Vidi gli altri puntargli le armi, o tirargli coltelli, ma la donna Shu con un solo gesto della mano poteva scaraventarli via. Mi affiancai ad Inej e Tolya e con un accenno della testa iniziammo a camminare verso di lei per attaccarla tutti insieme, l'attaccai con un calcio che parò prontamente facendomi cadere a terra, Inej le passò dietro per bloccarla insieme a Tolya ma entrambi furono buttati a terra proprio come me. Ohval non era solo abile nel combattimento ma era anche veloce e letale, avevo imparato il combattimento nel Piccolo Palazzo alle lezioni di Botkin, uno dei migliori insegnanti, e me la cavavo benissimo...ma in confronto con quella donna sembravo solo una bambina che dava pugni all'aria. Inej sfilò i suoi coltelli iniziando a lanciarglieli contro, ma Ohval li bloccò tutti iniziando a farli volare verso di noi, con i miei poteri creai una barriera per proteggere tutti. Così si sfilò una piccola catenina d'argento lanciandola contro me e Jasper.

𝐒𝐀𝐈𝐍𝐓, 𝐊𝐚𝐳 𝐁𝐫𝐞𝐤𝐤𝐞𝐫 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora