Capitolo IV

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La felicità è un nemico.
Tutto a un tratto ti rendi conto
che hai qualcosa da perdere.
- Niki Lauda

📍Tre giorni dopo,
qualificazioni ufficiali,
Gran premio del Bahrain

Charles Leclerc

Sono al settimo cielo, oggi non ho nulla da perdere...

Sono trascorsi esattamente tre giorni da quella notte così movimentata e nessuna traccia della piccola ficcanaso.
Quando, quella mattina, molto presto, mi sono ridestato dalle braccia di Morfeo, era ancora profondamente addormentata, la bocca leggermente socchiusa, per non parlare della maglietta del pigiama con una stupida scritta: 51% canaglia e 49% tenerone, era proprio una ragazzina. Sogghignavo al solo pensiero di vedere la faccia di Mad Max, chissà se sotto la corazza fosse proprio un bel tenerone.
Esplosi in una risata incontenibile e mi beccai un'occhiata stizzita da parte di Carlos, tutto il team in preparazione e io come un deficiente ridevo da solo.

Salì sulla monoposto, pronto a dimostrare il mio valore, volevo la pole, me la sarei presa, a ogni costo.
Spinsi sull'acceleratore e la macchina entrò in sincronia con me, finalmente degna del marchio rappresentato.
La radio martellava i miei timpani, decisi di ignorarli, sta volta si faceva a modo mio.
" Charles rimani concentrato, procedi speditamente,come ti senti?"
"la macchina è una bomba, accelero"
Prima di ogni gara ripetevo mentalmente il percorso, immaginandomi alla guida e valutando la strategia e la posizione delle curve, un margine di errore ed eri fregato. Spingevo come un pazzo e frenavo all'ultimo istante, questa volta nulla mi ostacolava, la mente sgombra, una delle poche volte in cui avevo guidato senza alcuna preoccupazione, senza essere travolto da un'ondata di pensieri negativi, l'ultimo tratto quello deciso, lì devi dare tutto e io lo feci, senza rimorsi né rimpianti, la vista annebbiata dall'emozione e nelle cuffie un urlo generale:
"E' Pole, Charles è pole, 10 secondi in meno di Verstappen, sei straordinario"
"avevi dubbi Xavi?!"

Il cuore mi esplodeva dalla felicità, questo amavo del mio lavoro, le percezioni al massimo, la gioia incontenibile provata dopo ogni giro e la felicità regalata a tutti coloro che ci guardavano,che speravano in me.
Tornai nel Box, mi cullai dei complimenti ricevuti e vidi giungere verso di me, con il casco ancora in mano, il caro Max, seguito, notai con piacere, dalla piccoletta, avvolta da una tutina stretta di colore blu, ormai parte del team rivale e un paio di occhiali da sole.
Con quei boccoli sembrava appena uscita da una rivista di supermodelle, possibile che non se ne accorgesse?
"Complimenti Charles, domani mi darai filo da torcere. Si preannuncia una gara spettacolare" pronunciò, dandomi un'affettuosa pacca sulla spalla, una consuetudine ormai.
"Scopriremo domani chi sarà il migliore" lo dissi a lui eppure fissai lei, per provocarla, valutare le sue reazioni e fargli capire davvero chi comandava in questo settore.
Salutai Max e aspettai il momento opportuno per avvicinarmi a lei e sussurrargli all'orecchio:
"che dici sono stato più un tenerone o una canaglia, in pista?" si scansò, come se l'avessi bruciata, di certo non si aspettava che mi ricordassi un dettaglio così insignificante.
Seguì Max stizzita e allora decisi di fare la cazzata più grande della mia vita: "Giornalista aspetta. Ho cambiato idea riguardo al blog, se domani perdo ti prometto che aderirò senza alcuna resistenza"
"E se invece vinci?" abbassò gli occhiali e mi fissò, lì signori, quell'istante in cui penetrai quei maledetti occhi, persi completamente la ragione.
"Se vinco, Sophie, mi devi una cena. Perché domani avrò una fame da lupi"
Le feci l'occhiolino e mi voltai, lasciando spiazzata lei e Max.
La sua espressione contrariata, così arrabbiato, l'ego ammaccato, ecco la debolezza che lo avrebbe tradito e io come il più grande dei bastardi l'avevo usata volontariamente contro di lui.
Lo stronzetto si stava affezionando.
Pierre, il mio migliore amico all'interno e al di fuori della F1, alle mie spalle divertito dalla situazione, venne ad abbracciarmi:
"Sei stato grande, fratello. Hai infuocato una pista già dannatamente bollente"
"Lo so Pierre, sono al settimo cielo. Quello che conta è la gara di domani, cerco di non montarmi troppo la testa, una pole non fa una vittoria.
Cambiando discorso,l'hai conosciuta la nuova arrivata?"
"Chi, la sexy ombra di Max? io per grande sfortuna no, tu non hai perso tempo, vedo, l'hai già invitata a cena e bravo il mio Charles"
"L'hai invitata a cena?" Carlos si precipitò su di noi, anche lui aveva raggiunto un ottimo punteggio, partiva quarto.
"Non proprio, solo se domani riesco a vincere"
"Aspetta com'è che dicevi?! No Carlos, non voglio niente, sono arrabbiato con te perché l'hai mandata da me nuda e cazzate varie e ora la inviti. Charles cosa nascondi?"
"deduco di essermi perso parte della storia, ci sei già andato a letto?" Pierre elettrizzato, sembrava una riunione di ragazzini fuori dalle scuole medie.
"Ragazzi calmi, ti spiegherò tutto Pierre, ho cambiato idea perché rappresenta una debolezza per quel duro di Max e perché ho voglia di divertirmi ma la prima motivazione è la principale" parlai più piano, nessuno doveva sentirmi al di fuori di loro.
Ero il solo a leggere il suo atteggiamento e a cogliere tutti i più impercettibili segnali, un nemico va analizzato, mi sottovalutava, non mi considerava una grande minaccia e invece fregarlo si stava dimostrando molto più facile del previsto.
"Farlo incazzare non penso sia la giusta strategia, riflettici. Soprattutto non gettare sui di lei tutto il rancore accumulato per la fine della tua reazione, è giovane e non merita di soffrire.
Tu non sei questo amico, non lo sei mai stato" Carlos se ne andò, dopo aver sottoscritto la mia condanna, purtroppo ha dannatamente ragione, eppure qualcosa di superiore, mi spinge a trovare ogni singola scusa per incrociarla, sento la necessità di averla.
Percepisco il suo dolore e bramo di unirlo al mio, al diavolo le conseguenze...

Punizione Divina || Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora