Capitolo XXII

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Un giorno di ordinaria follia con Lord Perceval

Sofia
Pochi giorni dopo gli eventi
del Gran Premio di
Miami
📍Principato di Monaco

Charles Leclerc non si frena, lui non si arresta mai, è un tornado in piena corsa, carico di elettricità, precisamente alle sei del mattino è già in piedi, scattante, pimpante, io sono ancora coccolata da Morfeo quando sento un forte schiocco di d...

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Charles Leclerc non si frena, lui non si arresta mai, è un tornado in piena corsa, carico di elettricità, precisamente alle sei del mattino è già in piedi, scattante, pimpante, io sono ancora coccolata da Morfeo quando sento un forte schiocco di dita e un energico applauso e il suo insopportabile sorriso contagioso a perforarmi la visuale, prego sia un incubo, invece è proprio lui, in carne ed ossa a un passo dal mio letto, in una camera degli ospiti dell'immensa villa di Max.

"Sveglia, bella addormentata, sono le sei del mattino, non te l'hanno insegnato in Italia, com'è che si dice, che chi dorme non prende pesci e nemmeno gli aerei, dobbiamo essere a Maranello tra meno di due ore, quindi in piedi giornalista, scattare, non sei mica in vacanza" esordisce serio sembra un genitore autorevole che non accetta un no come risposta.
"Dammi almeno il tempo di rendermi presentabile, Max perchè l'hai fatto entrare?" provo a cercare aiuto ma la casa sembra deserta.
"Hai dieci minuti al massimo e tieni- allunga il braccio e lancia sul letto a catapulta una tuta rossa della scuderia- oggi niente vestiti aderenti, abbiamo una missione da compiere, sei una compagna non gradita ma nella vita non si può sempre avere tutto..." sbuffa partendo dalla camera e lasciandomi la privacy sufficiente per darmi una ripulita veloce.
"Sto zitta altrimenti ti prendo a cuscinate o peggio, arrogante e maleducato, insopportabile, viziato, sfacciato..."
"Guarda che ti sento e il tempo scorre, non ti aspetta fa tictac, tictac..."
Afferro lo zaino con le provviste, ho portato un po' di cibo, merendine e biscotti secchi, acqua e un kit di pronto soccorso, non si sa mai come potrebbe finire con un pazzo del genere...

Ho giusto il tempo di mettermi il rimmel e mi precipito fuori, lui è già seduto nella sua Alfa Romeo, in moto, spazientito, ipotizzo che sarebbe partito senza aspettarmi se avessi esitato pochi minuti di più. Max è andato a correre, solita routine quotidiana, gli invio un messaggio rassicurandolo di trovarmi con il rivale e pronti a partire per una nuova avventura.

Dall'intervista imbarazzante, che impazza ovunque, ho deciso di ignorarlo, non mi sono nemmeno complimentata con lui dopo la vittoria a Miami, dove ha stracciato gli altri piloti con un risultato impressionante, tanto c'era Charlotte in ogni angolo, caritatevole, premurosa, quello che io non sono.
Si sposeranno...
Preferisco non pensarci altrimenti vengo assalita da forti crampi e rischio di rigettare le poche calorie sgranocchiate di prima mattina.
Saliamo sul suo jet privato e al suo interno ai loro soliti posti ci sono già Joris e Andrea, almeno non dovrò passare il viaggio in un silenzio parsimonioso.
Charles si accomoda subito accanto al posto rimasto davanti ai suoi collaboratori e speravo mi lasciasse accomodare al suo fianco ma repentinamente ci dispone la sua borsa da viaggio e io opto per la fila di poltrone lasciata libera alla sua sinistra, nella parte opposta dell'aereo.
"Charles sei sicuro di voler visitare i luoghi colpiti dall'alluvione?" interviene Andrea, rompendo l'atmosfera di ghiaccio creatasi.
"Si e non lo faccio per notorietà o per apparire un eroe, lo faccio perché voglio contribuire in qualche modo, aiutarli a risollevarsi, concedendogli un po' di speranza, ho anche intrapreso una campagna per la raccolta fondi, venderò il mio abbigliamento della prossima tappa, quella di Monaco, la mia città"
Lo fisso con ammirazione, sono fiera del gesto che ha deciso di compiere, dimostra la sua grande compassione e il suo essere veramente diverso dagli altri, un ragazzo puro che nn si e mai fatto travolgere dal peccato di vanità o di arroganza solo perché ha racimolato un patrimonio immenso.
"Purtroppo non possiamo accompagnarti e lo sai, altrimenti rischiamo di perdere il lavoro e l'assicurazione ci chiederà un risarcimento per aver spinto un pilota del tuo calibro in una vicenda così pericolosa"
Pronuncia rattristato Joris, il suo fotografo personale, sono rare le volte in cui non lo accompagna, è diventata la sua ombra il suo braccio destro, un amico, un nuovo fratello.
"Ne sono consapevole ecco perché ho richiesto la presenza della giornalista, sarà la mia spalla e mi aiuterà nel lavoro duro" sei occhi speranzosi si voltano dalla mia direzione come se si fossero ricordati solo ora della mia presenza indesiderata.
"Perfetto, noi fingeremo di non sapere nulla"
Le restanti ore di viaggio che ci separano da Maranello le passo assorta in un silenzio rasserenante, i ragazzi giocano a carte, urlano e si divertono ma non mi integrano nell'azione, così rimango seduta al mio posto, ogni tanto con la coda dell'occhio lo sbircio sperando di coglierlo in fallo, intento a spiarmi ma non lo fa mai, sembro invisibile.

Punizione Divina || Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora