Capitolo III

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Il Fato è un
cacciatore paziente.
Certe coincidenze
sono scritte in anticipo,
come cecchini acquattati
con un occhio nel mirino
e un dito sul grilletto,
in attesa del momento
adatto.
-Arturo Pérez-Reverte

Charles,
Gran premio del Bahrain

Ho paura di volare, sono un pilota eppure ho una lacerante paura di non toccare terra.
Controllare una macchina e spingerla a sfiorare i trecento chilometri orari non mi dà nessuna percezione negativa, il senso di libertà è più forte di ogni altro, la sensazione di potenza, controllo, stabilità e i riflessi pronti,ormai sono parte integrante di me, deduco che la sensazione di panico, che provo, sia dovuta al fatto che non sono io alla guida del mezzo. Dubito degli altri, non mi fido di nessuno, solo di me stesso e delle mie capacità.
I miei fratelli sono la mia roccia, l'unica fragilità posseduta, farei di tutto per loro, sacrificherei me stesso per vederli sorridere.
Il più piccolo, Arthur, ha deciso di intraprendere la mia stessa carriera, se ammettessi di esserne totalmente felice mentirei, è uno sport pericoloso, deve cercare di non dimenticarlo.
Eppure lo capisco così perfettamente e lo ammiro, lo farò, indipendentemente da ogni decisione che prenderà.
Sorvoliamo la capitale, Manama, il circuito posto in periferia, una nuova stagione sta per cominciare, speriamo ci riservi delle sorprese positive, dubito di riuscire a sopportare di perdere il titolo, di nuovo, è l'unica cosa che conta, devo farlo per me e per tutti coloro che sperano in una rimonta della Ferrari, amo questo team, non lo deluderò di nuovo.
Carlos è estremamente pensieroso, le sue preoccupazioni sono pari alle mie, la pressione travolge tutti, nessuno rimane al riparo per molto.
Così come il destino...
Le insostenibili ore di viaggio cessano e veniamo accompagnati in un albergo super lussuoso della città, ormai non ci faccio più caso, sono estremamente identici, lo sfarzo non mi lascia più sbalordito, come un tempo, è semplice monotonia, il diverso mi attrae, reclama sempre la mia attenzione.
Ultimamente porto con me una macchinetta fotografica, desidero immortalare ciò che passa spesso inosservato, per me ha un valore immenso, il sorriso di un bambino, le crepe su un muro, un fiore sorto, dove il male domina. La fotografia mi regala emozioni uniche allo stesso modo la musica, compongo nuove sinfonie al piano in base alle emozioni percepite a fine giornata e ammetto di avere un vero talento.
Distrattamente prendo la chiave della mia camera e mi dirigo nella spa, spinto dall'insistenza di Carlos, vorrei solo riposare ma sono felice di poter passare un po' di tempo con lui. Parliamo un po' ma i miei sensi reclamano un letto comodo su cui distendersi, così decido di salire in camera, il numero è il 14, secondo piano. Uscito dall'ascensore mi accingo ad aprire la porta ma vengo interrotto da un rumore di sottofondo, proveniente dall'interno. Le stranezze non sono nuove in questo ambiente, magari sarà una melodia rilassante destinata ad accogliere i clienti.
Giro la chiave e lentamente entro, nulla di strano a parte i suoni provenienti dalla camera da letto, Charles riprenditi non puoi essere così frignone, armati di coraggio e colpisci il nemico nascosto. Mi sembra di essere tornato bambino, quando vedevo mostri sbucare da ogni direzione nella mia cameretta e mi infilavo sul lettone di mio fratello maggiore, sperando di ottenere protezione, il mio cavaliere con l'armatura, che avrebbe ucciso il drago famelico a guardia della torre.
Questa volta non c'era un drago ma una ragazza indifesa, voltata di schiena, in intimo, intenta ad acconciarsi i capelli in una coda e a infilarsi una maglietta larga ma non abbastanza da coprirle il fondoschiena in bella vista davanti a me.
Merda, la musica altissima sul suo telefono aveva attutito i miei passi o mi ero semplicemente mosso come un segugio pronto all'assalto, fatto sta, che ignara della mia presenza, alle sue spalle, prese ad ancheggiare seguendo il ritmo.
La fermai prima che fosse troppo tardi, schiarendomi la voce, la gola decisamente secca.
La piccoletta saltò sul posto, prendendosi un bello spavento e espose in un urlo che prontamente cessò sulle sue labbra appena mi vide, in volto, mi aveva riconosciuto.
La fissai,la pseudo-giornalista e pseudo-fidanzata di Max nella mia stanza in intimo, rischiavo di soffocare per la rabbia o per l'imbarazzo provato.
"Fai pure come fossi a casa tua, ti intrufoli anche nella mia stanza d'albergo. Speri di riuscire a finire, anche nel mio letto, come hai fatto con Max, per un aumento o per un titolo su un esponente giornale, questa volta?" lo dissi senza riflettere, accecato da diverse percezioni contrastanti. Lei reagì, quei maledetti occhi velati di tristezza accentuata dal mio tono brusco e cercò di colpirmi al volto, un bel ceffone, me lo meritavo proprio.
"Più veloce piccola, puoi fare meglio di così" afferrai senza alcuna fatica il suo polso, troppo prevedibile e goffo.
"Chi ti credi di essere è? per parlarmi con questo tono arrogante e cosa ci fai tu nella mia camera? Chi ti ha dato le chiavi?"
"Chi le ha date a te, questa è la mia camera, numero 14, vedi?" Aprì la mano rivelando l'oggetto conteso.
"Deve esserci un errore. All'ingresso mi è stato detto di aver ricevuto questa suite direttamente dalla scuderia Ferrari come scuse ufficiali, visto il comportamento poco adeguato del suo pilota di punta. Io non capisco..."
Ma certo, Carlos, aveva organizzato tutto, quel bastardo me l'avrebbe pagata...
Solo ora mi ricordai di indossare un paio di pantaloncini corti e di essere a petto nudo, anche lei se ne accorse e sbirciò più di una volta i miei addominali.
"Sai che non sta bene fissare insistentemente qualcuno che non si conosce?" arrossì colta in flagrante e si voltò peggiorando ulteriormente la situazione, poteva mettersi una maglia più lunga.
dai resisti Charles, resisti...
"Cercherò di risolvere la situazione, chiamo subito il mio team mate e spero di trovarti un'altra stanza per la notte, eviterei di far infuriare Max il giorno prima delle prove. Come mai non sei da lui? Volevi provare se il pilota monegasco fosse più intrigante dell'olandese?"
che cazzo stavo dicendo, perché volevo farla infuriare?
"Tanto per la cronaca,non sono la fidanzata di nessuno e ti ricordo caro Charles che non tutte le ragazze vanno etichettate solo perché la tua ti ha mollato per un altro" una vipera, d'altronde nell'ambiente giornalistico sarebbe stata l'ideale, più eri stronzo e più venivi idolatrato.
Stava decisamente oltrepassando ogni limite, soffrivo incondizionatamente per la situazione e lei conficcava, come un'arpia affamata di vendetta, gli artigli su una ferita già destinata ad uccidermi.
"La questione, Sofia, non ti riguarda" nascosi i miei occhi, puntandoli verso il basso, non doveva scorgere nessuna debolezza, strinsi più forte il suo esiguo polso nella mia mano, in una morsa incandescente.
"Nemmeno la mia Charles, se fossi la sua fidanzata a quest'ora sarei occupata a fare l'amore con lui non qui, a discutere con te"
"ma davvero? Eppure voci di corridoio bisbigliano che già litigavi con lui,per causa mia, senza esserci mai incontrati prima, quindi eviterei di esserne così sicura" lo sussurrai a un centimetro dal suo visino, da cerbiatto indifeso, la freccia vincente l'aveva scoccata la mia faretra.
"Ora se permetti, finiamo questa pagliacciata, chiamo Carlos e risolvo il problema, aspettami qui, torno subito" con la chiave nella tasca destra dei pantaloni e il cellulare nell'altra, mi precipito fuori, sbattendo violentemente la porta alle mie spalle, i nervi tesi, prostrato dalla situazione.
Faccio squillare il suo dannato telefono per un bel po', dovevo essere in forma per domani invece stavo sprecando le mie preziose ore di relax per una ragazzina.
<<Lord, dormivo come un ghiro, cosa c'è?>>
<< Perché quella sbruffona della giornalista è nella mia camera, praticamente nuda?>> grido, che mi senta pure, poco mi importa.
<<NUDA? Charles cosa ci fai ancora al telefono, corri da lei, per la miseria. Colpisci ancora Perceval, sei instancabile>> ridacchia compiaciuto con il suo accento fortemente spagnolo, ridestandosi.
<<l'hai organizzato tu, questo teatrino?>>
<< lo ammetto, forse ho fatto in modo che le vostre strade si incrociassero, causalmente. Ho richiesto espressamente alla hall di darvi la medesima chiave. Puoi spiegarmi il concetto di nuda?>>
<< fottiti Carlos, non ti racconterò i dettagli, semplicemente sono entrato nella stanza e l'ho trovata in intimo. La domanda che ti porgo è molto semplice, come esco dall'impiccio?>>
<<Charles buonanotte, divertiti e non chiamare la reception è piena di giornalisti a caccia di news, altrimenti gli fornirsi il biglietto da visita per uno spettacolo in prima fila. Riposati e mi raccomando, comportati da gentiluomo>>
<<CARLOS...>> mi aveva attaccato in faccia.
bene, non mi restava che tornare dentro e affrontare la piccola arrogante.
Solo una notte Charles, non è la fine del mondo, dopo tutto, potevi trascorrerla con un lupo o un orso è solo una ragazzina, si, una ragazzina in mutande, inconsapevolmente provocante...

Sofia

Lo sentivo gridare contro Carlos, dall'interno, avrebbe svegliato tutti e la storia sarebbe finita sui giornali, già leggevo i titoli:
Una ragazza, non una qualsiasi, la stessa avvistata con Max, in abbigliamento poco consono, in camera del bel monegasco, cosa ne penserà il povero fidanzatino?
Mi infilai al volo un paio di pantaloncini del pigiama con dei disegnini decisamente infantili e poco attraenti, sempre meglio di niente. Riemerse come un leone affamato e lentamente si gettò, sconfitto sul letto.
"per tua sfortuna devi dormire qui, fuori i paparazzi sono al settimo cielo, non è il caso di dare scandalo e come sai mi sono appena lasciato e non voglio problemi. Mi disporrò sul divano, tu riposati pure qui, mi scuso per il disagio provocato dal mio team, si saranno confusi nell'assegnare le stanze"
Pensieroso e triste, appariva davvero provato, faceva molta tenerezza, sapevo bene cosa si provava ad essere abbandonato in un momento dalla persona che si amava più di ogni altra cosa, perdevi una parte essenziale di te e rimanevi privo della gioia di goderti il mondo e le nuove esperienze, perché il resto, senza la tua metà appare del tutto insignificante.
"Charles, non preoccuparti, il disordine è nato per causa mia, dormi qui, né hai più bisogno di me" mi sedetti di fianco a lui e lo osservai, i capelli ribelli e ingestibili, carichi di elettricità e i suoi occhi verdi, speranzosi, rasserenanti, tipici di un bosco incantato eppure velati da una mancanza, da quel raggio di sole in grado di farli risplendere.
Il mio sogno inconfessabile, essere il sole, la causa della felicità di qualcuno, in vita mia avevo sempre amato ma non ero mai stata ricambiata, nessuno mi aveva sussurrato le due paroline magiche. Iniziavo a pensare di non meritarle o semplicemente che il vero amore non poteva esistere, mi ero rassegnata, che grave errore.
"Sophie, dormi vicino a me. Solo per questa sera, domani torneremo due sconosciuti. Nessuna illusione, i miei principi, da vero gentleman, disprezzeranno di far riposare una signorina su uno scomodo divano" si voltò e mi sorrise col cuore e si gettò di corsa sotto le coperte invitandomi a seguirlo, adesso sì che la temperatura iniziava a salire.
"Sai la mamma mi ha insegnato a non fidarmi degli sconosciuti e di certo non a dormire con uno di loro" ribatto adirata e infastidita
"Fai poco la smorfiosa e la preziosa, ti offro un'occasione unica, sai quante vorrebbero essere al tuo posto? E poi prometto di non invadere il tuo spazio, se dovessi farlo, per sbaglio, ti autorizzo a spostarmi, anche con la forza, se sarà necessario" si dispone su un fianco e aggiunge: "rimarrò fermo come un sasso, buonanotte giornalista ficcanaso, ora hai il titolo per un bell'articolo strappalacrime, QUELLA VOLTA IN CUI CHARLES LECLERC MI PERMISE DI ENTRARE NEL SUO LETTO..." senza controbattere, inspirando forte, rendendo percepibile il mio fastidio, mi trascino al suo fianco e mi copro con il lenzuolo.
"Arrogante e presuntuoso" bisbiglio sottovoce sperando di non farmi udire.
"lo so,dicono tutte così all'inizio, poi si innamorano. Ho uno charme irresistibile. Buonanotte saputella" conclude col suo accento Italo-francese che lo fa sembrare buffo e spigliato.
Buonanotte timidezza e contegno, ci si rivede domani o almeno spero...
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Spazio autrice
Direi più che incontro casuale, un bel punto in più per Carlos e la sua abilità persuasiva.
Spero vi stia intrigando, a breve nuovi aggiornamenti. Vi adoro.
Charles ce la farà a resistere?
🤷🏻

Punizione Divina || Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora