ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 6

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𝐓𝐇𝐄 𝐃𝐄𝐀𝐋

ENRICO

"Si strinsero la mano: fu un vero patto, più sicuro di qualsiasi documento debitamente firmato."
BENI SASCHA HOROWITZ

Non avrei mai creduto di poter lambire labbra la cui morbidezza e piacevolezza adombrava quella della seta, ricoprendola di ridicolo al punto da risultare banale, o che attraverso il loro sapore peccato e miracolo potessero coesistere e dare vita a un'unione tangibile, galvanizzante. Non era la prima volta che baciavo una ragazza, ma era la prima volta che sentivo qualcosa. Definirle labbra come tante sarebbe equivalso a vilipenderle.
Baciarla fu come provare sulla propria pelle le emozioni del primo bacio e al contempo percepire fin dentro alle ossa di aver già sfiorato quelle labbra, come se mi fossero appartenute da sempre e io le avessi semplicemente riscoperte di nuovo.

Illanguidita, mi fissò con tanto d'occhi, ancora sgomenta di quello che avevo fatto. Stentavo a crederci io, ma avevo dovuto. I suoi occhi agguerriti avevano parlato chiaro: era venuta per rifiutare la mia offerta, incurante di farlo davanti a tutti e di umiliarmi. Non potevo permetterglielo o sprecare tempo e minacce con lei, considerando callidamente quella mossa, apparentemente dettata dall'impulso, come la strategia perfetta per irretirla, e aveva funzionato. Era talmente inebetita che non si lasciò travolgere dalla veemenza come sarebbe invece accaduto. Non ribatté, non colpì in alcun modo la mia faccia o il mio corpo. La sua paralisi si scinse lentamente e con un piglio riflessivo spostò lo sguardo da me ai ragazzi dietro alle mie spalle, traendo le sue considerazioni. Stefano rispose al suo sottile scrutinio con un sorrisetto malandrino, prima di rubare la palla a Matteo e andare a segno. Come un'automa, infine, indirizzò lo sguardo verso le tribune, trovando Rebecca in compagnia di Cinzia Coppola e Dalila Montalbano. Con Laura, la ragazza di Giuliano, e Michelle le Golden Girls sarebbero state al completo, ma fortunatamente non erano presenti. Rebecca ricambiò guardandola in cagnesco.

<<È Rebecca la tua ex?>> domandò con tono flemmatico e gli occhi ancora intenti a intrattenere una battaglia a chi distoglie prima lo sguardo con Rebe. Annuii. <<E la vuoi riconquistare?>> 

<<Voglio impartirle una lezione.>> 

Fulminea, tornò a ristabilire il contatto visivo con me. <<Ne sei sicuro?>>

Inarcai un sopracciglio a quella domanda. <<Non dovrei?>>

<<Se lo fai, non si torna più indietro. Non avrai nemmeno il tempo per accorgertene e farlo>> proferì.

Carina, mi avverte.

Sollevai un angolo della bocca. <<Tu credi?>>

<<Non lo credo, lo so>> ribadì risoluta.

Semmai mi fossi pentito, non sarebbe stata di certo Rebe la colpa, ma lei con il suo atteggiamento perentorio e l'estenuante cocciutaggine.

<<So quel che faccio. Non occorre che me lo spieghi>> assicurai atono.

Erica sollevò il mento, pronta a sfidare quella che per lei suonava come arroganza. No, tesoro, è solo sicurezza in sé stessi.

<<In questo caso ti aiuterò. Però anche tu dovrai fare qualcosa per me.>>

𝔇𝔢𝔳𝔦𝔩𝔦𝔰𝔥 𝔓𝔩𝔞𝔶 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora