𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟕 (𝐩𝐭.𝟐)

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Sapevo che Erica era una ragazza fuori dal comune, che era stata forgiata con il fuoco dell'inferno, ma non avrei mai pensato di vederla all'opera, di entrare nella sua mente diabolica e di venirne sedotto. 

Quando tornai a casa insieme a Matteo, lo misi al corrente della conversazione avuta con Erica e di quello che avevamo escogitato. 

<<Quando agiamo?>> domandò con un'espressione letale.

Sollevai un angolo della bocca. Era tornato a far parte dei nostri. Il fuoco ardeva all'interno dei suoi occhi scuri. Sedeva sul divano tormentando la lattina di Red Bull finita con le sue dita impazienti di torcere il collo a Calogero. La medaglietta che portava al collo, simbolo di unione del nostro gruppo, brillava alla luce svettando sopra al maglione blu. 

<<Fammi prima sentire gli altri>> risposi e chiamai Stefano. 

<<Henry! Questa sì che è una sorpresa! L'ultima volta che hai chiamato è stato...>>

<<Steph>> lo richiamai. 
Non volevo perdere tempo. Sono fatto così. Diretto, forse anche troppo alle volte. 

<<Ok, sorry, Boss. Dimmi. Sono tutto orecchie.>> La sua voce divenne fredda e seria. Aveva appena gettato via la facciata da playboy mostrandosi per quello che era: un essere spietato come lo eravamo io, Matteo e Christian. 

<<Chris è con te?>> chiesi.

<<Sono qui, amico.>>

<<Bene. Ragazzi, vi va di divertirvi un po'?>> proposi, ma non c'era ilarità nella mia voce, il che, anziché preoccuparli, li elettrizzò.

Era passato del tempo dall'ultima volta. A tutti mancava il divertimento, l'adrenalina dovuta all'infrazione delle regole, alla volontà che assecondava solo sé stessa, ma soprattutto la sensazione di potere di fronte alla paura che attraversava gli occhi delle vittime mentre cercavano di scrutare i nostri dietro a una maschera raccapricciante. Dovevamo ringraziare il cugino di Stefano per questo, anche lui un membro. Fanatico di serie e film dell'orrore, ci aveva passato l'idea e aveva realizzato una maschera per ciascuno di noi. 

<<Musica per le mie orecchie>> cantilenò Stefano, assaporando già il momento. 

<<Come, come?>> fece Chris divertito.

<<Non spingere!>> si lamentò Stefano.

<<E tu metti in vivavoce allora, cazzo!>> 

Stefano lo fece. <<Contento?>> Si rivolse di nuovo a me. <<Che dobbiamo fare, Boss?>> Raccontai loro il piano architettato. <<Porca di quella troia!>> esclamò mentre Christian rideva. <<Amico, non mi interessa se ti piacerà o no,>> disse <<ma prima o poi Erica la bacio, cazzo!>>

<<Sì, come no e da lì passate direttamente a una Threesome!>> scherzò Chris. 

Non mi degnai nemmeno di rispondere e riattaccai. 

<<Enrico, tutto bene?>> chiese Matteo, osservando la mia espressione accigliata. 

Annuii. <<Forza, andiamo.>>

🥀

Come da programma, parcheggiammo lontano dalla via e aspettammo l'arrivo di Erica ai pressi della casa di Calogero. Indossavamo felpe con cappuccio, chiodi di pelle, cargo e anfibi, rigorosamente neri. Tutto era pronto per mettere in atto il piano, o meglio, una dichiarazione di guerra. Avrei preferito agire diversamente, nel silenzio, rapirlo e torturarlo finché non fosse morto, ma la mia Diavolessa voleva giocare a fare la cattiva. Ci aveva sempre disprezzati senza sapere che in realtà era come noi. Il suo genere di divertimento era il nostro.
E così glielo lasciai fare prendendo nota che dopo quella notte avrei dovuto proteggerla dalle minacce che sarebbero seguite. Calogero era un soggetto pericoloso e così la sua famiglia. Non mi bastava dover pensare alla mia vendetta, ora avrei dovuto fronteggiare anche la Mafia. 
C'è da divertirsi.

𝔇𝔢𝔳𝔦𝔩𝔦𝔰𝔥 𝔓𝔩𝔞𝔶 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora