ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 12

2.1K 50 20
                                    

𝐓𝐇𝐑𝐄𝐄, 𝐓𝐖𝐎, 𝐎𝐍𝐄, 𝐀𝐂𝐓𝐈𝐎𝐍!

ENRICO

"La gente è il più grande spettacolo del mondo.
E non si paga il biglietto."
CHARLES BUKOWSKI

Tra i tanti detti che mi è capitato di sentire ce n'è uno sulla pazienza di Jean-Jacques Rousseau che dice: "La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce." Ebbene, per pazientare avevo pazientato,
ma non scorgevo l'ombra di quel frutto da nessuna parte, figurarsi il frutto! Era passata una settimana dall'ultima volta che avevo parlato con Erica al corso di pittura e non avevo risolto ancora nulla. Quella situazione era diventata insopportabile. Non riuscivo più a dormire o a mangiare, nemmeno a pensare più a qualcos'altro che non fosse lei e quel patto tra noi. Avremmo dovuto superarla quella stupida lite, andare avanti con il piano, ma non solo non lo avevamo fatto, non ci parlavamo nemmeno più. Fino a quando andrà avanti? era una domanda che ormai mi ponevo tutti i giorni.

<<Ragazzi, vi dico che è andata così!>> esclamò Matteo.

Come ogni mercoledì pomeriggio eravamo tutti seduti sulle tribune del campo da basket dopo aver concluso un due a due agguerrito.

<<Guardate voi stessi.>> Tirò fuori il suo IPhone e mostrò la notizia in prima pagina sul gazzettino della scuola.

Curiosi, i ragazzi gli strapparono il cellulare dalle mani e se lo passarono ridendo e tardando appositamente nel consegnarmelo.

<<La tua ragazza è tosta, amico. Fossi in te, non la sfiderei tanto>> commentò Chris, dondolandomi il cellulare davanti agli occhi.

Non mi scomodai a rispondergli. Afferrai il cellulare e lessi cosa c'era scritto, prestando attenzione ad ogni parola, alle immagini. Quasi non ci credevo. E quel post su Instagram...Avrei dovuto rimanere serio di fronte a una cosa simile, eppure non fui in grado di reprimere il sorrisetto che stava affiorando sulle mie labbra.

<<Ma guardatelo!>> scherzò Theo. <<Ha gli occhi a forma di cuore!>>

Spensi il cellulare e glielo riconsegnai, l'espressione fredda.

<<Orgoglioso, eh?>> chiosò Christian lanciandomi un'occhiata maliziosa. Stefano lo affiancò sogghignando.

<<E come non esserlo?>> continuò Matteo, il più euforico. La adorava dal giorno in cui aveva messo Rebe al suo posto.

<<Hai più trovato chi ha diffuso le voci su voi due nello spogliatoio?>> domandò Chris, assumendo un'espressione seria.

<<Perché non lo chiedi a Matteo?>> fu la mia risposta. Lo adocchiai. Di colpo aveva smesso di sorridere, lo sguardo fermo sulla cicatrice rosata che gli deturpava interamente l'avambraccio sinistro e sulla quale aveva tatuato una rosa in fiamme. Chris e Steph seguirono il mio esempio, trapelando stupore. Ci fidavamo ciecamente l'uno dell'altro; eravamo fratelli e la lealtà era il valore su cui si fondava la nostra amicizia.

<<Perché l'hai difesa?>> Dopo lo scontro con Erica all'ingresso avevo compiuto le mie ricerche, venendo a sapere dell'incontro tra lui e Rebecca. Non avevo potuto credere alle mie orecchie, ma la perplessità era passata presto in secondo piano quando avevo iniziato a supporre i motivi che si celavano dietro.

𝔇𝔢𝔳𝔦𝔩𝔦𝔰𝔥 𝔓𝔩𝔞𝔶 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora