𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟓 (𝐩𝐭. 𝟏)

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𝐓𝐇𝐄 𝐋𝐈𝐆𝐇𝐓 𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐖𝐇𝐈𝐓𝐄 𝐕𝐎𝐈𝐃

ERICA

"L'istinto di ferocia bestiale si celava in fondo alla sua sensualità possente."
GABRIELE D'ANNUNZIO

<<Porca di quella puttana!>> imprecò Chiara.

Preoccupata, mi precipitai in camera rischiando di inciampare nel vestito. Mi appoggiai alla parete e i capelli che avevo appena finito di asciugare con il phone mi caddero morbidi e caldi sul viso, velandomi gli occhi. Mi raddrizzai e con un soffio mi liberai delle ciocche. Chiara se ne stava lì, immobile, con gli occhi incollati su un cofanetto di velluto blu.

Mi stavo preparando per andare al concerto alla Villa La Rotonda e Chiara si era gentilmente offerta di aiutarmi. Anna non c'era, perché al suo primo appuntamento con Matteo e non sapevamo quando sarebbe tornata o se si sarebbe fermata con lui per la notte.

<<Che succede?>> le chiesi, quando fui a due passi da lei. <<Cos'è quello?>> Corrugai la fronte studiando il piccolo oggetto che teneva tra le dita.

<<Questo dovresti dirmelo tu>> sbottò.

Sbattei le palpebre incredula, Chiara allora mi consegnò il cofanetto con dentro un paio di orecchini di perle e diamanti, e per poco non mi uscirono gli occhi fuori dalle orbite. Virai lo sguardo verso Chiara, stupefatta quanto me.

<<Non sono miei>> affermai.

<<Di certo non sono i miei>> ribadì. <<E della Bulgari niente meno.>>

<<Dove li hai trovati?>> 

<<Erano dentro la busta del tuo vestito. E tu che mi hai chiesto pure di buttarla!>> squillò. <<Dentro c'erano anche quelle.>> Mi indicò una scatola di scarpe Jimmy Choo.

Enrico. Era stato lui. Quando ero arrivata a casa non avevo nemmeno più guardato dentro la busta. L'avevo semplicemente posata sopra la sedia della scrivania ed ero scesa in cucina a preparare la cena per poi immergermi in un dark romance e crollare a letto. Avevo dormito senza fare un incubo, una cosa così rara che quando mi ero svegliata la mattina mi aveva sorpresa e resa distratta e stanca per il resto della giornata. Ore di sonno in più dovrebbero darti la carica e non intontirti, ma di cosa mi sarei dovuta stupire? Io ero nata al contrario. Volevo il sole in inverno e la pioggia in estate, e durante le vacanze restavo sveglia di notte a leggere e dormivo di giorno. 

<<Certo che sei proprio incredibile!>> si lagnò Chiara, fi fronte al mio sgomento. <<Su, accomodati che iniziamo con il trucco.>>

E prima che potessi ribattere, si appropriò del cofanetto, lo posò sul comodino e mi spinse a sedermi davanti alla scrivania, dove aveva precedentemente posizionato uno specchio pieghevole, tutto l'occorrente per il trucco e una spazzola.

L'idea che avrebbe usato la spazzola su di me mi fece sudare freddo. Le mani cominciarono a tremare, i polmoni a trarre aria affannosamente. Chiara nel frattempo blaterava, ma io non le prestavo più ascolto. Ero assorbita dai ricordi, gli occhi incollati al mio riflesso, ma anziché trovarci quello di una ragazza di diciotto anni scorgevo quello di una bambina di sei che veniva prima spazzolata e truccata come una bambola da sua madre e poi picchiata. 

𝔇𝔢𝔳𝔦𝔩𝔦𝔰𝔥 𝔓𝔩𝔞𝔶 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora