"E per la prossima volta dovrete portare una tesi sull'ultima opera che abbiamo trattato" ci assegnò il professor Harrison con fermezza e autorità, subito un lamento di coro accompagnato da sbuffi si divulgò nella piccola aula. Il suono stridulo della campanella determinò finalmente la fine di quell'ora e l'inizio del pranzo, l'aria nell'aula subito cambiò sostituendo gli sbuffi alle risatine felici dei miei compagni. L'aula si svuotò immediatamente con rumori stordanti di banchi e sedie che venivano spostati. Riposi nella borsa le ultime cose prima di alzarmi dalla sedia, sentii una mano poggiarsi sulla spalla destra e con uno scatto mi girai trovandomi il professor Harrison sorridermi sghembo.
"Buona giornata signorina Smith" ammiccò strizzando l'occhio. Il suo interesse verso di me ormai era evidente, per essere corretti il suo interesse era rivolto a tutte le ragazze più " carine" dell'edificio ed io per lui sfortunatamente ero una di quelle. Arrosii timidamente stringendo i libri al petto prima di farli un cenno con la mano e mi affrettai ad uscire dall'aula. Mi imbattei nei corridoi troppo affollati e venni urtata un paio di volte di qua e di là da ragazzi che come me si affrettavano a raggiungere la mensa, odiavo la confusione.
In lontananza scorsi il mio migliore amico che mi aspettava appoggiato al muro al fianco della porta di ingresso della sala mensa con le braccia conserte e subito sorrisi alzandomi sulle punte e muovendo una mano sopra la testa sperando che riuscisse a vedermi ma i tentativi furono vani per colpa della mia statura e della troppa confusione. Solo quando lo raggiunsi del tutto si accorse di me e sul suo bellissimo viso si aprì un fantastico sorriso, subito lo abbracciai.
" Finalmente ti aspetto già da un pò" mi informò con un finto broncio sul viso.
"Lo so! Scusami, ma come al solito Harrison mi ha trattenuta" buttai gli occhi al cielo e iniziammo a ridere all'unisono entrando nell'enorme sala.
"Stamattina ho provato a chiamarti ma il tuo cellulare risultava spento. Ah ed anche ieri sera." disse preoccupato e al contempo curioso mentre riempivamo il vassoio di cibo.
"Che bello c'è la torta al cioccolato!" esclamai contenta cercando disperatamente di deviare il discorso mentre gli facevo gli occhi dolci.
"Non cercare di distrarmi con il mio dessert preferito e soprattutto con gli occhi dolci! Sono irremovibile, voglio sapere! Cosa hai fatto ieri sera signorina?" insistette il biondo trafiggendomi con lo sguardo.
Gli feci una linguaccia giocosa prima di dirigermi al nostro solito tavolo.
"Sto aspettando" disse il mio migliore amico sedendosi comodo.
"Ho qualcosa da raccontarti" sorrisi timidamente mentre nella mia mente scorrevano come un film le immagini della sera precedente.
"Racconta!"
"Mmmmh..."
Il tintinnio dell'avviso dell'arrivo di un nuovo messaggio mi interruppe.
* Ho mandato qualcuno a prenderti, vai con lui senza fare storie, ti porterà da me. Non accetto no.
xxx
-Harry*
Mi alzai di scatto facendo rovesciare la mia bibita sul tavolo, mentre il mio cuore iniziava a battere forte nel petto.
"Che succede?" chiese Will allarmato alzandosi anche lui con uno scatto.
"Nulla non preoccuparti, ora devo andare" lo salutai frettolosamente con un abbraccio prima di correre via. Il mio intento era quello di correre a casa prima che quel "qualcuno" che Harry aveva mandato riuscisse a trovarmi.
"Sam!" Will urlò il mio nome correndo verso di me.
Tentai di correre più veloce ma Will aveva le gambe più lunghe, tutti avevano le gambe più lunghe delle mie e mi raggiunse in un secondo.
"Sam cazzo!" mi bloccò da una spalla, ma non riuscì a terminare la frase che un ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri lo spinse via dal mio corpo facendo cadere nell'aria la mano che il mio migliore amico poggiava su di me.
"Non toccarla" ringhiò lo sconosciuto.
"E tu chi diavolo sei?" domandò il mio amico. Anche se nella mia mente l'idea di chi fosse ma soprattutto di chi lo aveva mandato era ben chiara.
La tensione aumentò ed io non potetti fare altro che rimanere in silenzio osservando i due ragazzi.
Will guardò prima me poi il ragazzo in cerca di risposta.
"Andiamo" ordinò il ragazzo senza nome dopo aver dato una rapita occhiata all'orologio.
"Harry me la farà pagare se non lo raggiungiamo subito" continuò guardandomi.
"Come andiamo? Lo conosci? E chi cazzo è Harry?" mi riempì di domande passandosi disperatamente le mani nei capelli.
"Pagherà anche il tuo amico se non ci muoviamo" il cuore smise di battere per un secondo quando le immagini di Harry che picchiava Will apparvero nella mia mente, le scacciai immediatamente prima di rivolgere un timido "andiamo" allo sconosciuto che immediatamente mi tirò per un braccio trascinandomi verso la porta d'uscita. Scostai bruscamente il suo braccio girandomi verso Will ormai lontano. Aveva un espressione a dir poco sconvolta e sconcertata, gli mimai un "non preoccuparti, ti voglio bene" prima di uscire definitivamente dall'edificio.
Il ragazzo dagli occhi azzurri leggermente più chiari dei miei estrasse dalla tasca dei jeans le chiavi della macchina sbloccandola. Solo alzando lo sguardo mi resi conto che l'auto era quella del ragazzo dai capelli ricci. Mi aprì gentilmente la portiera ed entrai.
"Io sono Louis, piacere di conoscerti Samantha" il ragazzo spezzò il silenzio che si era venuto a creare da circa dieci minuti presentandosi.
Gli sorrisi timidamente riportando lo sguardo al finestrino.
"Come sta?" chiesi a Louis con freddezza facendo sì che la preoccupazione non trapelasse dalle mie parole dopo qualche minuto.
"Meglio credo, sei preoccupata?" enfatizzò le ultime parole con spavalderia.
"No!" dissi seccamente spostando lo sguardo altrove.
"I tuoi occhi dicono il contrario, scendi siamo arrivati"disse entrando in un cancello di una grande villa.
A quelle parole i battiti del mio cuore aumentarono all'idea che a qualche passo da me si trovava il ragazzo che mi faceva così tanta paura ma che al contempo mi aveva fatto battere il cuore come mai nessuno. Scesi dall'auto e seguii Louis, imboccammo un lungo viale di pietra. Le mie Vans strisciavano sull'asfalto scalciando un sassolino ogni tanto. Ci fermammo davanti una porta, ingoia la bile girandomi i pollici e abbassando il capo verso le mie scarpe mentre Louis girava le chiavi nella serratura. Il "CLICK" della serratura che scattava mi fece sobbalzare e subito alzai lo sguardo. Non riuscii a spiegarmi il perchè ma quando asistetti alla scena davanti a me il mio cuore smise di battere.
Spazio autrici.
Siamo davvero desolate per avervi fatto aspettare così tanto ma non potevamo fare altrimenti. Speriamo davvero che continuate a seguirci. Sappiamo che questo capitolo non è il massimo ma perdonateci, il prossimo come già si capisce dalla fine sarà intrigante e pieno di colpi di scena! Vi vogliamo bene! Continuate a seguirci! Alla prossima!
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My dangerous Angel [Harry Styles FF] Wattys2017
FanfictionTRAMA Samantha Smith di origine inglese, ma di nazionalità Italiana. Si trasferirà a Londra principalmente per motivi di salute, ne approfitterà e coglierà al volo la possibilità di studiare scienze della formazione umana al college. Quì a Londra...