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"Dove stiamo andando?"
Chiesi titubante al ragazzo seduto al posto di guida, spezzando l'imbarazzante silenzio che si era venuto a creare dal momento in cui eravamo entrati in auto.
"In un posto" mi disse Harry voltandosi per un istantete verso di me, con un sorriso provocatorio. Sbuffai rumorosamente tornando a guardare le strade della città dal finestrino al mio fianco.
"Non sbuffare", ringhiò continuando a fissare la strada di fronte a se.
"Non mi faccio dire cosa fare e cosa non fare da uno sconosciuto che per giunta mi sta stalckerando ", risposi a tono incrociando le braccia al petto lanciando un occhiata torva,stupendomi un attimo dopo di ciò che avevo appena detto.
"Fa la brava bimba angelo", la sua profonda risata riecheggiò nel piccolo spazio della macchina facendomi sentire una bambina colta in errore.
"Non sono una bambina e smettila di chiamarmi angelo", sputai abbassando lievemente il finestrino. Non rispose, ridacchiò nervosamente passando una mano tra i capelli, frustrato per la mia sfrontatezza, ovviamente non era abituato a tener testa a una ragazza, lo potevo notare dal suo comportamento.
Trasalii, quando guardando il paesaggio dal finestrino sentii la pesante mano di Harry sulla mia coscia. Spostai lo sguardo su di essa godendomi il calore del suo palmo che massaggiava dolcemente l' interno della mia coscia, senza spostare lo sguardo dalla strada. La suoneria del cellulare di Harry mi fece trasalire, notai che sposto' la mano con grande riluttanza infilandola nella tasca anteriore dei jeans rispondendo. Un brivido di freddo mi attraversò la coscia non appena spostò la mano.
"Cazzo vuoi Tyson?" sbraitò a denti stretti il ragazzo al mio fianco.
"Quante cazzo di volte devo fottutamente ripetervi che senza di me o senza il mio consenso non dovete fare un cazzo?" domandò a chiunque stesse dall' altra parte del ricevitore. Onestamente non avrei voluto mai trovarmi nei panni di quel tizio.
Era fottutamente furioso.
"Cazzo sono io che comando!"
"Fate attenzione", lo congedò senza neanche un saluto.
Riposò il cellulare nella tasca rivolgendomi poi un' occhiata furiosa; distolsi lo sguardo imbarazzata per essere stata colta in fragrante mentre lo fissavo, portandolo sulle mie dita intrecciate che si muovevano goffamente tra di loro .
Dopo minuti che a me sembrarono ore la macchina finalmente si arrestò.
"Siamo arrivati", mi informò.
Il suo sguardo era vuoto mentre mi apriva la portiera; era teso, troppo teso, lo potevo notare dalla mascella serrata e dalle spalle irrigidite. Il palmo di Harry afferrò saldamente il mio strattonandomi per farmi scendere dalla vettura.
La chiamata che aveva ricevuto lo aveva innervosito facendo scomparire quell' Harry un po' scherzoso, rimpiazzandolo con un Harry distaccato e freddo.
Ci addentrammo in un piccolo parco deserto e poco illuminato, camminavo dietro i suoi passi, un po' intimidita da quella situazione. La ghiaia sotto i nostri piedi scricchiolava rumorosamente.
"Samantha vieni quì" ordinò il ragazzo davanti a me, con voce rauca e autoritaria porgendomi la mano, mi costrinsi ad afferrarla rapidamente, non volevo s' infuriasse con me.
Quando le nostre mani si toccarono Harry fece scivolare velocemente le sue lunghe dita fra le mie, stringendomi possessivamente la mano, avvicinando maggiormente il mio corpo al suo. Appena usciti dal parco notai sul marciapiede opposto l'entrata di quello che presumevo fosse un pub. Quando capii che la destinazione era proprio quel locale piantai i piedi per terra. Si accigliò guardandomi.
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My dangerous Angel [Harry Styles FF] Wattys2017
Fiksi PenggemarTRAMA Samantha Smith di origine inglese, ma di nazionalità Italiana. Si trasferirà a Londra principalmente per motivi di salute, ne approfitterà e coglierà al volo la possibilità di studiare scienze della formazione umana al college. Quì a Londra...