Sospiro, regolando le bretelle della salopette di jeans mentre osservo la mia immagine riflessa nello specchio.
Inutile dire che questa notte non ho praticamente chiuso occhio. Credo di aver dormito un totale di un'ora e mezzo, e l'unico motivo per cui alla fine sono riuscita ad addormentarmi probabilmente è lo sfinimento.
Sono stata sveglia a fissare il soffitto di camera mia pensando e ripensando a quello che Eddie mi ha raccontato.
Credevo – o meglio, speravo – che tutta questa storia del Sottosopra fosse finalmente conclusa. Quante altre volte bisognerà chiudere quel dannato portale prima che resti tale una volta per tutte?
Neanche a dirlo, io e Eddie non abbiamo più parlato da ieri sera. Credo che entrambi sapessimo di essere svegli questa notte, ma nessuno dei due ha osato proferire parola. In fondo, cosa c'è da dire?
Sono convinta che come me anche lui sperasse che la notte non finisse mai così da non dover fare i conti con la realtà e con quanto assurda e insensata possa sembrare. Una ragazza è morta e verosimilmente sarà lui a doverne pagare le conseguenze, anche se non ha colpe.
Non ho mai, neanche per un singolo istante di insana follia dovuta dalla carenza di sonno, sospettato che quello che Eddie ha detto ieri sera possa essere un'elaborata bugia per coprire un raptus omicida; è anche vero che io sono io. Come si spiega una cosa del genere alla polizia, o peggio, all'intera comunità di Hawkins?
Da qualsiasi lato la si guarda, questa storia non può affatto finire bene per Eddie, ed è ciò che più mi spezza il cuore, perché non lo merita affatto.
Quando questa mattina mi sono svegliata e ho visto il sacco a pelo vuoto e la finestra aperta, ho avuto una stretta al cuore; non ho idea di dove possa essere scappato, e non riesco a negare che la cosa mi crea una certa preoccupazione.
Non ha lasciato nessun biglietto, nessun tipo di messaggio per dirmi dove si nasconderà, e se da una parte ne capisco il motivo – meglio non lasciare alcuna prova concreta che possa svelare dove si trovi, – dall'altra avrei preferito mi avesse dato almeno un indizio, un modo per andare a recuperarlo se le cose dovessero mettersi davvero, davvero male.
In più come se non bastasse, dopo la sfuriata di ieri sera è palese che tra me, mio fratello e mia madre ci sia un gigantesco elefante nella stanza che nessuno di noi tre si è ancora preso la briga di affrontare. Mancava solo mio padre a completare il catastrofico quadretto.
Scendo le scale, e il volume della televisione è talmente alto da rimbombare tra le pareti del salotto.
"Quasi tutti i residenti hanno espresso timori simili: dolore, shock, incredulità, rabbia. La domanda è: come possono accadere così tante tragedie in una cittadina un tempo tranquilla?"
Deglutisco: purtroppo, so già di cosa stanno parlando al notiziario di Channel 9.
Mamma e Dustin tengono gli occhi incollati allo schermo, un'espressione contrita sul viso.
Solo dopo qualche secondo mio fratello sembra accorgersi di me.
«Hai sentito?» chiede soltanto, e io capisco bene cosa voglia dirmi tra le righe, ovvero "Tu ne sai qualcosa?".
«Che cosa?» chiedo, facendo finta di niente.
«C'è stato un omicidio al Campo Caravan» spiega mentre io cerco di mostrarmi sorpresa, anche se le mie doti recitative sono piuttosto penose.
«Oh, mio Dio. Si sa chi è rimasto ucciso?»
Nostra madre scuote il capo, stringendo tra le braccia Micia, la sua nuova gattina (no, la fantasia non è una virtù di Claudia).
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As Above, So Below - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [3]
FanfictionÈ la Primavera del 1986, e Nell è quasi pronta a dire finalmente addio a Hawkins una volta per tutte. Sebbene il prospetto fosse di vivere i due mesi che la separano dal diploma nella più totale tranquillità, è anche ben consapevole di una cosa: lei...