Otto: Una Porta sul Retro

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Porto la sigaretta alla bocca, prendendo una generosa boccata di fumo.

In teoria avrei smesso, ma in pratica, la possibilità di essere presa di mira da uno strano stregone oscuro intergalattico che potrebbe farmi ribaltare gli occhi dentro il cranio mi sembra una buona motivazione per concedersi una sigaretta.

Il sole inizia a sorgere timidamente, mentre io mi appoggio con la schiena alle tegole fredde, stringendomi nel mio maglione.

Non riesco a togliermi dalla testa quello che Victor Creel ha detto a me, Nancy e Robin ieri pomeriggio. Ne ho sempre sentito parlare come di un pazzo, un maniaco codardo che ha ucciso la sua famiglia brutalmente e non se ne è mai assunto le responsabilità, ma quello che ho visto non era un folle omicida, niente affatto. Era un uomo traumatizzato, che ha visto qualcosa di terribile, spaventoso, inspiegabile.

Neanche a dirlo, avrò dormito sì e no un paio d'ore questa notte. Per quanto il mio corpo lo vorrebbe, la mia mente continua a pensare e ripensare a questa situazione, che sembra più un incubo che altro. Max ha rischiato davvero di morire, ieri.

Sono sfuggita anche io tante volte a morte certa, ma non ho mai vissuto nulla di così assurdamente spaventoso. Certo, non è che rischiare di farsi sbranare da un Demogorgone o da dei Demo-Cani sia esattamente roba da niente, ma l'idea di trovarmi faccia a faccia con qualcosa — qualcuno — che addirittura si fa beffe di me mentre mi spezza tutte le ossa... beh, suona decisamente peggio, devo ammetterlo.

Non so come funzioni la storia, adesso. Tecnicamente, Max è sfuggita alla morte, no? Uno a zero per lei. Ma Vecna non mi sembra il tipo che demorde tanto facilmente, e suppongo non trovi neanche particolarmente divertente il fatto che qualcuno sia riuscito a batterlo in qualche modo, quindi sarà ancora più spietato.

Gesù, che storia.

Spengo il mozzicone nel posacenere che ho gentilmente fregato nel salotto degli Wheeler e continuo a guardare l'orizzonte, mentre la città si sveglia pian piano. Chi l'avrebbe mai detto che tra tutte le città di questo Stato, proprio Hawkins dovesse essere maledetta? Mi chiedo cosa ci trovino di tanto interessante da piazzare proprio qui sotto l'epicentro di una dimensione alternativa.

La finestrella del solaio si apre, e la testa piena di capelli rossi di Max sbuca poco dopo.

«Non dormi? È il turno di Dustin di sorvegliarmi, in teoria» indaga, per poi issarsi sul tetto e sedersi vicino a me.

Scuoto il capo, spostando il posacenere dall'altro lato.

«Non ci riesco» affermo in un sospiro, senza guardarla in faccia. Non ci riesco, mi sento persino in colpa: so che Max non ha un carattere semplice, ma il fatto che non si sia sentita di parlare con nessuno di tutto quello che ha passato dalla morte di Billy mi rattrista molto.

Una volta, poco dopo il Ballo d'Inverno di quasi due anni fa, Max mi ha confessato di invidiare Dustin perché aveva me come sorella, visto che mi importa di lui e lo tratto come un amico, e non come un rompiscatole, un fardello sulle mie spalle. Evidentemente, non la pensa più alla stessa maniera.

Lucas mi ha dato una lettera ieri, dicendomi che l'ha scritta Max per me, ma che non posso aprirla fino a che lei sarà con noi. Nella migliore delle ipotesi, non saprò mai cosa ha scritto in quella lettera, ma nella peggiore... non voglio neanche pensarci.

«Non dirlo a me. Per qualche motivo continuavate a mettere musica assordante — afferma, giocherellando con il mio pacchetto di sigarette mentre io mi lascio scappare una risatina — Credevo non fumassi più dopo che il tuo compagno di sigarette sotto gli spalti si è diplomato» inquisisce provocatoria, un sorrisetto sulle labbra.

As Above, So Below - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora