Quindici: Resisti

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"...Ai miei figli, per cui avrei voluto e dovuto essere un padre migliore: mi dispiace.
Il mio gesto non ha nulla a che fare con voi, spero lo sappiate.

A volte mi piace immaginare una vita lontana da Hawkins, una in cui possiamo essere una famiglia normale, felice.

La verità è che ci sono tante cose che cambierei della mia vita, ma la prima fra tutte è il male che ho fatto a voi, facendovi credere per anni di non essere abbastanza, di non meritare l'amore che avrei potuto darvi.

Non siete voi il problema, non lo siete mai stati. Sono sempre stato io.

A Claudia, la donna che più ho amato: grazie per aver cresciuto i nostri due splendidi figli con tutto l'impegno e l'amore che potevi donare loro. Hai fatto uno splendido lavoro.

A Dustin, il giovane uomo più intelligente e astuto che abbia mai avuto il piacere di conoscere: non cambiare mai. Coltiva ogni tuo interesse con la stessa, medesima curiosità che ti ha sempre contraddistinto.

E infine, a Nell, la persona più giusta e razionale che abbia incontrato nei miei quarantasei anni sulla Terra: sono certo che sarai un ottimo avvocato, proprio come sognavi quando eri bambina e mi aiutavi a sistemare i dischi in negozio, sulle note di Summer '68.

Spero sia un buon viaggio.
Con amore,
Paul"

Finisco di leggere la lettera che mio padre ha lasciato sul letto del motel, la vista annebbiata per via delle lacrime. Continuo a fissare la sua scrittura ordinata sulla carta ingiallita, realizzando che è quella che ho tra le mani è l'ultima testimonianza tangibile che ci resta di lui.

Dopo aver visto quella scena, io e Steve abbiamo dovuto pensare in fretta: non potevamo farci trovare lì, con il rischio di essere considerati degli ipotetici sospettati o peggio, con il rischio che ci riconoscessero e chiedessero qualcosa riguardo a Eddie.

Ce ne siamo dovuti andare, e l'unica cosa che abbiamo potuto fare date le circostanze è stato chiamare il numero d'emergenza e scappare via dalla finestra. Forse non avrei dovuto prendere la lettera, ma è stato un qualcosa che ho fatto senza pensare, come uno strano riflesso automatico che mi ha fatto afferrare quella busta sapendo già cosa ci sarebbe stato all'interno.

Per nostra fortuna poi, dubito che la receptionist abbia prestato abbastanza attenzione a me e Steve da poterci descrivere alla polizia e dargli un'idea di chi potrebbero essere le ultime persone ad aver visto vivo l'uomo della stanza 14B.

Sollevo il capo per guardare mio fratello, che si asciuga velocemente una lacrima sfuggita al suo controllo. Tira su con il naso, poi si leva il cappellino dalla testa.

Mi guarda, ed è evidente che non sappia cosa dire, forse neanche cosa provare. Lo osservo, e riesco solo a pensare al fatto che vorrei proteggerlo da tutto questo dolore, poterlo assorbire e farlo soltanto mio per togliergli questo peso dalle spalle, ma non si può.

Quello della morte è un concetto con cui ho avuto a che fare già svariate volte nella mia vita, ma credo non riuscirò mai ad abituarmi davvero all'idea che una persona semplicemente non ci sia più.

Certo, non ho ancora dimenticato la voce di Barb, le sue lentiggini o il colore dei suoi occhi, ma so che prima o poi succederà, e non c'è nessuna cura, nessun rimedio a questo.

So che mio padre sarà sempre tale anche se non c'è più, e so già anche come si vive una vita senza di lui, ma l'idea che il mondo vada avanti mentre lui non è qui per vederlo cambiare mi provoca una sensazione di vuoto sotto i piedi, come se la Terra stesse improvvisamente girando nel senso opposto.

As Above, So Below - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora