Sedici: New York State Of Mind

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Non credo di essere mai stata tanto nervosa.

Quando il postino ha suonato al campanello, è stato come se sapessi già di cosa si trattava, ancora prima di vederlo con i miei occhi; nel momento in cui ne ho avuta la conferma però, per qualche ragione avrei tanto voluto essermi sbagliata.

Seduta sul divano di casa mia con gli occhi di mia madre, di mio fratello e del mio ragazzo puntati addosso, mi sento proprio come se il mondo stesse improvvisamente girando proprio attorno a me.

«Allora, la apri o no?» domanda Dustin impaziente, battendo il piede sul pavimento.

«Dusty! È un momento catartico per tua sorella. Lasciale il suo tempo» lo rimprovera mia madre, che però dallo sguardo non sembra proprio in totale disaccordo con lui.

Traccio con il polpastrello il logo della NYU stampato sulla carta, cercando in me il coraggio necessario per aprire questa dannata lettera.

Da quello che c'è scritto qui dentro dipende il mio intero futuro.

E sì, sono ben consapevole di essere come sempre la regina del melodramma, ma a tutti gli effetti è la verità; aspettavo questo momento da mesi, e ora che è arrivato preferirei di gran lunga restare nella mia beata ignoranza.

Sento una mano posarsi sul mio ginocchio. Steve mi guarda con quei suoi occhi scuri, cercando di infondermi un po' di coraggio.

«Qualsiasi cosa ci sia scritta lì dentro, noi siamo con te. Anche se non dovesse andare come speriamo, tu resteresti comunque tu e noi ti vorremo bene allo stesso identico modo» mi rassicura, e anche se non la sto guardando, so che mia madre sta annuendo con espressione commossa.

Annuisco, prendendo un profondo respiro. Comincio ad armeggiare per aprire la busta mentre tutti e tre osservano ogni mia minima mossa con trepidazione

Quando estraggo la lettera, posso giurare che in casa mia non si senta assolutamente volare una mosca. Tutti e quattro tratteniamo il respiro, e io temo sinceramente che il cuore possa uscirmi dal petto nell'arco dei prossimi cinque secondi.

Osservo le parole scritte sulla carta ruvida, e per un attimo mi sembrano soltanto un'accozzaglia di lettere senza senso, talmente sono nervosa. Mi schiarisco la voce.

«Gentile Eleanor Louise Henderson – chiudo gli occhi. Conto fino a tre, poi li riapro – A nome del comitato di ammissione, è nostro onore e privilegio condividere con Lei la sua ammissione alla facoltà di Leg– oh cazzo, mi hanno presa!!» esclamo, balzando in piedi mentre tutti attorno a me sono già partiti per la tangente. Mio fratello esulta a gran voce, mia madre piange lacrime di gioia e Steve mi stringe in un abbraccio, sollevandomi da terra.

«Oh mio Dio, è grandioso, Nell! Cazzo, lo sapevo!» esclama Dustin, che mi viene incontro non appena i miei piedi toccano di nuovo terra.

«Cielo, la mia bambina sarà un avvocato – piagnucola mia madre, stringendo me e Dustin con entrambe le braccia – Sono così fiera di te, Nellie. Siete tutta quanta la mia vita» afferma, continuando a piangere e sorridere nello stesso momento. Da fuori deve sembrare proprio un manicomio questa casa.

«Steven, tesoro, non penserai di sottrarti all'abbraccio! Vieni qui» aggiunge, facendogli cenno di aggiungersi a noi

Steve – a cui, nonostante non lo ammetterà mai, piace essere il nuovo cocco di mia madre, – non se lo fa ripetere, circondandoci con le sue braccia in un abbraccio di gruppo.

In questo istante, le paure e i timori di poco fa sembrano lontani anni luce, come se niente potesse rovinare questo momento perfetto. Tuttavia, un pensiero si fa spazio nella mia testa, prepotente e doloroso.

As Above, So Below - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora