Uno: Strane Congiunzioni Astrali e Conformismo Forzato

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È buffo pensare che per via di un concatenarsi di eventi che sono successi nella mia vita ora io mi trovi esattamente qui.

Cioè, non è così tanto buffo per la verità, ma davvero, vorrei capire quale sia stata la tessera del domino che cadendo ha portata me, Eleanor Louise Henderson, ad arrivare qui, nella tiepida serata di domenica 16 marzo 1986, sdraiata sui sedili posteriori della BMW di Steve Harrington mezza nuda e meno ubriaca di quanto vorrei essere.

Non so come la cosa abbia fatto la situazione a progredire così in fretta: eravamo alla festa di compleanno di Jason Carver, e dopo qualche shot di Jack Daniel's e qualche commento sui pessimi gusti musicali del padrone di casa, abbiamo deciso di farci un giro.

È il momento in cui abbiamo deciso di fare sesso che mi risulta un po' più difficile da richiamare alla memoria.

Non so neanche come sia nata la conversazione, davvero, né tantomeno quale sia stata la frase che ha scatenato tutto.

So solo che adesso siamo sdraiati su un fianco, uno accanto all'altra nel tentativo di riprendere fiato, mentre ci guardiamo senza riuscire a trattenere un sorrisetto ebete.

«Hai degli occhi davvero belli» dice Steve, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Cerco di non soffermarmi troppo sul modo in cui i suoi bicipiti si flettono e come alcune piccole ciocche di capelli gli ricadono disordinatamente sulla fronte.

Mi viene da ridere.

«Che c'è? Lo penso da sempre» si giustifica.

«Non mi sembra proprio il momento più adatto per complimentare i miei occhi» ribatto abbassando lo sguardo, facendo riferimento al fatto che in questo momento io sia seminuda sotto il suo sguardo.

Sorride, carezzando il mio braccio. Siamo praticamente appiccicati l'uno all'altro; cercare di stare sdraiati in due sui sedili posteriori di un'auto è più difficile di quanto avessi immaginato, ma non mi va di lamentarmi troppo. Averlo così vicino non è poi così male.

«Anche i tuoi sono belli» dico, passando una mano tra i suoi capelli, a cui da qualche settimana ha aggiunto qualche colpo di sole. È bastato un'elogio di circa dieci minuti ai capelli di George Michael per convincerlo a farseli: proprio non riesce a sopportare che qualcuno abbia dei capelli migliori dei suoi.

«Sono marroni» dice, guardandomi come se avessi detto un'idiozia.

«Sì, ma sono belli» rimbecco, e lui sorride, scuotendo il capo.

«Tutto questo... – incalza dopo qualche secondo di silenzio, facendo un cenno con lo sguardo ai nostri corpi avvinghiati – Non... non cambierà niente tra noi, giusto?» chiede con una nota di titubanza, ed io deglutisco: eccola, la domanda che più temevo.

Non so neanche bene come rispondergli.

Se dicessi che sì, quello che è successo tra noi cambia tutto, so già che lo farei allontanare da me. Se fosse una relazione quello che vuole, allora non si sarebbe premurato di fare questa domanda. So come opera Steve post-rottura con Nancy Wheeler: si porta a letto le ragazze, ci esce un paio di volte e poi le lascia con la scusa peggiore che gli passa per la testa. Per quanto voglia convincere me stessa che con me sarebbe diverso, in cuor mio so che le cose non stanno esattamente così.

Se dicessi di no, invece, le cose rimarrebbero fondamentalmente uguali, tranne per il fatto che, beh, non lo sarebbero affatto.

«No, certo che no» rispondo di getto, e lui annuisce.

Brava Nell, sei proprio un asso nel dire alle persone quello che provi veramente.

Il momento viene interrotto dal rumore dei fuochi d'artificio che cominciano a scoppiare, facendoci capire che ormai è mezzanotte, e come ogni anno, quel megalomane di Jason deve far sapere all'intero vicinato che è il suo giorno speciale.

As Above, So Below - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯 [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora