Le quattro mura

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Quando frequentavo la seconda superiore, ebbi dei problemi cioè mi sentivo grasso e obese, questa situazione di sentirmi grasso mi tormentava tutti i giorni. Allora, l'unica cosa che mi era rimasta era confrontarmi con me stesso, ma non trovavo una soluzione, quindi quando fu lunedì andai dalla psicologa e parlare di questo problema che mi affliggeva. La psicologa non fu molto d'aiuto mi consigliò di sentirmela se volevo veramente dimagrire o volevo dimagrire per gli altri. Non detti peso molto a queste parole e quindi incominciai a fare un tipo è sciopero della fame. saltavo la colazione, a pranzo mangiavo metà piatto e a cena molto spesso dicevo ho già mangiato ma non è vero. Questa condizione non mangiare e di saltare i pasti non mi fece bene infatti stavo cominciando ad avere problemi intestinali, così andai dal dottoressa. Dopo un lungo colloquio con la dottoressa, cedetti e raccontai tutta la verità alla dottoressa. Dopo un po' di tempo raccontai questo anche ai miei genitori, loro si arrabbiano molto con me per questo motivo, non capirono perché si sta facendo ma compresero che non sto bene. Quindi il giorno successivo parlarono con degli esperti e consigliarlo alla mia psicologa e di controllarmi di più, Perché avevo dei disturbi alimentari. Ma ma non ci riuscirono nei miei genitori né la psicologa, perché a me fammi sentire uguale agli altri era l'unica verità che avevo. Passano mesi e io stavo dimagrendo a vista d'occhio. Finché un giorno nella mia vita comparve un ragazzo di nome Pietro che ha la mia stessa età. Lui vide molto triste e infelice, Allora mi chiese cosa mi rendeva così triste ed io gli raccontai la mia storia cosa mi era successo, ecc. Lui dopo aver ascoltato la mia storia, si mise all'opera. Lui dipende tipo un terapista per me, quando ci incontravamo mi diceva tante cose per farmi stare meglio, quindi  grazie su consigli e al suo sostegno morale , mi aiutò a fare progressi e lascia perdere il dimagrimento per gli altri e pensare più a cosa piaceva a me no cosa piaceva agli altri. Quindi da quel giorno in poi incominciai a mangiare normalmente o forse più del dovuto ma l'importante era stare in pace con me stesso anche, perché poi se stai bene con te stesso, stai bene anche gli altri. Da quel giorno in poi abbandonai totalmente l'idea di voler dimagrire, perché non era ciò che volevo veramente, perché dimagrire mi serviva per sentirmi accettato dagli altri e anche per inserirmi insieme ad altre persone, perché i compagni di classe mi escludevano in tutto e quindi mi sentivo sempre solo anche, perché il mio compagno di banco era fin troppo silenzioso e se alcune volte parlavo con lui finivo a fare i monologhi e dopo che mi ha sgolato un'ora a parlare con lui dopo lui rispondeva sì o no. Quindi il sentirmi accettato era diventato un bisogno. Alla fine non dimagri però anche se non fui accettato, la cosa importante è che sto bene con me stesso.

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