"Spesso il destino fa di tutto per dirci qualcosa che non siamo pronti a sentire"
«Isobel, tesoro, puoi scendere a darmi una mano?».
Sospirai mettendo in pausa la serie tv che stavo guardando su Netflix. Indossai una lunga felpa grigia nonostante fossimo a settembre e fuori il tempo desse ancora l'impressione di essere in piena estate.
In realtà quel giorno, nonostante il caldo, il cielo era piuttosto nuvoloso e si potevano scorgere già alcune gocce di pioggia picchiettare sulla finestra della mia stanza.
Sembrava una qualsiasi giornata come le altre, la solita routine scandiva le ore di quel giorno nuvoloso.
Eppure avevo una strana sensazione addosso che non mi aveva più lasciata da quando avevo aperto gli occhi, e non sapevo ancora se classificarla in positivo o in negativo.
Sarebbe successo qualcosa oggi e odiai non sapere che cosa. Forse stavo semplicemente impazzendo.
Smettila di essere così strana Isobel, poi ti chiedi perché hai solo un'amica ei ragazzi non si avvicinano a te.
Mi passai una mano sul viso esasperata e scacciai quei pensieri dalla mia testa. Forse se avessi finto di non sentire quella sensazione, alla fine sarebbe sparita davvero. Mi convinsi che sarebbe stato così.
All'ennesima chiamata di mia madre, mi decisi finalmente a scendere le scale per raggiungerla al piano di sotto.
La trovai in cucina, seduta al tavolo di marmo bianco, intenta nel dedicarsi in quella che sembrava un'attività di bricolage.
Quando mi avvicinai per capire meglio cosa stesse facendo, rimasi senza parole e corrugai la fronte. Sicuramente un'altra strana idea che doveva aver letto su quel libro chiamato "Come superare un divorzio in dieci passi". Lo leggeva ogni sera prima di andare a dormire e non faceva che ripetere quanto si sentisse meglio seguendo i consigli scritti in quelle pagine.
Io, al contrario, credevo che le riempisse solo la testa di sciocchezze, ma almeno non la sentivo più piangere durante la notte.
I miei genitori si separarono un anno fa perciò la ferita era ancora fresca. Quando mi parlarono della decisione che avevano preso usarono le solite scuse da rifilare ai figli in questo caso, come ad esempio: "Tuo padre deve trasferirsi per lavoro, non riusciremo a sopportare la distanza", "Io e la mamma ci amiamo ancora, Isobel , ma in questo momento ci serve una pausa per riflettere", "Lo abbiamo deciso per il bene della nostra famiglia".
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Do you remember Dorian?
RomanceEro molto piccola quando conobbi Dorian Walker. Si trattava di un bambino timido e riservato, ma io fui l'unica che riuscii a farsi spazio nel suo cuore. Con il passare degli anni però, capii che Dorian non era solo un semplice bambino timido come t...