Contemplavo da ore il soffitto della mia stanza, mentre me ne stavo sdraiato sul letto, perso nei miei pensieri. Le crisi e le allucinazioni aumentavano ogni giorno di più. Isobel avrà sicuramente pensato che ieri non fossi entrato a scuola per passare la giornata con qualche ragazza, ma la verità era un'altra. Riuscii a resistere in classe a malapena venti minuti, poi fui costretto a tornarmene a casa perchè la mia testa aveva deciso di non collaborare e non potevo farmi vedere in quello stato da nessuno. Passai l'intera giornata scosso dai tremori, a torturarmi la pelle con le unghie per cercare di fermare le voci nella mia testa. Ma ovviamente non ci riuscivo mai, decidevano loro quando arrivare e quando andarsene.
Forse il mio fiorellino aveva ragione, non avrei dovuto interrompere di punto in bianco con le pasticche. Ma cazzo, quella merda mi anestetizzava completamente. Ogni volta che le assumevo prendevo le sembianze di un vegetale. A quei pezzi di merda di psichiatri non interessava curarmi, a loro importava solamente di imbottirmi di farmaci che non mi facessero sentire più niente. Tutto questo solo per tenermi a bada.
Vaffanculo.
Tra l'altro, Isobel stava tirando un pò troppo la corda con quel coglione di Cody, e ormai mancava meno di un'ora al loro fatidico appuntamento. Mi sentii sempre più vicino a perdere la pazienza, tuttavia imposi a me stesso di lasciarla fare ancora. Qualcosa mi diceva che sta volta sarebbe stato lui a rovinare tutto, e quando succederà, Isobel non potrà dare di nuovo la colpa a me.
Ho cercato sempre di proteggerla fin da bambini, ho cercato in tutti i modi di impedirle di soffrire e cosa ho ricevuto? Soltanto il suo disprezzo. Ero consapevole che probabilmente i miei metodi fossero sbagliati, ma era più forte di me. Ogni volta che qualcuno tentava di farle del male, io non riuscivo a controllarmi. Preferivo farmi odiare da lei, ma presto si sarebbe resa conto che non ero io il cattivo della storia. E quando quel momento arriverà, tornerà da me, di questo ne ho la certezza. Perciò non mi restava che attendere, e nel frattempo avrei continuato a provocarla in ogni modo possibile. Mi divertito troppo a vederla arrossire e mi divertivo ancora di più quando cercava di fare la dura con scarsi risultati.
Sospirai sollevato quando sentii il silenzio provenire dalla stanza di Isobel. Aveva passato le ultime due ore al telefono con la sua amichetta stramba e, dato che aveva inserito il vivavoce, ero riuscito a sentire tutta la loro conversazione. In particolare incentrata su consigli di vestiti, trucco, scarpe e commenti osceni, che solo a ripensarci mi chiesi come avessi fatto a non irrompere prima nella sua camera per zittirla.
Comunque, doveva aver finalmente chiuso la chiamata, quindi lo presi come segnale per entrare in scena. Mi alzai dal letto e mi diressi a passo spedito verso la sua camera.
Quando entrai, senza bussare ovviamente, la trovai attorcigliata su sè stessa con le braccia dietro la schiena, mentre tentava di chiudere la zip del vestito.
«Oddio Dorian, ma tu non bussi mai?» disse, guardando la mia figura attraverso lo specchio di fronte a lei.
«Ho pensato che avessi bisogno di una mano, e in effetti avevo ragione».
Mi presi un momento per osservarla. Stavo letteralmente per mandare a fanculo i miei buoni propositi perchè cazzo, era uno spettacolo. La gelosia prese il sopravvento al pensiero che si fosse acchittata in quel modo per un altro ragazzo che non fossi io.
Indossava un vestito di seta rosso, la parte di sopra aveva la forma di un bikini con solo due spalline sottilissime, mentre la gonna le fasciava tutte le forme nel modo più sexy che avessi mai visto. E dato che sulla schiena il vestito fosse ancora slacciato, potei capire all'istante che non portava nessun reggiseno. La sua schiena era completamente nuda e sentii le dita formicolare a quella consapevolezza. Per non parlare dei lunghi capelli castani che le ricadevano mossi lungo il corpo, conferendole l'aspetto di una leonessa. E quel trucco così semplice, ma allo stesso tempo provocante, mi stava facendo impazzire.
Non mi accorsi neanche che si fosse girata per guardarmi in faccia e dalle gote che le diventarono bordeaux, dedussi che si fosse accorta del mio sguardo bramoso sul suo corpo. Non resistevo più, dovevo avvicinarmi e toccarla.
«Ce la faccio anche da sola», la sua voce affilata come un coltello mi riportò alla realtà.
Isobel mi odiava e non aveva messo quel vestito per impressionare me, ma per fare colpo su Cody. Non avevo nessun diritto di toccarla, almeno non finchè me lo avesse chiesto lei stessa.
Ce la puoi fare Dorian, devi solo aiutarla ad allacciare quel maledetto vestito e andartene da qui prima che sia troppo tardi.
«Non ti salterò addosso, se è questo che ti spaventa. Voglio solo aiutarti a chiudere la zip e poi ti lascerò stare» usai il tono più convincente che mi riuscisse.
Sorprendentemente, lei acconsentì e mi voltò le spalle, girandosi di nuovo verso lo specchio. con riluttanza si tirò su i capelli con una mano per lasciarmi libero di procedere, e io non me lo feci ripetere due volte.
Mi avvicinai lentamente a lei, cercando di mantenere la concentrazione. Cazzo, non pensavo che chiudere una semplice zip si sarebbe rivelato così difficile.
Non appena le mie dita sfiorarono la sua schiena, la pelle le se riempì di brividi e notai che stava trattenendo il respiro. Rimasi compiaciuto per la reazione del suo corpo a contatto con il mio, e poi finalmente le chiusi il vestito, ma non mi allontanai subito come avrei dovuto.
Al contrario, accostai ancora di più il mio corpo contro il suo. Posai una mano sulla sua pancia per sentirla più vicina e la seta si accartocciò sotto la mia stretta sofferente. Non avrei dovuto proporre di aiutarla perchè ora la mia parte razionale mi stava abbandonando e divenne sempre più difficile non cadere nella tentazione di toccarla ovunque.
«Dorian...», il mio nome sulle sue labbra doveva essere un avvertimento, ma le uscì quasi come un invito a continuare.
«Fiorellino c'è un problema, non credo di riuscire più a toglierti le mani di dosso ora» ammisi con il respiro pesante. Chiuse gli occhi mentre il petto le se alzava e abbassava ad un ritmo sempre più veloce. Tutta quella situazione mi stava mandando al manicomio e non osai immaginare come avrebbe reagito se l'avessi toccata sul serio come volevo io.
L'atmosfera carica di tensione si spezzò nel momento in cui il suo cellulare iniziò a suonare. Si allontanò da me come scottata e rispose alla chiamata con le mani che le tremavano ancora.
«Devo andare» disse non appena terminò la telefonata, con quello che dedussi essere il suo cavaliere.
Mi avvicinai un'ultima volta, ma solo per abbassarle la gonna del vestito che era salita troppo per i miei gusti, «Cerca almeno di non farla alzare, se non vuoi ritrovarti con quel bel culo all'aria» le intimai, continuando a tenere la stoffa tra le mie dita.
«Magari ci penserà Cody ad alzarla definitivamente» mi provocò con il sorrisetto da stronza che era. Si divertiva proprio a farmi incazzare. Non mi diede neanche il tempo di ribattere che sparì oltre la porta, lasciandomi solo a ribollire di gelosia.
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Do you remember Dorian?
RomanceEro molto piccola quando conobbi Dorian Walker. Si trattava di un bambino timido e riservato, ma io fui l'unica che riuscii a farsi spazio nel suo cuore. Con il passare degli anni però, capii che Dorian non era solo un semplice bambino timido come t...