Ero molto piccola quando conobbi Dorian Walker. Si trattava di un bambino timido e riservato, ma io fui l'unica che riuscii a farsi spazio nel suo cuore.
Con il passare degli anni però, capii che Dorian non era solo un semplice bambino timido come t...
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Isobel: 13 anni Dorian: 15 anni
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Il 31 ottobre era il mio giorno preferito in assoluto, ma non perchè ci fosse la festa di Halloween. Ma perchè in quel giorno era nato il mio piccolo fiorellino, Isobel. Amavo questo giorno solo per il fatto che fosse il suo compleanno, mentre odiavo con tutto me stesso il mio. Avrebbe compiuto tredici anni.
Di solito festeggiavamo sempre e solo noi due, insieme ai nostri genitori, ma da poco Isobel aveva fatto amicizia con una bambina di nome Grace. Quindi sapevo quanto ci tenesse che venisse anche lei alla sua festa, e per questo decisi di andare a ricordarle l'orario e il luogo, per assicurarmi che non mancasse e che il mio fiorellino non soffrisse.
Vagai per qualche minuto per i corridoi della scuola, finchè finalmente non la trovai appoggiata contro gli armadietti a parlare con un'altra ragazza che non conoscevo. Mi avvicinai per andare a parlarle, ma una frase che disse Grace in quel momento mi fece arrestare all'istante, e mi appostai vicino a loro per non farmi vedere e per origliare il loro discorso.
«Si, ho intenzione di andare al compleanno di quella stupida ragazzina, ma solo perchè voglio che continui a farmi copiare durante i compiti di matematica. A dire il vero, mi fa davvero pena poverina. Però devo soltanto prendere un otto alla prossima verifica per recuperare, e poi potrò tornare a fare finta che non esista», le due iniziarono a ridere per le parole crudeli appena pronunciate da Grace e poi si batterono il cinque, come se quello che avesse appena detto fosse qualcosa di cui andare fiere.
Sentii una rabbia insostenibile ammontare dentro di me e strinsi forte i pugni per non cedere alla tentazione di andare lì a strangolarla per quello che aveva intenzione di fare. Era una ragazza, non potevo metterle le mani addosso, ma questo non m'impedì di andare lì a minacciarla di stare il più lontana possibile da Isobel. Non tolleravo che il mio fiorellino venisse presa in giro in questo modo, e infatti così feci.
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Mia madre e Colin passarono tutta la mattina ad addobbare la casa per la mia festa di compleanno, era tutto decorato sui toni del rosa e del bianco, proprio come piaceva a me. Dalla cassa che avevano sistemato nel salone continuavano a risuonare le mie canzoni preferite e tutti cercavano di invogliarmi a ballare e a divertirmi. Ma io non mi stavo divertendo affatto.
Amavo festeggiare il giorno in cui ero nata e mi ero rassegnata da tempo a doverlo passare in compagnia soltanto di Dorian e dei nostri genitori, ma questa volta era diverso.
Passarono ore e l'unica amica che fossi riuscita a farmi non si era ancora presentata. Continuai a sperare con tutta me stessa che prima o poi sarebbe apparsa. Guardavo verso la porta ogni due minuti, ma non accadeva nulla. Possibile che si fosse dimenticata?
«Isobel, amore, che ne dici di passare alla torta e spegnere le candeline?» mi domandò mia madre con tono dolce, ma vedevo nei suoi occhi quanto fosse preoccupata per me.
«Si, Miranda ti ha fatto la torta al cioccolato, la tua preferita» l'assecondò Colin per poi farmi una carezza sul viso. Mi scostai da quel tocco nervosa, non volevo stare a sentire nessuno di loro.
«No, aspettiamo ancora. Sono sicura che Grace arriverà e non voglio che ci rimanga male quando vedrà che ho fatto la torta senza di lei» m'impuntai testarda e incrociai le braccia al petto per sottolineare ancora di più il fatto che non avevo alcuna intenzione di cambiare idea.
A quel punto Dorian sbuffò sonoramente. Mi girai di scatto verso di lui e lo fulminai con gli occhi. Se c'era qualcuno che doveva mostrarsi scocciato, quella ero io e nessun altro. Se ne stava appoggiato contro il muro a fissarmi impassibile, ma qualcosa mi diceva che lui c'entrasse in qualche modo con questa storia.
«Lei non verrà» pronunciò queste tre parole come se niente fosse e i miei dubbi trovarono conferma. Mi alzai dalla sedia e mi posizionai di fronte a lui per guardarlo dritto negli occhi, mentre sentivo già la rabbia crescere dentro di me.
«Spiegati meglio» dissi a denti stretti.
«Fiorellino ascoltami, non volevo dirtelo per non farti soffrire ancora di più, ma Grace non voleva essere davvero tua amica. Si era avvicinata a te solo per farsi passare i compiti di matematica» rispose stringendo i capelli tra le mani, segno che fosse nervoso.
«No, non è vero, non ti credo», cercò di poggiarmi le mani sulle spalle ma io mi spostai in tempo per non permettergli di toccarmi.
«Isobel...».
«No! Basta non ti voglio sentire. Scommetto che l'hai spaventata apposta per farla allontanare e poi ti sei inventato tutto. Fai sempre così, non mi permetti di farmi altri amici oltre a te» lo interruppi furiosa.
«La verità è che pensi che io sia di tua proprietà e fai di tutto per controllare la mia vita! Io non ce la faccio più, non ti sopporto più Dorian!» gli urlai contro con la voce tremante e le lacrime agli occhi.
Ormai ero esplosa e mi sentivo delusa: delusa da Grace, delusa da Dorian che mi aveva rovinato il compleanno, ma soprattutto delusa da me stessa perchè non riuscii a sostenere il suo sguardo dispiaciuto e sofferente. Così, ignorai mia madre e Colin che mi chiamavano, e scappai in camera mia dove passai il resto della giornata a piangere.
Dorian sapeva essere la mia ancora di salvezza, ma allo stesso tempo era colui che mi faceva affondare senza darmi la forza di tornare in superficie.