Capitolo 7

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«Semplicemente, con te, sento»

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«Semplicemente, con te, sento».

Le parole che Dorian mi aveva rivolto quella mattina continuavano a rimbombare nella mia testa, e più ci pensavo più mi sentivo confusa. Lì sul momento non seppi proprio come rispondere, mi aveva completamente presa contro piede.

Non mi sarei mai aspettata una risposta del genere e così, non sapendo cosa fare, avevo pensato di invitarlo alla festa di Blake Davis, quella di cui mi parlò Clara qualche giorno fa.

Dorian, contrariamente a ciò che pensavo, accettò contento la proposta. All'inizio fui felice anche io perchè probabilmente significava che stavamo riuscendo a ricucire un rapporto sano, se non fosse per il fatto che avevo commesso un enorme sbaglio poco dopo.

Quello stesso pomeriggio mi aveva chiamata Cody per chiedermi se mi andasse di andare alla festa insieme a lui e si era anche proposto di passare a prendermi, per farsi perdonare per l'incidente al campo di football. Ed io, nonostante fossi ancora amareggiata per il suo comportamento, accettai senza pensarci due volte. Infondo non stavamo insieme, aveva iniziato ad accorgersi di me da poco tempo quindi non potevo pretendere che avesse cancellato del tutto Susan dalla sua testa.

Tuttavia, finita l'euforia del momento, mi resi conto che forse Dorian non l'avrebbe presa bene. Anzi, meglio togliere il forse, non l'avrebbe presa per niente bene, ma ormai il danno era fatto e non me la sentivo di perdere un'opportunità come questa con il ragazzo che mi piaceva. Non dimentichiamo poi che Dorian aveva baciato un'altra ragazza davanti i miei occhi, quindi non aveva motivi per ingelosirsi o altro.

E così, me ne stavo seduta sul bordo del letto persa nei miei pensieri e preoccupazioni, invece di prepararmi per l'imminente serata.

Improvvisamente la porta della mia camera venne spalancata ed entrò Clara, in tutta la sua delicatezza da elefante inferocito.

«Isobel Mills! Si può sapere che cosa ci fai ancora in tuta? Abbiamo una festa tra poco, in caso tu lo avessi rimosso dalla tua testolina vuota» esordì mettendo le mani sui fianchi e per poco non scoppiai a riderle in faccia, ma non volevo farla arrabbiare ancora di più, poteva diventare pericolosa quanto mia madre con una ciabatta in mano.

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