Isobel: 12 anni
Dorian: 14 anniOggi, tredici febbraio, era il compleanno di Dorian e avrebbe compiuto quattordici anni. Qualsiasi bambino o ragazzino della nostra età attendeva il giorno del proprio compleanno con impazienza e gioia, me compresa.
Tuttavia per Dorian non era mai stato così, al contrario sembrava che odiasse il giorno in cui fosse nato. Non voleva mai festeggiarlo, nè con una festa in grande nè con qualcosa di più intimo, e inoltre avevo notato come spesso storceva la bocca quando qualcuno gli faceva gli auguri.
Ormai conoscevo bene Dorian e conoscevo la sua particolarità, la sua timidezza e la sua riservatezza. Ma ero abbastanza sicura che il suo comportamento non fosse dovuto al suo essere così tanto introverso. Erano anni che sospettavo fosse accaduto qualcosa di tragico nel giorno del suo compleanno, ma evitavo puntualmente di fare domande per non turbarlo maggiormente.
Nonostante sapessero i sentimenti di Dorian nei confronti di questa giornata, mia madre e suo padre insistettero per organizzare una festa a sua insaputa. Mandarono inviti ai genitori dei nostri compagni di scuola e sistemarono il soggiorno con palloncini, cibo e bevande, decorazioni e quant'altro.
Come immaginavo, Dorian non fu affatto contento quando vide la casa addobbata, una volta rientrato. Ma non disse nulla, immagino per non ferire i sentimenti dei nostri genitori che si erano impegnati a fare tutto questo per lui.
Nessuno si presentò al suo compleanno quel giorno, ma Dorian era consapevole che sarebbe successo, quindi non mostrò segni di delusione o rabbia. Se ne stava seduto al tavolo davanti alla torta che gli aveva cucinato mia madre e fissava le candeline spente con occhi vuoti.
Cercai tutto il pomeriggio di farlo sorridere o farlo un minimo divertire. Non ci erano mai servite cinquanta persone per farlo, bastavamo sempre e solo noi due. Ma sapevo che stavolta sarebbe stato diverso, odiava dover fingere che tutto ciò gli facesse piacere.
«Ora che questa pagliacciata si è conclusa posso andarmene?» disse con voce tombale, alzando gli occhi dalla torta per guardare Colin e Miranda di fronte a lui.
Entrambi sorridevano, ma si capiva benissimo che erano sorrisi forzati, carichi di tensione e di delusione.
«Non vuoi assaggiare neanche una fetta di torta, tesoro?» gli chiese mia madre con tono speranzoso.
«No, posso farne a meno» rispose Dorian, ancora più scontroso di prima.
Subito dopo si alzò e fece per salire in camera sua, ma suo padre lo bloccò afferrandogli il braccio, prima che riuscisse anche solo a fare un altro passo.
«Miranda e io ci siamo impegnati molto per organizzarti questa festa, ho lasciato passare la tua espressione strafottente per tutto il giorno, ma ora basta. Porta rispetto a Miranda che ha preparato questa torta solo per te e mangiane una fetta, adesso» gli disse quasi ringhiando.
Sia io che mia madre diventammo di sasso, a causa dalla possibile reazione che si sarebbe potuta scatenare da parte di entrambi.
«Lasciami stare» ribattè Dorian guardandolo con sfida, per poi strattonare via il braccio dalla sua presa.
Detto questo corse al piano di sopra e, mentre mia madre discuteva con Colin dicendogli di lasciarlo stare e che non fosse successo nulla di male, io gli andai dietro e lo raggiunsi nella sua stanza.
Lo trovai nella stessa posizione in cui si metteva sempre fin da piccolo quando si trovava in difficoltà, ovvero seduto ai piedi del letto con le gambe piegate e la testa nascosta tra le ginocchia.
Mi sedetti accanto a lui e senza dire una parola appoggiai semplicemente la testa sulla sua spalla. A volte le parole non servivano a nulla, l'importante era che sentisse la mia vicinanza.
Dopo qualche minuto passato in silenzio e nella stessa posizione, mi passò un'idea per la testa. Mi alzai e mi avvicinai alla radio che mia madre mi comprò qualche gorno fa, dopo di che la accesi e iniziai a cercare una stazione che mandasse buona musica.
«Che cosa stai facendo?» domandò Dorian, che aveva finalmente alzato la testa.
Mi fermai quando sentii una canzone che mi piaceva e lessi il titolo.
«Goo goo dolls-Iris, la conosci?» risposi alla sua domanda con un'altra domanda.
Scosse la testa e a quel punto mi avvicinai a lui e gli tesi una mano per invitarlo ad alzarsi.
«Balliamo».
«Che cosa?» mi guardò confuso e sorpreso allo stesso tempo.
«Hai capito bene e non te lo sto chiedendo, Dorian».
Lo tirai per la mano così da farlo avvicinare di più a me, e a quel punto gli misi le braccia intorno al collo e lo abbracciai, dondolando leggermente. Intanto le parole e le note della canzone risuonarono per tutta la stanza.
"And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now".Dopo qualche secondo rilassò finalmente i muscoli rigidi e poggiò con delicatezza le sue mani sui miei fianchi, cercando di tenere il ritmo.
"And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
And sooner or later, it's over
I just don't wanna miss you tonight".Mi scappò una risata vedendo quanto fosse impacciato nel seguire i miei passi e, nonostante non lo stessi guardando in faccia, riuscii comunque a percepire il sorriso che gli spuntò sulle labbra.
"And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am".La canzone finii, ma nessuno dei due accennò a staccarsi. Continuammo a rimanere abbracciati per minuti che sembravano ore. Chiusi gli occhi e mi concentrai solo sul suo respiro caldo che si infrangeva sui miei capelli e sul battito accelerato del suo cuore.
«Ti senti meglio?» gli domandai dolcemente e alzai la testa per poterlo guardare negli occhi.
«Adesso si, però tienimi stretto ancora per un pò fiorellino», sospirò nel dire queste parole e mi fece poggiare nuovamente la testa contro il suo petto.
Tutto il tempo che vuoi Dorian.
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Do you remember Dorian?
RomanceEro molto piccola quando conobbi Dorian Walker. Si trattava di un bambino timido e riservato, ma io fui l'unica che riuscii a farsi spazio nel suo cuore. Con il passare degli anni però, capii che Dorian non era solo un semplice bambino timido come t...