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David stava entrando in ospedale con il bambino tenuto per mano. Regina lo raggiunse di corsa.

«Alla buon'ora» sorrise e poi accarezzò la testa di Henry. «Come stai piccolo?»

«Come se i moduli da compilare e il traffico non esistessero, eh?» disse il poliziotto sorridendo. Henry la abbracciò di slancio.

«Sto bene, dov'è la mamma?» chiese con la voce angosciata e la paura ancora negli occhi. Regina lo tenne stretto.

«La tua mamma sta bene, deve solo riposare un po'. È in quella stanza in fondo al corridoio verde, vai da lei ma fai piano. Io parlo con David.»

Henry corse subito lungo il corridoio, le vecchie scarpe da ginnastica che scricchiolavano sul pavimento.

David la guardò negli occhi.

«Sei stata qui tutto il tempo?»

«Mi hai cacciata o sbaglio? Dove avrei dovuto essere?»

«Pensavo fossi andata a casa a preparare le carte...»

«Lo farò dopo che l'avrai interrogata, è in arresto?»

David alzò le sopracciglia.

«Chi, la madre del bambino? Perché dovrei arrestarla?»

Regina si strinse nelle spalle.

«Non so cosa quel Rogers ti abbia detto, l'hai arrestato?»

«Ah, non ha detto niente. Sono furbi, lui e Hermann, ma li sbatteremo in prigione per un bel pezzo, che parlino o meno. Sono già in cella per rapimento e maltrattamento di minore.»

Le sfuggì un sorriso feroce.

«Ho in mente un altro paio di capi d'accusa. Per ora puoi farle solo qualche domanda? Il resto può aspettare finché non sarà dimessa?»

David sospirò, le mani sui fianchi.

«Che farmaci le hanno dato?»

«Antidolorifici, non so quali esattamente ma è intontita.»

David annuì.

«Allora meglio che non faccia dichiarazioni, potrebbe essere inattendibile al momento. Aspetterò che sia dimessa, tanto Rogers e Hermann li tengo in cella io.»

«Grazie.» Lo abbracciò, rassicurata dalla solida familiarità delle sue braccia. «Sapevo che mi avresti aiutata, ti devo un favore enorme.»

David le diede una stretta.

«Non mi devi niente, sei tu che hai aiutato me a mettere dentro due figli di puttana.»

«Spero che tu non abbia parlato così davanti al bambino.» sorrise, lui le diede un pizzicotto sul fianco e lei si ritrasse ridendo. «Ti lascio tornare a casa.»

David le sorrise.

«Chiamami se ti serve qualcosa. E riposati, avremo da fare per un bel po'.»

«Va tutto bene?»

Emma stava parlando con Henry, ma si girarono entrambi quando lei entrò e le sorrisero. Erano abbracciati nel letto.

«Sì, non... non c'è il tuo amico poliziotto?» chiese Emma, un po' confusa. Forse era stata un'allucinazione, ma aveva capito che ci sarebbe stato un interrogatorio.

«Ha detto che possiamo rimandare a quando starai meglio» sorrise Regina. «L'infermiera ha detto che puoi essere dimessa, basta che non rimani da sola.»

Emma aggrottò la fronte.

«Davvero? A me aveva detto che sarei dovuta restare per un paio di giorni...»

La strada verso casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora