-Capitolo 8-

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Vengo svegliata dal mio sonno corto e travagliato da un tocco caldo e gentile. Qualcuno mi sta chiamando.
"Y/n... Svegliati... Y/nniiie... Su daiiii"
"Ha-eun..?" chiedo interrogativa aprendo piano gli occhi.
"Si Y/n, sono ioo" trilla tutta allegra la mia amica.
"Su svegliati per bene e alzati. Qui siamo quasi tutti svegli restano Bin e Jeongin da svegliare ma ci sta pensando Chan".
Io annuisco lentamente. Mi metto seduta e rassetto vestiti e capelli. Spero vivamente di riuscire a farli sembrare ordinati.
"RAGAZZI ABBIAMO RUBATO LA COLAZIONE" esclama sussurrando Hyunjin, venendo verso di noi con Minho al seguito. Entrambi reggono delle scatole, sembrano piuttosto pesanti. Mi ricredo subito: quando le aprono, dentro c'è solo qualche fetta di pane e due borracce d'acqua. Meglio di niente però.
Bin e Jeonjin ci raggiungono seguiti da un Chan stanco. Sembra non abbia chiuso occhio. Magari è davvero così.
"Hyun e Minho, se vi hanno scoperto è un casino, spero non vi abbiano ripreso o scoperto un alcun modo. Detto questo vi ringrazio per averci procurato del cibo" dice proprio Chan rimproverandoli un po', ma sorridendo caldamente.
Decidiamo che una borraccia andrà a me e Ha-eun, e l'altra a loro. Probabilmente lo hanno fatto perché pensano che ci sentiremmo schifate se dovessimo bere tutti dalla stessa, così cerchiamo di ribattere, ma non ne vogliono sapere.
Beh okay, noi ci abbiamo provato. Sempre stay pazze restiamo. Ma vabbè, è andata così.
Consumiamo il pasto in silenzio. Il giorno prima avevamo stilato un piano. Non era perfettissimo, però almeno esisteva. Finito di mangiare lo mettiamo in pratica: dovevamo andare all'uscita questa volta. Avevo visto la mappa solo di sfuggita, ma riuscivo a ricordarmi perfettamente la collocazione di ogni stanza.
Sgattaioliamo fuori dal magazzino piano, di soppiatto, ognuno con almeno un'arma in mano. A me è capitata una pistola, banale in confronto al mitra di Ha-eun o agli esplosivi che regge Changbin, ottenuti solo in seguito ai suoi capricci e a un Chan che si sentiva responsabile e aveva paura che, non sapendo come usarli si sarebbe fatto male. Alla fine il leader ha ceduto e Changbin si era tenuto il suo tesoro. E come nelle storie della Disney "vissero tutti felici e contenti".
Sarebbe bello dirlo.
Ma non posso.
Darei false speranze sia a me, che ai miei compagni di sventura.
E non è quello che intendo fare.
Attraversiamo cauti uno, due, tre corridoi. Ad un certo punto mi si para davanti un omone tutto muscoli, fortunatamente non armato. Nessuno reagisce, sono tutti immobili quindi prendo l'iniziativa, giusto per non farci finire male.
Gli ho puntato velocemente la pistola carica al petto sibilando un "se ti muovi o gridi sei morto". Non mi sento nervosa, affatto: mi sento a mio agio con l'arma in mano, che paradossalmente mi fa sentire sicura. Non un respiro affannoso.
Nessun tremolio alle mani o alle gambe.
Occhi sicuri e fermi sull'obiettivo.
Non ho idea di dove io abbia trovato tutto questo coraggio; mi sento come una di quelle ragazze che nei film guidano le gang. Si vede che le situazioni di pericolo fanno uscire una nuova me.
Jeonjin si è mezzo-traumatizzato per il mio improvviso cambio di comportamento: lo vedo, con la coda dell'occhio, indietreggiare fino a finire dietro le spalle del ragazzo più vicino, ovvero Jisung, che a sua volta volta si è stretto un po' di più a Minho vicino a lui.
Beh, devo dire che ho una buona vista periferica.
La mia attenzione torna tutta sull'ammasso muscoloso di fronte a me, che non si è né mosso, né ha osato pronunciare verbo. Le mie minacce funzionano. Riesco a essere intimidatoria quando voglio, anche se lo scopro solo ora.
Quanto vorrei andare ora da mio padre con questa pistola in mano e fargli vedere quanto facilmente potrei finirlo... Lo avrei in pugno.
Y/n concentrati, quella sottospecie di umano palestratissimo che hai davanti potrebbe prenderti l'arma. Mi rendo conto che, nonostante avesse avuto più occasioni distrazione da parte mia, non si fosse mosso. Come si dice, tutto muscoli niente cervello.
Una strana idea prende possesso della mia mente.
La azzardo: "noi qui... In questo edificio abbiamo messo delle bombe. Se tu odierai muoverti o fiatare anche quando ce ne saremo andati, scoppieranno perché... Perché sono.... Bombe a sensori!". Devo essere sembrata matta, mi stanno guardando tutti in modo confuso, tranne l'uomo davanti a me, che, ripresosi dallo shock iniziale annuisce lentamente.
" Siediti su quella sedia" gli impongo. Lui, docile, si piega ai miei ordini, la sua paura è tangibile. Mi viene quasi da ridere ma per il bene mio, della mia amica, ma soprattutto degli stray kids, mi trattengo. Non devo ridere.
Raggiro l'uomo seduto con circospezione, facendo poi cenno agli altri di seguirmi. Corriamo per svariati corridoi finché non giunge alle nostre orecchie un rumore agghiacciante: la sirena che usano quando scappano i prigionieri.
"Correte" dico solo, correndo a mia volta più veloce che posso. Sopraggiungono quasi immediatamente degli uomini, armati questa volta (ma meno muscolosi), che non esitano a fare fuoco. Non credo stiano mirando a qualcuno di preciso, solo chi capita, capita.
Una pallottola mi colpisce il braccio di striscio facendo zampillare il sangue rosso scuro, in notevole contrasto con la mia carnagione chiara.
Non si capisce più nulla: questo luogo è ormai un miscuglio di persone che tentano la fuga e armi e pallottole. Suoni indistinti giungono alle mie orecchie: le urla di terrore dei miei compagni, quelle degli uomini che ci dicono di arrenderci, il rumore delle scarpe che pestano pesantemente il pavimento cercando di andare sempre più veloci, gli spari e le sirene che non hanno smesso di suonare neanche all'arrivo di più rinforzi.
In questo caos ci sono io. Come ho fatto a finire in un caos del genere?! Va bene che non avevo mai avuto una vita tranquilla nell'esatto senso della parola, però dal rubare i gelati ad arrivare a delle persone che stanno concretamente cercando di ucciderti si capisce che c'è un po' di differenza.
Vedo la porta. Non è particolarmente grande o alta e più che una porta per la salvezza, per il paradiso, sembra più una porta per l'inferno dato il suo colore rosso acceso.
Si erge fiera, distante solo qualche metro.
Quasi la vedo illuminarsi ma dev'essere stata per forza suggestione, le porte non si illuminano.
Manca poco.
Manca poco e saremo fuori.
Manca poco e potrò tornare alla mia vita di prima.
Manca poco e tornerò a mangiare quintali di cioccolato guardando una commedia scadente con Ha-eun.
Manca poco e-
Bum.
Come non detto
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HEYLA
OGGI MI È ARRIVATO L'ALBUM 5 STARS DEGLI SKZ DKKSHSKDHDKSJSJD
*FANGIRLANDO
cmq
Come va?
Ho sentito che dopo la performance al Coachella molte persone hanno cominciato a criticare Jisoo, delle Blackpink. Volevo semplicemente dire che non trovo giusto che al minimo errore tutti si rivoltino contro la stessa persona che pochi secondi prima magari adoravano. Ma detto questo non voglio aggiungere altro, non voglio appesantirvi, sono sicura che la storia lo stia già facendo~
Pov: quando aggiorni sempre ad orari normali- *COFF COFF * Stavo dicendo?
Assicuratevi di mangiare e bere adeguatamente mi raccomando!
Take care and enjoy the reading~😊😊

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