-Capitolo 21-

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Siamo arrivati a casa. Io mi sono immediatamente chiusa nella mia camera. Vorrei dire di essere passata sopra al funerale e all'enorme vuoto che mi stava riempiendo, ma la verità è che ho pianto. Tanto. Sono stata sopraffatta ancora una volta dai sentimenti negativi che la vita mi obbligava a sopportare.
Perché non potevo essere felice come chiunque altro?
Perché tutti quelli che mi aiutavano venivano poi irrimediabilmente risucchiati nel casino che sono?
Perché devono farsi trascinare giù con me?
Ricordo di aver cercato cosa vuol dire condoglianze, quando ero piccola ed era morta la mamma: avevo scoperto che vuole dire "condividere il dolore". E che non si dice quando le persone sono felici, perché, almeno in teoria, non dovrebbero star provando dolore. Ma non è sempre vero. Il dolore c'é sempre, anche se è una quantità minuscola, non sufficiente a farci stare male. Il dolore è qualcosa di difficile da comprendere ed interpretare, e ha sfumature diverse da persona a persona. Il dolore non è assolutamente paragonabile ad un altro, ognuno ha il proprio, con cui deve costantemente convivere, quindi, quello degli altri non riesce a figurarlo. Chi ha avuto esperienze simili può capire forse un pochino meglio ciò che il coetaneo sta passando, però sono ugualmente diversi tipi di emozioni, perché i ricordi creati con la persona, l'animale o la cosa cara, sono qualcosa di profondo e hanno radici diverse tra loro. 
Alla morte di una sorella, ad esempio, madre e figlia non sopportano lo stesso dolore, come la gente dice, tendendo a generalizzare la cosa. Dicono tutti "Povere, saranno distrutte". E magari lo sono, sì, ma in modo diverso. La madre ha perso una figlia che aveva partorito e cresciuto, l'altra figlia ha perso una ragazza più grande o più piccola di lei con cui giocava, parlava. La sua confidente, la persona a cui dire tutto, con la sicurezza che non lo avrebbe mai detto a nessuno. Di conseguenza il lutto viene elaborato e attraversato differentemente, dalle due parti.
Come me e mio padre.
Dopo la morte di mia madre, io mi sono chiusa in camera, uscendone solo quando Bessy, la mia cameriera e domestica preferita, mi portava in cucina per mangiare qualcosa con lei e per consolarmi. Ha-eun mi chiamava, parlavamo, ma eravamo entrambe piccole, non sapevamo sempre cosa fare per stare meglio. Mio padre invece é andato nel suo studio uscendo occasionalmente per prendere qualche bottiglia di whiskey, precisamente il Jack Daniel, il suo preferito, ignorandomi completamente. All'epoca pensavo fosse colpa mia, perché non lo aiutavo abbastanza. Ero una bambina non che si possa pretendere molto.  
Negli anni ho capito, anche grazie alla mia amica, che non lo era. Non era affatto mia la colpa. Lui sarebbe dovuto rimanere con me e avrebbe dovuto prendersi cura di me. E invece era sparito dalla mia vita tornando un anno dopo e chiedendomi "Ti piacerebbe ereditare la mia azienda?". Io avevo sviluppato le mie passioni, sapevo già cosa volevo fare e se lui fosse stato presente lo avrebbe saputo. Questo gli ho detto con rancore e odio. Lui non è un padre. Lui è un mostro. Non si era accontentato di picchiare me quel giorno. Aveva picchiato anche Bessy e Ha-eun, che, a detta sua, mi aveva incoraggiato a mantenere un sogno così futile e stupido. Io non l'ho perdonato. E non ho intenzione di farlo in nessun possibile futuro. Non doveva toccare la mia amica. Da quel giorno l'ho evitato semplicemente il più possibile, fino al marzo di quest'anno dove sono riuscita a trasferirmi. Ho bloccato il suo profilo Whatsapp e qualsiasi mezzo di comunicazione che avrebbe potuto usare per contattarmi. E mi sono creata la mia vita, che è decisamente migliorata.
Fino ad adesso almeno.
Fino al momento in cui ho visto sangue scorrere dalla testa della mia migliore amica.
Al solo ricordo di Ha-eun gli occhi pizzicato, come le guance ormai arrossate. Per lo sfregamento eccessivo si è formata una crosticina vicino all'occhio destro: cercavo di spazzare via la tristezza e la sensazione di essere rimasta sola, insieme alle lacrime.
Sono seduta in un angolo della mia nuova camera che, se prima mi era sembrata libera e piena di vita, adesso si adatta al mio umore, come la fragorosa pioggia che batte insistente sul tetto, come ad implorarmi di lasciarla entrare, neanche fosse rimasta sola anche lei. È tutto buio. Non mi sono disturbata di alzarmi per accendere la luce, neppure mi interessa. Io non capisco più cosa provo per la seconda volta nei miei 17 anni di vita: voglio stare da sola, ma nella mia solitudine sto affogando. Sto in silenzio, quando nella mia testa c'è un casino rumoroso, che non accenna a diminuire di intensità. Sembra quasi che persino lui si voglia prendere gioco di me.
La pioggia mi aiuta a distrarre la mente un po' troppo stipata di pensieri non proprio piacevoli, la rilassa come se fosse un massaggio calmante fatto con olio profumato di umidità. Mi chiudo a riccio come se sentirmi protetta potesse effettivamente proteggermi dal mondo e dalla sua crudeltà. Sto così fino a perdere la cognizione del tempo, fino a perdere il conto dei miei respiri e dei battiti del mio cuore ferito e sanguinante, che nonostante tutto continua a battere. Probabilmente mi addormento. O magari sono svenuta. Non lo so. Ma sono tornata nel buio.

Knock knock.
Due colpi alla porta fanno aprire i miei occhi, che bruciamo al contatto brusco ed improvviso con l'aria. Li chiudo ancora massaggiandoli leggentemente con i polpastrelli, sperando che questo basti per farli smettere.
Ancora due colpi alla porta. Sono colpi gentili, delicati, di qualcuno che non vuole disturbare. Non voglio rispondere con la voce, uscirebbe rauca, spezzata e distrutta, come me. Mi alzo, perdendo l'equilibrio. Mi appoggio alla scrivania quando un capogiro prende il sopravvento. La testa pulsa tremendamente, il corpo non risponde al cervello, non riesce a stare in piedi. Nonostante tutto mi costringo ad avanzare a tentoni verso la porta, aprendola di uno spiraglio, per vedere il volto apprensivo di ...

Ha-eun. È in piedi sulla soglia della porta. Mi sta sorridendo, con la rughetta che le si forma sempre agli angoli degli occhi quando fa un'espressione preoccupata. "Y/n" dice solamente.
Io mi accascio a terra con le mani nel capelli. Non è possibile, non è possibile. Non è possibile. "Non è possibile" sospiro debolmente. Lei prova a rimettermi in piedi, ma le sue mani attraversano il mio corpo, facendolo irrigidire alla sensazione di freddo che si espande dal punto "toccato". "Y/n...." sussurra lei angosciata. "Cosa sei...cosa vuoi...sei dentro la mia testa?" chiedo, gli occhi semichiusi, cercando di far uscire quella cosa dalla mia mente. "Y/n." Dice quella che sembra Ha-eun con voce decisa. "Tu sei forte. Ma te lo stai dimenticando di nuovo. Se ti perderai io non ci sarò questa volta." dice piano, con dolcezza e apprensione. Poi comincia a svanire. Le lacrime sgorgano ancora sulla mia faccia mentre cerco di tenere i minuscoli frammenti che si staccano da lei insieme. "Cosa devo fare?!" Dico disperata. Lei fa un ultimo sorriso malinconico:
"Tu non sei più sola, Y/n"
Scompare.
E io urlo.
Urlo di dolore.
Di nuovo.
Perché a quanto pare non è mai abbastanza.


= . = . o . O . o . = . =

Heylaaaaa
Ci sono ehhh
Non vi abbandono facilmente. Ci tenevo a pubblicare questo capitolo oggi quindi come potete constatare eccomi a orari normali per la mia fascia oraria. Chiedo scusa se non pubblico di più, ma l'inizio della scuola è sempre impegnativo e tra l'altro domani ho una verifica di matematica....(: spero che andrà bene, soprattutto perché non è che gli altri esercizi mi siano venuti.....
Ho un annuncio. La storia sta volgendo al termine temo. Non so esattamente quanti capitoli vorrò fare ancora, ma seguendo il mio filo logico della storia, le cose dovrebbero concludersi entro tipo 4 o 5 capitoli? Non sono affatto sicura comunque quindi non prendetelo per certo. Ringrazio voi che mi supportate chi apprezza la mia storia, sono felice che vi piaccia. Non so se riuscirò a pubblicare presto, in questo periodo scrivo a spizzichi e bocconi, non ho proprio tempo! Ancora mi scuso. Detto questo controllerò il capitolo quanto prima, ve l'ho fatto un po' più lungo del solito.
Always take care and love yourself
Have a good night~♥️♥️♥️
Enjoyy~~
Byeeeee

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