-Capitolo 10-

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"Rialzarsi non ha mai fatto così male.
Un desiderio non è mai costato così tanto."
Sono uscita. Sono fuori. Libera.
Avrei dovuto essere felice, finalmente sono scappata. Non lo sono.
Sono come in trance.
I ragazzi intanto riprendono fiato, non so sono resi conto che stringo il corpo della mia migliore amica.
Io respiro piano.
Ho corso come gli altri.
Ma non ho fretta di respirare.
Non intendo farlo affannosamente rovinando così la bolla creata attorno a me e Ha-eun. Anche se è morta.
Minho dopo aver ripreso fiato mi grida contro. "MA TI RENDI CONTO CHE STAVAMO TUTTI CORRENDO?! E TU ERI LI SDRAIATA CON LA TUA AMICA SOPRA. POTEVATE POMICIARE PIÙ TARDI! HO RISCHIATO DI VENI-"
"E TU TI RENDI CONTO CHE LEI NON STAVA POMICIANDO? " grido interrompendolo, sento la consapevolezza investirmi, le lacrime ricominciano a scendere. Solo allora lui guarda più attentamente il corpo tra le mie braccia: il foro rosso sulla fronte perde ancora un po' di sangue.
Sbianca.
Tutti hanno seguito la nostra discussione. Tutti osservano la mia Ha-eun. E successivamente me.
E io non posso fare altro che piangere sul suo corpo, i miei lunghi capelli corvini sporchi di terra, sporcizia, polvere e sangue.
Non vedo nulla. Colpa delle lacrime, penso.
Poco dopo I. N. si avvicina a me: "Y/n hai un grosso taglio sul braccio... Perdi molto sangue.... Y/N?!".
Nero.
Tutto è un oscuro vuoto dal quale, onestamente, non so se mi voglio sottrarre .

Avverto una chiazza chiara indistinta oltre le palpebre abbassate.
Era bello stare nel buio.
Nessuna sensazione.
Niente dolore.
Niente.
Ormai però, l'oscurità è andata: non ha quindi nessun senso stare ad occhi chiusi.
Sono abbastanza sicura non tornerà.
Con lentezza apro gli occhi.
Mi guardo intorno.
Sono in una stanzetta dalle pareti color baby blue slavato e spento. La luce, ho scoperto che viene da un lampadario piuttosto vecchio. Sento morbido sotto di me: un materasso, una coperta un cuscino. Un letto. Di fianco una flebo, con l'ago che affonda impietoso nelle mie vene. Pizzica. C'è un orologio in fondo alla stanza: le 17.05 di un giorno che è scritto troppo piccolo sul calendario per poter essere letto da così qui. La porta è chiusa.
Ma non ancora per molto: un'infermiera la apre, portando un carrellino con delle sacche, probabilmente una era destinata alla mia flebo. La tipa, è seguita da dei volti estremamente familiari...
Non li riconosco subito. Poi entrano tutti nella stanza, non voltandosi neanche verso di me. Bang Chan sta parlando con l'infermiera il resto dei membri ascoltano. La malcapitata signora, già rossa, arrossisce ancora di più, passando da una tonalità pomodoro a una sfumatura peperoncino. Vedo Han e I.N. ridersela come matti dietro le spalle di Changbin e Hyunjin, mentre Seungmin prova a restare serio, fallendo miseramente.
Continuano tutti a parlare ignoranti del fatto che mi fossi svegliata.
Origlio un po', poi mi stufo e decido di annunciare la mia presenza.
Una tosse leggera e calcolata.
9 volti stupiti che si girano verso di me. A quel punto non ce la faccio più e scoppio a ridere. Mi copro la faccia con le mani, cercando di tornare seria ma non c'è verso. Rotolo sul letto dalle risate. La faccia più divertente è quella di Minho: un miscuglio tra lo stupito e il "ma tu non stavi dormendo?".
"Aaaaaah. Ragazzi mi fate scassare anche in ospedale non ci credo." esordisco, la voce leggermente rauca per il lungo tempo passato in silenzio.
Loro, però, non si uniscono alla mia risata: Innie, Jisung e Felix si gettano su di me, con l'infermiera che gli dice di fare attenzione, di fare piano, perché potrei avere bisogno di tempo per elaborare il mio stato, mi deve fare delle domande, eccetera eccetera. Chan ha le lacrime agli occhi che cerca di trattenere fallendo. Changbin lo conforta abbracciandolo, anche se con la sua bassezza Chan non può appoggiarsi molto a lui. Ridacchio.
Minho anche sta quasi per piangere e Hyunjin si lascia abbracciare da lui.
Jisung intanto poco manca che mi bagna anche i miei capelli con le lacrime, la maglia ormai è andata. Alla sensazione della maglia bagnata i ricordi mi investono: Ha-eun, il sangue, le lacrime, l'addio e la promessa fatta. Tremo incontrollabilmente: lacrime cominciano a scendere dai miei occhi, le mani sulle orecchie. Tutti i suoni, li sento come se fossi tornata lí, in quel magazzino.
È chiaro io stia avendo un attacco di panico. I miei amici si scostano da me, hanno paura forse. I bip del macchinario che regola il cuore aumentano, io sono persa, intrappolata in quella specie di dimensione parallela.
L'infermiera manda fuori i ragazzi, così da non farmi stare ulteriormente male. Altri medici entrano e cercano di farmi tornare sulla Terra, al presente ma non rispondo a ciò che dicono, alle loro azioni. Probabilmente dopo mi hanno sedato.
Sono tornata nel buio.

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ECCOMI TORNATA CON UN AGGIORNAMENTO LAMPO SALVE. So che non è affatto un orario decente, vi prego di essere pazienti, però in compenso ho pubblicato neanche una settimana dopo!! Sono abbastanza soddisfatta del capitolo è un pelo più corto di quello precedente perché volevo lasciarvi con la suspense😈😈😈Cosa succederà ora? Scopriamolo insieme nel prossimo capitolo!
*coscienza interiore: si ma anche meno eh....
Io:........
K
Spero la storia vi stia piacendo😊
Enjoy the reading and care about yourself~❤️❤️
Byee

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