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"scusa non volevo, è...è che..." abbasso lo sguardo infilo il ghiaccio nello straccio.


Mi scende una lacrima ma la copro tutto, tiro su col naso, stupido naso, faccio finta di nulla e arrotolo lo straccio con il ghiaccio.


Vedo Filomena che cerca di incontrare il mio sguardo, alzo lo sguardo e le sorrido, il sorriso più falso che abbia mai fatto in diciassette anni di vita


"Perchè piangi?" mi chiede cercando di incontrare il mio sguardo mentre io fisso il pavimento dietro di lei.

Tiro su col naso


"i-io non sto piangendo" dico continuando a fissare un punto fisso nel vuoto.

mi scende una lacrima,

poi due

poi scoppio a piangere e lei mi affonda in un abbraccio.


mi stacco da lei "e-è...è per-rc-chè" continuo a piangere.

"è perchè prima t-tu mi dici quello che ha fatto quello stronzo, pp-poi, poi ricordo tutto,c-cioè quasi tutto, e poi penso ch-chè lu-lui oggi mi-mi ha mentito e p-poi tu, cioè io, tu cadi per colpa mia e-e e io" inizio a piangere come una bambina quando le rubano le caramelle, e mi abbraccia senza dire nulla.


Rimaniamo abbracciate qualche secondo e la stanza sprofonda in un silenzio sovrumano.


Si stacca da me "non mi sono fatta nulla, stai tranquilla, e poi, se ti ha fatto questo vuol dire che non si merita, e fidati, una ragazza d'oro come te... non si merita... uno come lui" sorrido, un sorriso vero, menomale che c'è lei perchè sennò sarei scoppiata a piangere e quando se ne sarebbe andata sarei ricaduta in una crisi isterica, mi sarei ascoltata sempre le solite canzoni depresse, avrei distrutto un altro telefono e avrei smesso di mangiare, beh tecnicamente non mangiavo ancora, ma...


Filomena mi distoglie dai miei pensieri e mi dice "andiamo a cambiarci"


saliamo in camera e ci buttiamo a peso morto nel letto. Cadiamo in un sonno profondo.



—————


ci svegliamo alle 11:36 con la suoneria di Filomena.


"Hei" dice lei al telefono

"si si ok" sorride

"a dopo" riattacca


"era Francesco, ha detto se ci facciamo tipo un'uscita tutti insieme" dice fissandomi

"mh" annuisco "lasciami dormire" continuo

"forse non hai capito, ci vengono a prendere nemmeno tra mezz'ora" dice gettandomi dal letto

"stronza" le lancio un cuscino addosso.


Ci avviamo in bagno e ci sciacquiamo la faccia e ci ritrucchiamo, poi ci vestiamo la giornata non era una delle migliori, metto perciò dei pantaloni neri, una maglia bianca semplice con una camicia a quadri azzurra appesa in vita semmai dovesse esserci freddo e poi le vans nere e un cappello nero con scritto "New York", Filomena invece mette dei leggins perchè tanto lei con le sue gambe perfette se li può permettere, una camicetta con la panca di fuori del tipo che si fa il nodo di lato a quadri

I depend on him.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora