PREAMBOLO - NICO

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NOTE AUTRICE

Amo questo capitolo, sono sincera, nonostante sia molto doloroso🥹
Vi prego di leggerlo con calma e con tanta delicatezza e amore che avete verso il nostro Nico😎🖤

RICORDATEVI DI LASCIARE SEMPRE UNA STELLINA 😘⭐️


NICOLA


Un mese e mezzo prima

Un rumore di rotelle che sfrecciavano sul pavimento mi costrinse a provare ad aprire gli occhi senza riuscirci. Avevo ancora freddo, forse più di prima. Era come se fossi immerso in una vasca piena di ghiaccio da un'ora e mi si stesse atrofizzando tutto il corpo.

All'improvviso sentii uno stridulo provenire da quelle rotelle e percepii il mio corpo muoversi verso sinistra. C'era qualcuno che mi stava trasportando come se stesse percorrendo la maratona di New York.

Saremmo arrivati primi almeno?

Non riuscivo a capire dove mi trovassi senza aprire gli occhi. Volevo riuscirci con tutto me stesso ma niente. Cercai di espirare l'aria per trovare qualche odore nello spazio in cui mi trovavo ma qualcosa dentro di me mi impediva di farlo. Sentivo come se avessi qualcosa in gola. Mi concentrai ripercorrendo mentalmente il percorso di quella specie di tubo e lo sentii fin sopra la bocca. Secondo le mie supposizioni doveva essere qualcosa che aiutava a farmi respirare dato che non potevo farlo. Decisi di alzare una mano per cercare di togliere questa specie di respiratore ma non ci riuscii. Non si alzava nemmeno un dito.

Vivevo in un cazzo di incubo!

«Nicola!» Sentii mia madre urlare con la voce inclinata. Stava piangendo.

Feci un altro tentativo di sollevare le palpebre e nemmeno questa volta ci riuscii.

Ma che cazzo!

«Signora, non può toccarlo» Una voce femminile la redarguì. Se conoscevo mia madre abbastanza, sapevo che le parole di quella donna non l'avrebbero fermata.

«E' mio figlio! Lo capisce o no?» Dopotutto ero a lei che somigliavo in ogni cosa.

«Lei lo vede o no come sta combinato suo figlio?» Perché?! Come stavo combinato?

Mi concentrai sul mio corpo cercando di sentire come stessi. A parte il freddo costante, la perdita della vista dovuta ai miei occhi chiusi e al fatto che respiravo attraverso un tubo, non riuscivo a sentire nient'altro.

«Abbiamo bisogno di sacche di sangue Dottor...» Non riuscii a capire nient'altro oltre che la trasfusione. Non ne avevo ricevuta mai una prima d'ora e di guai ne avevo passati assaje.

Cosa cazzo stavo passando questa volta?

«Perché avete bisogno di sangue?!!» Mia madre gridava disperata. Sentivo nella sua voce la paura di perdermi. Solo Dio sapeva come ancora non era morta d'infarto per colpa mia.

«Lo vede che suo figlio si sta dissanguando? Non sto io a dirle quanto sangue ha perso. Le basti guardare i suoi abiti e il lenzuolo dove è avvolto! Ora ci lasci fare il nostro lavoro!» Questa volta fu un maschio a rimproverare mamma. La situazione era più grave di quello che pensavo.

«Lievt' a' miez!» Mia madre ripartì alla carica. So per certo che non avrebbe smesso fin quando non mi avrebbe almeno toccato.

«Signora Teresa, 'na cosa e' juorno! Deve essere operato urgentemente!» In tutto questo stavamo sempre correndo. Credo che fosse tutta questione di secondi anche se nella mia testa sembrava fosse un'eternità.

«Nicola, a mamma, pe' piacere...» Un singhiozzo uscì fuori spezzandole il discorso. «Non fare scherzi. Te voglio bene. Devi tornare da me. Io te aspett!»

Anche io ti voglio bene mamma, assaje.

Avrei voluto urlarglielo ma era tutto invano!

«è in buone mani suo figlio. Cercheremo di fare il possibile.» Disse l'uomo che a quel punto capii fosse un dottore.

«Non cercherete, dovete farlo svegliare! Se mio figlio muore, i prossimi sarete voi uno a uno!» La voce di mio padre mi spiazzò letteralmente. C'era anche lui. Aveva dimostrato con quelle semplici parole che ci teneva a me. Era stata la sua prima dimostrazione d'affetto da quando ero nato.

Sentii delle porte sbattere e la barella si fermò.

Sentii pizzicarmi le braccia e le dita. Suppongo che ci agganciarono dei fili o cose del genere.

All'improvviso non sentii più niente.

Stavo morendo.

Non ero più padrone della mia vita.

La mia esistenza era nelle mani di qualcun altro.


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Sotto il cielo di Napoli - Resta con me VL.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora