CUORI MIEI!
COME STATE?
PER ME È STATA UNA SETTIMANA BELLA INTENSA COME SEMPRE, PERÒ IN COMPENSO IERI SONO ANDATA AL MARE 🌊 E PER LA TERZA VOLTA MI SONO BRUCIATA🫠: QUANDO VEDETE UN PEPERONCINO O UN POMODORO PENSATEMI!🌶️🍅
BUONA LETTURA,
ALE🖤P.S. GODETEVI QUESTO CAPITOLO PERCHÉ È IL PENULTIMO🤭🌋
NICOLA
Antonio Giovanni era troppo bello, più di quanto mi aspettassi. Aveva quasi sempre gli occhi chiusi, ma quando li apriva sembrava averci il mondo dentro. Quello che amavo di più era vederci il mio riflesso dentro. Bea e mia madre dicevano che somigliava a me. Almeno per l'aspetto fisico ce lo vedevo, per il carattere sperai che prendesse da sua madre. Io ero un po' strano caratterialmente e soprattutto avevo sempre avuto il buio dento fin quando non avevo conosciuto la mia Beatrice. In quel momento stava dormendo su un fianco con tutti i suoi capelli sul viso. Sembrava lei la bambina. D'altra parte, la capivo, doveva ancora riprendersi dal parto.
Mi alzai con mio figlio tra le braccia e lo cullai quando mosse una manina che si poggiò sulla mia. Ogni volta che lo guardavo più a lungo, reprimevo l'istinto di piangere. Se non mi fossi svegliato dal coma me lo sarei perso.
Non avrei potuto guardarlo negli occhi e amarlo con ogni fibra di quella che era la mia insignificante vita.
Scostai la tenda ammirando tutte le luci di Napoli di notte. Nonostante fosse buio, a Napoli sembrava sempre giorno ed era così che avrebbe dovuto essere la vita di Antonio Giovanni.
«Piccerì, questa è casa tua» sussurrai stampandogli un bacio su quella sua fronte soffice e vellutata.
Amavo il posto in cui ero nato e so che l'avrebbe fatto anche lui. Dalla mia parte non sarei stato un pessimo padre come lo era stato il mio, avrei fatto in modo di essere presente quanto più possibile, ma ancora di più l'avrei protetto, quella era una delle cose che sapevo fare meglio. Con la questione della sua nascita, non c'era stato ancora il momento giusto per dire a Bea com'erano cambiate le cose per quanto riguardasse la mia posizione a Napoli. Onestamente non riuscivo nemmeno a trovare le parole giuste... Le avevo sempre detto che non volevo avere niente a che fare con quello che era il mondo in cui ero cresciuto, ma quando mio padre mi aveva lasciato tutto, mi ero reso conto che in realtà ero contento di essere al comando, in primis perché avrei potuto proteggere le persone che amavo e in secondo luogo perché avrei potuto cambiare le cose, proprio come avevo sempre voluto. Il problema era che più fai la cosa giusta e più i nemici si palesano. E al momento ancora dovevamo trovare i fratelli Gervasio, scoprire Grazia dove si trovasse e dare una mano a Domenico. Il prossimo futuro non sarebbe stato tanto facile, ma sono sicuro che una volta risolti tutti i problemi, non ci fosse stata un'altra minaccia, non in tempi tanto brevi. Mio padre una cosa buona l'aveva fatta: mi aveva lasciato un sacco di alleati e uomini fedeli, con i quali avrei potuto contrastare chiunque si fosse messo tra me, la mia famiglia e Napoli. Per queste tre cose, avrei dato la mia vita fino al mio ultimo respiro.
Antonio Giovanni emise un piccolo inizio di pianto che calmai dandogli il ciuccio e stringendomelo al petto.
«Papà sta ca'. Nun avè paura» gli accarezzai il piccolo nasino a patata che aveva. Era troppo tenero. Mi voltai per guardare Bea che dormiva ancora beata. Se tornassi indietro all'anno prima di conoscerla, mai avrei pensato di potermi ritrovare a stringere tra le braccia mio figlio. All'epoca non pensavo nemmeno al domani. Frequentavo sporadicamente l'università, mi fumavo canne dalla mattina alla sera, uscivo con i ragazzi ritirandomi di mattina e mi scopavo di tanto in tanto Rita. Non ero mai stato uno di quelli che andavano a letto con chiunque, un po' perché non era nella mia indole e un po' perché mio padre mia aveva insegnato che nella posizione in cui ci trovavamo, dovevamo fare attenzione a chi ci ronzasse attorno. Secondo lui, se non avessi fatto attenzione, anche una donna che mi sarei portato a letto avrebbe potuto uccidermi. Su questo aveva ragione e avrei esteso la cosa anche ad Antonio Giovanni. Era giusto che imparasse fin dall'inizio cosa fosse la vera amicizia, guardando quella che avevo io con Antonio, Ciro e suo zio Giovanni o come quella che aveva sua madre con Alfredo. Sono sicuro che se i nostri amici avessero dato alla luce dei bambini, sarebbero stati tutti inseparabili, proprio come i loro genitori.
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Sotto il cielo di Napoli - Resta con me VL.2
Romance2º Volume della trilogia SOTTO IL CIELO DI NAPOLI "Nico, ti prego, sii il nostro inizio, il nostro durante e mai la nostra fine". Cosa è successo a Nicola dopo essersi recato da Strazzullo? Antonio come sta? Ci sono tante domande alle quali risponde...