Capitolo 18

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CIAO NENNELLE❤️‍🩹
SIAMO, FORSE, ARRIVATE AL MOMENTO CHE TUTTE ASPETTAVATE🫣
SPERO CHE LA STORIA FIN QUI CONTINUI A PIACERVI. FATEMELO SAPERE NEI COMMENTI😘

BUONA LETTURA,
ALE🖤

Bea

Tergiversai un attimo prima di premere il pulsante del citofono della villa di Nicola a Marechiaro. Da quando era tornato nel pieno delle sue forze aveva cominciato di nuovo a darmi buca. Avevo aspettato una sua telefonata per tutto il giorno precedente siccome aveva detto che voleva portarmi in un posto e non era mai successo! È vero che ero svenuta, ma mi ero ripresa con l'aiuto di Alfredo e Antonio. Il giorno seguente ero stata bene quindi ero più che pronta a rivederlo e invece, lui era sparito. Adesso mi trovavo lì semplicemente per impegni lavorativi e tra l'altro era stato Antonio ad avvisarmi, nemmeno Nicola. Mi chiedo fin dove si sarebbe spinto oltre... E io, come sempre, per quanto volessi stargli il più lontano possibile, c'era sempre qualcosa che mi facesse tornare da lui. E non parlo solo degli impegni lavorativi.

Il primo che mi accolse fu ovviamente Totò che mi saltò con le zampe quasi all'altezza della pancia. So che quando sarebbe diventato più grande, a due zampe, avrebbe quasi raggiunto il mio petto. Era incredibile come stesse diventato grande e stupendo.

Gli accarezzai la testa per poi dargli un bacio sul muso che ricambiò con una leccata sulla mia guancia. Se fossero tutti affettuosi come i cani, il mondo sarebbe differente.

«Ue, Beatrice!» Alzai lo sguardo da Totò per indirizzarlo alla madre di Nicola che mi aspettava con le braccia aperte sulla soglia della porta d'ingresso.

Quella donna era fantastica. Altro che suocera pestifera.

«Teresa, che bello che ci sei pure tu» Mi strinsi nel suo abbraccio ma non prima di baciarle le guance.

«Ti devo dire una cosa» strinse la mano alla mia portandomi in giardino. Quando parlava con me cercava di non farlo mai in napoletano, ma perché? Non ero un'extraterrestre, ero della città anche io. Ad ogni modo, era molto carina.

«Cosa è successo?» Domandai accomodandoci sul dondolo posto sotto al gazebo prima del cancelletto che andasse sulle rocce con sbocco al mare.

«Non so cosa è succieso tra te e mio figlio» avrei dovuto immaginarlo che saremmo finite con il parlare di lui. «so che lui ti ama e che muress pe' te. Lo so che nun è facile stargli vicino però ti prego di resistere.» Mi scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio sorridendo.

«Terè, lo amo anche io.» Le strinsi la gamba ricambiando l'affetto.

«Allora qual è il problema?» Non ce n'era uno solo ma molteplici.

«Da quando è tornato, le cose sono un po' diverse. Non abbiamo avuto ancora un minuto per parlare di tutto. Tuo figlio mi ha nascosto la parte più importante della sua vita. Vorrei che me ne avesse parlato in passato o che quanto meno lo facesse adesso. Dà tutto per scontato quando per me è importante.» Rivelai ammirando un gabbiano che svolazzava leggiadro sulla buca che avrebbe dovuto ospitare la piscina. Quello doveva essere stato un progetto inserito ultimamente perché non l'avevo ancora visto.

«Perché? Vuoi saperlo overamente?»

«Se non so quello che ha dovuto affrontare, mi sembra di non conoscerlo per davvero e per amarlo più di quanto non lo ami già, devo sapere ogni cosa. Altrimenti come posso salvarlo?» Teresa si asciugò una lacrima con il grembiule da cucina che indossava.

«Bea, sei una ragazza speciale e lui è fortunato. Tu l'hai già salvato e non lo sai» Si sporse verso di me per stringermi dandomi un bacio su una spalla.

Sotto il cielo di Napoli - Resta con me VL.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora