CAPITOLO 28

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COME PROMESSO VI HO PUBBLICATO ANCHE IL SECONDO CAPITOLO!

VI VOGLIO UN MONDO DI BENE!


NICOLA

L'abitudine di Ciro di fumare erba a prima mattina non era cambiata, nonostante era stato a Barcellona. Sicuramente le quantità di fumo erano diminuite rispetto al periodo precedente alla sua partenza.

Tirò ancora un po' dallo spinello per liberare il fumo nell'aria e passarlo a me. So benissimo che il dottore mi aveva consigliato di non fumare più, ma un piccolo tiro non mi avrebbe fatto nulla no?

Mi portai la canna alle labbra assaporando tutto l'aroma fruttato. Quanto mi era mancata quella sensazione di spensieratezza... Avrei voluto fare un altro tiro, e ancora un altro ma dovevo darci un taglio, ne andava della mia salute. La passai ad Antonio che stava facendo i grattini a Totò steso sul prato.

«Vi devo far sentire una cosa»

Non avevamo ancora annunciato a nessuno che saremmo presto diventati genitori perché volevamo tenercelo per noi e poi perché avevamo avuto troppi pensieri... Non potevo continuare a nascondere una cosa così grande ai miei fratelli di sempre. So che di sicuro Bea non si sarebbe arrabbiata. Vabbuò, forse all'inizio sì ma poi le sarebbe passato.

«Che 'cos?» Domandò Ciro mettendosi a pancia in giù sul manto d'erba.

Guardai Antonio sorridendo. Sono sicuro che lui mi avrebbe capito una volta che gli avrei rivelato il segreto più dolce che io e Bea avevamo tenuto nascosto. Lui era quello più razionale.

Sbloccai il cellulare andando nell'app dei memo vocali e schiacciai play sull'ultima registrazione. Mi sorrideva ancora l'anima ricordando quel suono così dolce e potente.

Eccolo lì: tum, tum, tum, tum.

Non c'era melodia migliore del suo cuoricino.

Antonio mi guardò pietrificato per qualche secondo per poi incurvare le sue labbra all'insù e i suoi occhi diventarono lucidi.

«Maronna mia! È chell'ca penso ijo?!» Urlò dalla contentezza avvicinandosi di più alla registrazione.

«Che r'è?»

Ovviamente Ciro non aveva capito. Normalmente già era un miracolo se capisse qualcosa, strafatto, quella minima possibilità andava a farsi fottere.

«Tu duorme c'à zizza mmòcca!» Scossi il capo dando uno schiaffo dietro la sua nuca.

«Sei andato a fare l'ecografia?»

Antonio lasciò Totò da parte per mettersi seduto in maniera più dritta, incuriosito da tutto quello.

«è nostro figlio! Bea è incinta, guaglioni!»

Entrambi mi saltarono a dosso fino a farmi stendere sul prato, compreso Totò che ci leccava il viso.

«Gesù, Giuseppe, Sant'Anna e Maria! Nun ce posso credere!» Ciro era ancora meravigliato. Mi stampò mille baci sulle guance e altrettanti su quelle di Antonio.

In fondo, l'avevano presa bene!

Nu pensiero in meno.

«Voleva aspettare te per fartelo sentire. E come si fa sentire o' piccirillo!» Aggiunse Antonio entusiasta.

«Statte azitt che potrebbe pure essere una nennella. Nun dicere fessarie.» L'ammonì Ciro rubandosi la canna dalle mani.

«Nun aggio capito buono Antò. Che hai detto prima?»

Sotto il cielo di Napoli - Resta con me VL.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora