CAPITOLO 25

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Buongiorno🖤

COME STATE? MI SCUSO IN ANTICIPO PER GLI AGGIORNAMENTI COSÌ LENTI MA IL PERIODO DI NATALE PER ME È SEMPRE MOLTO PIENO. AD OGNI MODO CERCHERÒ DI FARE IL POSSIBILE😘

AI PROFILI INSTAGRAM SI È AGGIUNTO ANCHE QUELLO DI GIOVANNI🥹

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BUONA LETTURA,
Ale❤️

Nicola

Tornare alla normalità era ciò che mi mancava di più. Potevo finalmente muovermi come volevo, con ancora nu poco di cautela e nu poco e' rabbia pe' chillo piezz' e' merd della sparatoria. Ero fiducioso: presto l'avremmo trovato.

Gli hotel si erano avviati benissimo, grazie all'ottimo lavoro di Antonio e Giovanni fatto in mia assenza. Senza di loro sarebbe andato tutto allo scatafascio. Ciro, pure aveva trovato la sua strada. Il lavoro da barman gli stava dando grandi soddisfazioni, sia lavorativamente che sessualmente. Avevamo perso il conto di quante turiste si era portato a letto fino a quel giorno.

Con Bea le cose erano ancora un po' complicate, ma ero sicuro che prima o poi ci sarebbe stata una svolta, oltre a quella della nascita di nostro figlio o nostra figlia che a tal proposito, avevamo l'ecografia tra qualche giorno. Finalmente potevo vedere con i miei occhi a cosa aveva dato vita l'amore immenso che c'era tra me e Bea.

Ancora non ci credevo!

Talmente preso dai miei pensieri che non mi accorsi di aver dato il permesso di entrare nel mio ufficio e di accomodarsi sulla sedia di fronte a me, alla fotocopia di Bea, solo più arrogante e altezzosa.

«Signora Luisa, buongiorno. Avevamo un appuntamento?» Bea mi aveva avvisato che sua madre voleva incontrarmi per la festa in maschera della loro associazione che si sarebbe tenuta proprio in questo hotel sul lungomare, ma non credevo di vederla proprio quel giorno. Non perdeva proprio tempo.

«Ciao, Nicola. No. Di solito non avviso mai» Accavallò una gamba poggiando poi la borsetta sulla scrivania.

Posso dire di detestare mia suocera? Avevo anche usato un termine docile in confronto a quello che avevo pensato overamente.

«Invece, quando venite nei miei hotel, dovete avvisare: sempre! Perché qua dentro teniamo tutti che fare.» Sperai che il concetto le fosse finalmente chiaro.

Non eravamo ai suoi servigi.

«Non vedo perché dovrei. In fondo sei mio genero no?» Alzò un sopracciglio guardandomi di sbieco. Avrei voluto ucciderla all'istante con una delle torture più lente e dolorose della storia.

«Vogliamo usare questa scusa per tutte le visite che mi farete a sorpresa? Perché vi garantisco che la prossima volta non vi riceverò» Voleva fare la stronza, d'accordo. Avremmo visto chi l'avrebbe spuntata di più.

«Vuol dire che se accadrà, dirò a mia figlia che non hai voluto vedere sua madre.» Incrociò le braccia sotto al petto mostrandomi uno dei sorrisi più perfidi che avessi visto fino ad allora.

La odiavo con tutto me stesso!

«Bea sa benissimo quanto io sia impegnato a lavoro. Lei stessa prima di venire avvisa sempre. Quindi, state sicura che non vi appoggerà.» Presi un sigaro dal cofanetto intarsiato che avevo accanto a una cornice contenente una foto con Ciro e Antonio.

Sotto il cielo di Napoli - Resta con me VL.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora