36. Now you're in the stars

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I don't wanna say goodbye, 'cause this one means forever
Now you're in the stars and six-feet's never felt so far
Here I am alone between the heavens and the embers

BENSON BOONE

Caitlyn

Se dovessi descrivere i miei sentimenti con una sola parola direi senz'altro: caos.
Per due giorni non sono uscita di casa, ho evitato qualsiasi contatto con le persone, ho fatto il possibile perché gli altri non mi rivolgessero la parola.

Non aveva funzionato, ovviamente. Aron era venuto a casa mia due volte al giorno, Asher ogni mattina e Luke ogni sera. Mi forzavano a mangiare, con l'aiuto di mia madre che faceva di tutto per farmi uscire dalla mia stanza.

Ero arrivata al punto di chiudermi dentro a chiave, come ai vecchi tempi, e non uscire più. Ma quando avevo sentito Aron fuori dalla porta dirmi del funerale qualcosa era cambiato.

Prima tutto sembrava surreale, come se fosse successo solo nella mia fantasia. Come se Nathan non fosse morto davvero. Il fatto che la mattina dopo ci sarebbe stato il suo funerale ha reso tutto reale.
Mi sono resa conto che stava succedendo davvero.

Sinceramente, inizialmente ero spaventata all'idea di andarci. Sapevo che quella sarebbe stata la mia occasione per dirgli addio e io non volevo farlo. Non volevo che Nathan diventasse solamente un ricordo, non volevo che esistesse solamente nella mia mente.

Ma alla fine, mi ritrovo a camminare in direzione del luogo in cui si sta svolgendo. Sono stata indecisa fino all'ultimo minuto, ma ora sono qui.
È appena iniziato quando mi posiziono nello spazio libero rimasto tra Aron e Lorelay.

Mimo in "grazie" ad Aron e in quello stesso momento sento un braccio stringermi le spalle.

<< Sapevo che saresti venuta. >> Sussurra Lorelay rivolgendomi un sorriso.

In quel momento capisco di aver fatto la scelta giusta. Perché si, dire addio fa male, ma non posso rimanere ancorata al passato senza perdermi il presente. Devo andare avanti, questo non significa però dimenticare, significa accettare ciò che il destino ha scelto per me.

Si dice che questo ci metta davanti le stesse sfide finché non impariamo la lezione, ora credo proprio di averla imparata.

Rimane solo un problema, che si manifesta proprio a metà della cerimonia. La pancia comincia a farmi un po' male e mi sento lo stomaco sottosopra, come se dovessi vomitare. È successo più di una volta questa settimana ma mia madre ha detto che è normale.
Spero solo di resistere perché non posso proprio andarmene nel bel mezzo del funerale.

Ad un certo punto alcuni compagni di Nathan prendono parola per dire quanto fosse fantastico, dolce, gentile, sempre disponibile. Tutti hanno delle belle parole per lui, ma io non faccio parte di quelli che vanno lì e parlano dei loro ricordi.

In qualche modo quei ricordi erano miei e di Nathan, condividerli non li avrebbe resi più speciali. Non avevo bisogno di andare lì, davanti a tutti, per parlare di lui.

Per me Nathan era la mia ancora, la mia salvezza. Ha fatto di tutto per aiutarmi e ci è riuscito nonostante io non collaborassi.
Ha capito come mi sentivo, non mi ha forzata a fare nulla ma mi ha dato il tempo per farlo da sola. Ha aspettato che fossi pronta.
Nathan aveva fatto in modo che tornassi ad essere me stessa senza che neanche me ne accorgessi.
Non avevo bisogno di dire tutto questo, a loro non avrebbe cambiato niente. Lui, invece, queste cose già le sapeva ed era questo l'importante.

<< Caitlyn, ti senti bene? Sei pallida. >> Dice Lorelay tornando accanto a me, al termine della cerimonia.

<< Si, tutto bene. Sono solo un po' stanca. >> Rispondo inventandomi una scusa. Non saprei proprio come dirle la verità, non dopo ciò che è successo.

<< Va bene, stavamo pensando di andare alla pasticceria preferita di Nathan per stare un po' insieme e ricordare i bei momenti, ti va di venire? >> Dolci, zuccheri e tutta quella roba? No grazie, sono già sul punto di vomitare non credo proprio di poter mangiare qualcosa al momento.

<< Scusate, ma non me la sento proprio. Magari un'altra volta. >> Cerco di rifiutare, ma la mia risposta non sembra stupirla.

<< Vieni, allontaniamoci un po' ho bisogno di parlarti. >> Un po' spaventata decido di seguirla. Non ho idea di cosa voglia dirmi, è questo che mi fa paura.
Potrebbe essere qualsiasi cosa.

<< Da quanto lo sai? >> Chiede subito, ricevendo da parte mia uno sguardo confuso

<< So cosa? >> Domando a mia volta, mentre ci fermiamo su un ponticello che attraversa un piccolo ruscello.

<< Di essere incinta. >> Risponde tranquillamente, come se non avesse detto niente di che.

<< Come... >> Inizio a disagio ma lei mi interrompe.

<< Come lo so? Diciamo che dopo undici figli riesco a riconoscere una donna incinta anche ad occhi chiusi. Eri pallida e avevi bisogno di vomitare, so che hai un ritardo perché Nathan voleva portarti al mare ma era indeciso a causa delle a mestruazioni, inoltre hai rifiutato la pasticceria quando sappiamo tutti che adori i dolci. Diciamo che con un occhio attento è facile capirlo. Quindi, da quanto lo sai? >> Per un attimo rimango colpita dalla sua intelligenza e da come lo avesse capito prima ancora che glielo dicessi. Ma in effetti dopo undici figli un po' di esperienza ce l'hai e probabilmente è semplice capire se qualcuno aspetta un bambino o no.

<< Da prima che finisse in ospedale, ero venuta da voi sia per dirgli della mostra che per parlargli dei test. >> Rispondo distogliendo lo sguardo, ricordando gli eventi di quella che era diventata la giornata peggiore della mia vita.

<< Oh Caitlyn... >> Non mi accorgo che si è spostata finché non la sento abbracciarmi, cosa che mi lascia un'attimo destabilizzata.
È tanto simile a Nathan...

<< Mi dispiace di averti mandata in quella stanza, se lo avessi saputo avrei evitato di farti vedere un momento del genere. Non dev'essere stato facile per te, sapendo di aspettare un bambino. >> Sussurra sulla mia spalla.

<< Va bene così, era ciò che Nathan voleva. Ormai non importa. >> Mormoro. Solo dopo aver pronunciato la frase mi rendo conto di essere sincera, non mi dispiace di essere entrata in quella stanza.
Era ciò che Nathan desiderava.

<< Non so cosa sceglierai di fare, ma qualunque sia la tua scelta voglio che tu sappia una cosa: ormai sei parte della famiglia, avrai tutto il nostro supporto. Anche economico se necessario, ma non esitare a chiedere aiuto. >> Dice sciogliendo l'abbraccio.

<< Credo che lo terrò. >> Affermo con convinzione.

<< Penso che sia la scelta giusta. >>

Ora rimane solo una cosa da fare: imparare a farcela anche da sola.





Hey narcisi,
Sono qui per dirvi che il prossimo capitolo sarà l'ultimo prima dell'epilogo.
Spero che fino ad ora la storia vi stia piacendo, fatemi sapere cosa ne pensate.

Cercherò di aggiornare tutto domani💖

-Asia

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