29. sign of the times

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Just stop your crying
It's a sign of the times
Welcome to the final show
Hope you're wearing your best clothes

HARRY STYLES


Un mese dopo

Caitlyn


<< Vado? >> Chiedo accendendo la macchinetta per tagliare i capelli.

Lo vedo prendere un respiro profondo e annuire.

<< Vai, sono pronto. Sono solo capelli, ricresceranno. >> Dice ignaro di ciò che gli sta accadendo alle spalle. Ovvero la macchinetta che non sta tagliando i suoi capelli, ma i miei.

<< Si, ricresceranno. >> Confermo osservando la lunga ciocca di capelli cadere ai miei piedi.

<< Hai già tagliato un po'? Io non ho sentito nulla.>> Dice confuso toccandosi la nuca per sentire i capelli tagliati. Ma i suoi non sono stati ancora toccati.

<< Ho tagliato un bel po'. >> Dico tagliandone un'altra ciocca, poco più in alto delle spalle.

<< Ma che dici, Caity. Non ho sentito niente. >> Finalmente si gira, confuso e nota i miei capelli tagliati per metà a caschetto.
La sua espressione incredula mi spinge a tagliare anche il lato rimasto integro, facendo cadere a terra i capelli che non tagliavo dalla morte di mio fratello.

Mi fissa per vari secondi, cercando qualcosa da dire.

<< Caitlyn... >> Sussurra ancora sconvolto, facendo un passo verso di me.

<< Non volevo che affrontassi tutti questo da solo, quindi ho pensato di tagliarli anche io. >> Dico aspettando che dica qualcosa che non sia il mio nome, dato che non riesco ad interpretare la sua reazione.

<< È... Non avevi promesso a tuo fratello che non li avresti mai tagliati? >> Chiede.
Si, glielo avevo promesso. Ma ora non importa, Nathan sta combattendo la sua stessa battaglia e voglio supportarlo come posso.

<< So quanto per te è difficile andare avanti con le cure, soprattutto quando la malattia ti rende sempre più debole, e anche se tagliarmi i capelli non ti è molto d'aiuto volevo che sapessi che io ti starò accanto fino alla fine. Anche dopo che avrai vinto questa battaglia. >> Mi sorride con gli occhi lucidi e mi lascia un bacio delicato sul polso. Non so per quale motivo proprio lì, non credo ci abbia prestato attenzione.

<< Grazie. >>


Quattro mesi dopo

La prima volta che mi sono resa conto delle effettive condizioni di Nathan ho dato di matto. Non davanti a lui, ho aspettato che fosse in casa, non volendo che mi vedesse nel pieno di una crisi a causa della sua salute.

Avevamo passato tutta la giornata in biblioteca per studiare per le ultime verifiche di fine giugno, quando lui aveva iniziato a sentirsi male. Inizialmente aveva provato a fingere che andasse tutto bene, ma io avevo capito che stava mentendo perciò ho insistito affinché mi dicesse la verità.

Aveva problemi a respirare e si sentiva terribilmente stanco. Quando l'aria ha iniziato a mancargli ho deciso di portarlo in ospedale, per accertarmi che non fosse nulla di grave. Dopo una visita veloce ci hanno permesso di tornare a casa, ma da quel giorno Nathan doveva recarsi lì per dei controlli due volte a settimana.

Nel tragitto dall'ospedale a casa sua ho capito che le possibilità di guarigione stavano diminuendo sempre di più, e non appena è entrato in casa sono crollata.
Mi sembrava di star vivendo un incubo, di essere tornata a quando mio padre stava morendo sotto i miei occhi e io non potevo fare niente se non stare a guardare.

JulietDove le storie prendono vita. Scoprilo ora