Prologo

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Volume 3 di "Lie"

Premessa: nonostante sia un terzo volume, tutti i volumi sono autoconlusivi, di conseguenza potete leggerli separatamente. Consiglio, però, di leggere prima "lie" per capire un po' la storia e conoscere meglio i personaggi.
Ovviamente questo è solo un consiglio, quindi se volete leggere prima questo, poi il primo; oppure solo un volume, potete farlo tranquillamente.




'Cause in a sky, 'cause in sky full of stars
I think I see you
I think I see you

Caitlyn amava ammirare le stelle. Era ciò che faceva sempre quando era giù di morale, o quando aveva avuto una brutta giornata.

Anche oggi lo stava facendo, era sdraiata nel mezzo di un bosco buio e silenzioso, e ammirava come sempre il cielo notturno.

Era sempre stata una tipa silenziosa, forse è per questo che le piaceva trovarsi lì. Perché ammirare noi stelle non comportava un dialogo, non era costretta ad esprimersi con noi.

Ma c'era qualcosa di diverso quella notte, chiunque se ne sarebbe accorto.

Non la sentivamo ridere, bisbigliare all'orecchio del suo compagno. Non si sentiva la solita felicità che c'era nell'aria quando loro erano qui.

Loro due venivano sempre qui insieme, ma questa volta non era così. C'era solamente Caitlyn, e ciò che sentivamo era il suo pianto strozzato.
Le sue grida di agonia, il dolore che faceva vibrare persino gli alberi.

Quelle urla squarciavano il silenzio, i singhiozzi facevano tremare qualsiasi essere vivente fosse nelle vicinanze.

Perché persino per noi, che siamo solo degli ottimi osservatori, faceva male vedere un'anima così buona distrutta da un destino che vuole donarle solamente la solitudine.

Il suo esile corpo era scosso dai tremiti, il respiro le veniva tolto da quella sofferenza atroce.

E in lontananza, qui con noi potevamo vedere una nuova stella brillare più delle altre.

Lei non poteva saperlo, ma il suo compagno di vita, la sua anima gemella, era proprio accanto a lei.

Mentre Caitlyn si abbracciava il corpo da sola, alla ricerca di un calore che non sarebbe più riuscita a sentire, c'era un leggere fascio di luce a circondarla.

Lei non lo vedeva, ma Nathan era proprio lì e cercava con tutte le sue forze di calmarla, di rassicurarla.
Ma non poteva toccarla, le sue braccia che provavano ad avvolgerla, le passavano solamente attraverso.

Cercava di parlarle, ma niente. Lei non lo sentiva.

Le lacrime scendevano ininterrottamente sulle sue guance, rigando quella carnagione rosea che aveva sempre avuto. E il suo compagno, ormai rassegnato all'idea di non poterla mai più abbracciare, o toccare, o baciare, si stese accanto a lei sull'erba.

Contemplava anche lui noi stelle, come faceva una volta. Ma ormai Nathan era uno di noi, faceva anche lui parte del cielo stellato.

Poi si voltò in direzione di Caitlyn, osservando quei tratti dolci che tanto amava quando erano illuminati dalla luce lunare, contratti in un'espressione distrutta.

Caitlyn voleva arrendersi, questo Nathan lo sapeva.
Ma sapeva anche che dopo ciò che le aveva scritto nella lettera, lei non avrebbe buttato via la sua vita a causa sua.

La stessa lettera che lei teneva tra le mani in quel momento.

E come se percepisse il suo sguardo, Caitlyn si voltò. Ovviamente non lo vide, ma fù come se lo avesse fatto, perché Nathan si trovava lì ogni volta che venivano in quel posto.
Si trovava dove si era sempre trovato, e lei, nonostante fosse ancora scossa dai fremiti del pianto, sorrise.

Era un sorriso triste, perché di sicuro non avrebbe mai riacquisto quello autentico.
Ma sorrise.

E quando Nathan provò a tenerle la mano, fù come se lei avesse sentito la sua presenza e finalmente riuscì a calmarsi.

Lui, per lei era come una anestesia, le portava via tutto il dolore con solo la sua presenza.

Perciò si voltarono entrambi a guardare il cielo, a guardare noi.

Perché il loro amore era stato scritto nelle stelle, nonostante ormai lui fosse una di esse

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