2. "È stato un piacere conoscerti, Giulietta"

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Undici mesi prima

Caitlyn

Avevo sempre trovato il cielo uno degli spettacoli naturali più belli che avessi mai visto.
Mi piaceva, era mia abitudine andare sul tetto di casa, quando avevo una brutta giornata, e sdraiarmi per osservarlo nella sua immensità.

Non mi importava se fosse buio o giorno, se ci fosse il tramonto o l'alba. A me bastava guardarlo, e capire che sotto quella distesa di azzurro c'erano tante persone che magari avevano i miei stessi problemi, se non peggiori.

Mi faceva stare meglio, e spesso avevo i miei genitori a farmi compagnia. Loro sapevano, che se non mi avessero trovata nella mia stanza, ero di sicuro sul tetto.

E ogni volta mi raggiungevano, senza fiatare perché entrambi sapevano che non ero una a cui piaceva parlare dei propri problemi.
Che non mi piaceva parlare in generale.

Si sdraiavano accanto a me, e in silenzio osservavano il cielo assorti anche loro nella propria mente.

Lo fanno ancora, e sono sicura che non smetteranno mai di farlo.
È una cosa troppo importante per entrambi.

<< Caity, non sei ancora pronta? >> chiese mia madre entrando nella mia stanza.

<< manca un'ora e mezza, perché dovrei essere pronta? >> domandai infilandomi la felpa rosa pastello.

<< lo sai che devi sempre arrivare in anticipo a scuola, dovresti essere già pronta da un pezzo >> disse sconfortata prendendo il mio zaino per infilarci dentro i libri che avevo lasciato sulla scrivania.

<< mamma, va bene arrivare in anticipo. Ma un'ora e mezza prima? >> lei mi lanciò uno sguardo minaccioso.

Di mattina non era mai stata una persona molto allegra, o gentile.

<< vuoi per caso diventare come quegli scappati di casa dei tuoi compagni? >> chiese irritata.

<< ti sembro una scappata di casa? Basta guardarmi per capire che non lo sono >> ribattei infilando anche le scarpe.

<< hai ragione, solo tu porteresti un libro in borsa anche per andare a fare la spesa >> mi sbeffeggiò passandomi lo zaino pieno.

<< non si sa mai, potrebbe sempre servirmi >> risposi prendendo le ultime cose prima di uscire dalla mia stanza.

Entrando in cucina trovai mio padre intento a mangiare il solito pane con la nutella, che mi faceva ogni mattina prima di andare a lavoro.

Mi rivolse un sorriso gentile, prima di darmi il buongiorno e tornare al suo giornale quotidiano.

Presi due di quelle fette, e addentandone una uscii di casa.

L'aria fresca di una mattina di Marzo mi travolse, soffiandomi il vento in faccia e facendomi andare i fastidiosi lunghi capelli rossi negli occhi.

Mi sistemai meglio lo zaino sulle spalle, e ancora mangiando la seconda fetta di pane, misi le cuffiette con la mia cantante preferita.

Ascoltavo Bruno Mars da quando avevo solamente tre anni, e fin da quei tempi è stata la mia preferita.
Ascoltarla di mattina mi metteva di buon umore, non che non lo fossi già.
Era difficile che io mi svegliassi di cattivo umore.

Passeggiai in tranquillità lungo la strada, e una volta finito il panino presi dallo zaino il mio libro preferito.

Con ancora la musica alle orecchie, mi immersi nella mia lettura a tal punto di non rendermi nemmeno conto di essere arrivata nel cortile del mio liceo.

Non era ancora affollato come lo era spesso, ma c'erano comunque troppi studenti per rimanere qui fuori a leggere. Perciò entrai nella struttura deserta, e camminai per un paio di minuti fino ad arrivare nella mia classe di letteratura inglese.

La mia materia preferita tra tutte.

Come immaginavo la classe era vuota, e non mi fù difficile prendere uno degli ultimi posti.
Anche se mi fossi messa in fondo, so bene che il professore non mi avrebbe tenuta d'occhio come faceva con gli altri.
Io mi ci mettevo per comodità, e stavo attenta alle lezioni. Loro lo facevano per lo più per mangiare di nascosto, usare i telefoni e scherzare tra di loro.

Sarebbero stati bravi nel non farsi scoprire, se solo non fosse che il professore conoscendoli li teneva d'occhio.
Perciò la maggior parte delle volte venivano beccati, e nei casi peggiori mandati in presidenza.

Ad esempio qualche settimana fa un ragazzo è stato scoperto mentre guardava un filmato porno in classe, dopodiché sono stati convocati entrambi i suoi genitori, gli è stato requisito il telefono temporaneamente ed è stato sospeso per qualche giorno.

Di nuovo, talmente ero immersa nella lettura, da non essermi resa conto che la classe si stava riempiendo di alunni.

Guardando l'orario, notai che mancavano meno di cinque minuti alla prima lezione del giorno, perciò non mi stupii che fossero arrivati.

Alzai lo sguardo dal libro quando sentii la sedia di fronte a me strusciare, provocando un rumore leggermente fastidioso.

Mi scontrai con delle iridi di un azzurro stupendo, come il colore del cielo mattutino in primavera; una folta chioma marrone scuro che gli copriva in parte la fronte; un leggero strato di lentiggini e un sorriso gentile.

<< mi dispiace di aver interrotto la tua lettura, non l'ho fatto apposta >> disse in tono di scuse sedendosi di fronte a me, voltandosi però diede la schiena al professore che sta facendo il suo ingresso.

<< non preoccuparti >> dissi accennando un sorriso per poi chiudere il libro e lasciarlo sul banco.

Lui lo osservò incuriosito, leggendo il titolo.

<< Romeo e Giulietta eh? Ti piacciono le storie tragiche? >> chiese alzando di nuovo lo sguardo su di me.
<< io sono Nathan >> affermò poi.

Sorrisi ripensando a tutte le volte che avevo letto quel libro, sperando che fosse come la prima volta.
Non lo era mai, ma mi piaceva la loro storia perciò continuavo a leggerlo all'infinito.

<< non mi piacciono le storie tragiche, ma se devo dire la verità spesso il lieto fine mi annoia. Certo, leggendolo sei contento. Ma non provi mai le stesse emozioni che provi con un finale triste >> spiegai, e lo vidi annuire con un bellissimo sorriso sul volto.

<< capisco cosa intendi, ma io preferisco sempre un lieto fine. Dopo tutto ciò che passano i protagonisti, dovrebbero almeno avere una fine felice >> ascoltai la sua opinione, trovandomi d'accordo con lui nonostante la mia fosse totalmente differente.

<< ma, da ragazza misteriosa non mi hai ancora detto il tuo nome, mentre io ti ho già detto il mio >> disse poi incuriosito.

<< il mio nome lo scoprirai a breve >> risposi prendendo dallo zaino i libri che mi sarebbero serviti per la lezione.

<< continui a fare la misteriosa? Per scoprilo mi sottoporrai a delle prove? >> domandò scherzando e io ridacchiai.

<< lo scoprirai perché il professore, che è entrato più o meno cinque minuti fa, sta facendo l'appello e io sono una delle prossime >> lui si voltò di scatto verso il professore, non essendosi accorto della sua presenza, e poi di nuovo verso di me.

<< mossa intelligente >> mormorò con un sogghigno.

<< Caitlyn Allen? >> chiese il professore proprio in quel momento.

<< presente >> risposi alzando la mano.

Nathan si voltò ancora una volta verso di me, sorridendo.

<< Nathan Anderson? >> al richiamo, Nathan alzò la mano e disse anche lui di essere presente.

Poi il professore finì l'appello, e si mise in piedi per iniziare la sua spiegazione.

<< beh, è stato un piacere conoscerti, Giulietta >>



Hey narcisi 🌼

Cosa ne pensate per ora? Vi sta piacendo?

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