All'improvviso ritornavo bambino

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POV FEDERICO

Nicola era di fronte a me, potevo ben vederlo, mi stava toccando, stava toccando la mia pelle nuda, e, questo mi portava dei brividi lungo la schiena.

Avevo paura, tanto paura; perché dal nulla ridiventai piccolo, stavo da solo in un vialetto, e le persone trovavo femminile i miei lineamenti, trovavano che io fossi un oggetto, uno stupido ed inutile oggetto, potevano giocarci con esso, era piccolo, chi avrebbe mai fatto piano ad un oggetto di porcellana?
Chi avrebbe mai pensato che a quell oggetto fragile ci fossero delle emozioni ? Quando dicono "quanto sei maturo per la tua età!" La risposta sarebbe negativo, io non sono maturo, io sono traumatizzato. Nient'altro.

《ti prego fermati ho paura》 gli dissi sussurrando quasi, avevo davvero di ridiventare un suo oggetto, stavo tremando e questo lo notava anche lui.

《scusa, stai bene?》 mi disse, staccò le sue mani da me. Appogai la mia testa al muro, stavi per piangere, avevo paura, io avevo paura di lui, avevo paura della razza umana, non avendo mai avuto un dialogo e difficile, difficile fidarsi.

Lui venì ad abbracciarmi, mi sentii per un attimo in paradiso, cosa era quell'emozione? Avere prima paura e poi amare la sensazione che essa ti da era strano. Potrei mai odialo?

Quell'abbraccio creò una barriera rotonda attorno ai nostri corpi, mi sentii in paradiso, sentii le sue calde braccia circondarmi, le sue mani crede nella mia schiena e la sua faccia che aspettava un ricambiò dell'abbraccio.

Lo feci, non so con quale coraggio, la c'è la feci.

Dopo un po' ci scrollammo lui mi guardò in faccia, cercai di nascondere il mio volto da lui, vergognarmene altamente.

Lui, però, voleva solo togliere dei residui di cristallo dai miei occhi. Ed e quello che fece, mi prese la mano per trainarmi sul letto, in cui mi fece sedere, delicatamente, mettendosi in ginocchio davanti a me, sentivo il suo sguardo mangiarmi. In quel momento non sapevo se amarlo o odiarlo.

《cosa c'è? Dimmelo cosa ti tormenta》 mi disse preoccupato, qualcuno si poteva preoccupare di me? Una persona qualunque, una persona come Nicola?- non interessato al mondo, come poteva lui interessarsi a me? A quel punto ero indeciso se diglielo o no.

《Fede. Dimmelo》 mi disse, lo continuavo a guardare, non sapevo cosa dire, avevo paura di rovinare, avevo di rovinare il rapporto tra noi due, ne avevo paura.

《facciamo così ti faccio cambiare e dopo parliamo, lo so che non me lo vuoi dire ma è meglio il dialogo che un obbligo mentale.》 mi disse per poi lasciare un bacio in fronte, si alzò da terra, anche io mi alzai, i nostri sguardi si toccavano. Appoggiai la mia testa al suo petto per poi avere una specie di abbraccio da lui.

Mi vestì al volo senza sprecare tempo.

Aprii la porta, la dove mi aspettava Nicola, lui era rivolto da tutt'altra parte era quesi perso, pensieroso, preoccupato. Si poteva ben vedere, appena mi vide corse da me, mia sorella uscì dalla sua camera, disse corredo che doveva uscire con le amiche.

Entrai dentro la mia camera, lui chiuse la porta dietro di noi. 《raccontami della tua vita, partendo dall'infanzia》 mi disse per poi mettersi accanto a me, mi guardava, guardava i miei occhi.

Ci sedemmo sul letto uno di fronte all'altro, iniziai a dirgli un po' di informazioni sparse, non potevo e non volevo tanto dirgli tutto.
Mi limitai solo a dire dei miei anni in Polonia, della assenza dei miei genitori, una assenza mentale. 《succedeva qualcosa in quei angoli?》 mi disse riferendosi alle vie che legavano la strana casa mia.

《ho sempre avuto lineamenti femminili, la gente pensa a me come un gioco a scopi sessuali, diciamo che non è successo solo in Polonia, solo che alcune volte mi trovo disgustoso, il mio corpo sembra così sbagliato, io sembro sbagliato》 dissi quasi impazzendo mentalmente, iniziai ad avere tic all'occhio, un normale tic nervoso che mi veniva la notte, quando pensavo, ma che nessuno si accorgeva di me.

《that's why you tried to kill yourself??》 mi disse in inglese, il mio sguardo cambiò drasticamente, come lui- non gli avevo detto niente al riguardo- 《il tuo corpo e nascosto, fammelo vedere, togliti la felpa》 mi disse, mi imbambolai la sua frase detta con una tele semplicità, senza pensarci su, mi fece rabbrividire. 《ho paura, Nicola.. ho paura》 gli dissi, la frase lo fece sentire evidenziato, mi venne addosso, il suo movimento mi fece indietreggiare, chiusi le gambe e le portai al mio petto, lui mi prese la schiena con le braccia facendomi portare ad aprire le gambe, lui si misi dentro esse per poi sollevarmi, sollevare il mio corpo come se fosse una piuma.
Mi prese la parte inferiore della felpa per poi sollevarla. Sentii il tessuto essere tolto dal mio corpo, le mie braccia erano al nudo, lui mi guardò stupito di quello, la sua reazione mi fece paura, cazzocazzocazzocazzo, perché doveva essere così, -"ti prego continuami A guardarmi con gli stessi occhi"
《Fede?- guardami, guardami》 mi disse cercando di prendere la mi attenzione invano.
Lui non sapeva cosa stette succedendo nella mia testa, lui provava ma non poteva. 《"ma la parte incasinata e che una volta che inizi a
farti del male, non puoi
mai non essere un mostro inquietante, perché tutto il tuo corpo è ora un campo di battaglia, sfregiato e carbonizzato, a nessuno piacerà, e così sono fottuto, dentro e fuori.》 gli disse con assenza di emozioni.
Lui mi guardò per poi venire da me mi prese in braccio, mi fece sbattere al muro pur facendo avvicinare i nostri corpi, le sue braccia mi circondarono, ed io ricambiai l'abbraccio, 《siamo solo noi due nessun altro, okay?》 mi disse in modo dolce.
《okay》gli risposi concentrandomi sul nostro abbraccio intenso.

Mi portò giù solo dopo svariati minuti per poi chiedermi cosa volessi mangiare, lui andò in cucina per preparare del normale riso, prima di andarsene mi disse -"questo sarà il nostro, e solo nostro segreto per sempre" dopo quella frase i misi occhi si gonfiarono, per la prima volta non mi sentivo una merda, la terapia mi faceva sentire a disagio, mi faceva sentire come se mi stessero obbligando, ma con lui mi sentivo sereno, mi senti libero, sentivo qualcosa che era ben diverso dall'obbligo mentale, sorrisi, feci un sorriso vero dopo tempo, mi chiedevo solo una cosa, cosa era questa libertà che avevo con lui? Cosa era questa emozione? Qualcuno mi poteva rendere così felice per una singola frase? Ero così ossessionato da volerlo risentire.

SPAZIO AUTORE

allora questo capitolo che ho scritto non che che mi piace Po così tanto, trovo questo capitolo il più schifose che potessi creare, non è che mi piace davvero tanto, soprattutto le parti in cui spiego sono scritte malissimo, ma non sapevo come spiegarlo quindi ho optato per questo-

mi dispiace è davvero tanto se questo non è stato di vostro gradimento, cercherò di migliorare delle descrizioni, soprattutto anche nello scrivere.

           L'unica  cosa ad avermi
Dato soddisfazione e stato
Il testo che ho trovato,
Cioè l'immagine che sta in alto
Io la amo, c'è si addice al testo
:))

Byee

Perché lui si ed gli altri no? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora