Dopo una certa il tempo scorreva ed scorreva.
Cercavo di affogarlo invano, molte di quelle volte che non riuscivo neanche a contarle per dieci mani. Andammo dentro la casa, io mi buttai sul letto, invece, lui andò a farsi una shower.
"Vuoi qualcosa" mi chiese prima di entrare nel bagno, il mio corpo inerme non aveva la voglia di muoversi.
"Niente" risposi un po' strano, lui lo capii, ma non fece niente; restò solo li a scrutarmi con le sue pupille da quell colore immenso, quel buco nero che mi faceva sentire un piccolo puntino in un celo stellato, quella piccola stella troppo distanti o troppo piccola per essere guardata come le altre. Quando vedi una il mare in due occhi neri e la fine..
"No, non è vero" risposi onesto per poi emergere un sorriso della faccia dello spilungone.
"Leva le prime 4 cifre di quel niente" dissi con un imbarazzo tremendo.
"Faccio schifo in italiano dimmelo solamente" mi rispose. Si vedeva che aveva capito ma voleva sentirselo dire, e così lo obbedii.
"Te" risposi netto, lui andò in doccia con un sorriso da trentasei denti in faccia, sentii l'acqua aprissi. E passarono diversi minuti, mi annoiavo, ed il mio telefono iniziò a vibrare lo presi nelle mie mani per poi vedere la persona con sul scritto il suo nome: SID😻😻🍃.
Mia cugina, aprii la chiamata, solo perché la voglia di morire di noia in quell'istante era paria a cento.F: oi
S:sempre così allegro?
F:senti chi parla.
S:beh hai ragione..
F: come va li dentro?
S:le pene dell'inferno puntano su di me. come un grosso imbuto a forma di pozzo scosceso, creatosi - secondo la tradizione - dall'angelo caduto Lucifero che, precipitando sulla Terra e conficcandovisi al centro, avrebbe generato la voragine.le persone ostretti a portare un cilicio, hanno le palpebre cucite con il fil di ferro.
F: che descrizione, quando vieni rimessa??
S: dopo domani. "Come stai?"
- "Sopravvivo."
-"Fa male?"
- "Cosa?"
- "Sentirsi così, insomma, in bilico."
- "Sì, ma dopo un po' ci si abitua."
-"Abitua a cosa?"
-"Al dolore, alle lacrime, alle notti insonni, al silenzio."
- "Non ti dispiace lasciarti andare?"
-"A volte, lasciarsi andare è l'unico modo per non soffrire."
- "Sì, ma dopo stai peggio."
- "Non c'è mai fine al peggio."
- "Perchè non chiedi aiuto?"
-"Sono tutti troppo sordi per non sentire che sto urlando in silenzio.'
S: certo ora devo andare mi devono dare un sedativo.
F: ti voglio bene, ciao.
S: ciao tesoro.Sidney era stata mandata in ospedale per uno scatto bipolare, stava bene in finché una persona la fatta letteralmente impazzire, un commento scanso la aveva allarmata aveva paura, ed e stata male per una settima. Non aveva mangiata niente ma solo preso un intero flacone di aspirina.
Per poi trovarsi lì. Io e mia cugina siamo cresciuti da due mamme differenti ma la realtà era ma stessa, la stessa cosa. Io ero solo un bambino disagiato, lei un tremolìi, quella goccia che ha fatto traboccare il vaso, paura della società. Una ansia sociale fin da piccola. La mia e solo una fobia sociale, ho sempre avuto paura delle situazioni sociali in alcune situazioni non in tutte.
La porta fece un scricchiolio e un odore di menta fuori uscii dal quella stanza, una figura mezza nuda mezza rincoglionita, si andò a stendere sul letto dove ero poggiato io, per poi farmi segno di avvicinare il mio corpo a lui, mi alzai dall cuscino per poi mettere le mie gambe intersecate fra loro, lui a peso morto si appoggiò facendo un po' più delicatamente sul buco che avevano creato le mie gambe. Chiuse gli occhi, resto li immobili3, si vedeva che era mezzo addormentato, il mio sguardo aveva ormai il vizio di guardarlo quindi era molto prevedibile che in quella situazione lo avrebbe fatto.
《se mi guardi non riesco a dormire》 mi disse.
Okay
okay
okay
okay
okay
okay
okay
così stava superando il mio limite, cosa cazzo gli girava per la capocchia. Cazzo era indemoniato, approfittai quel momento per toccargli i capelli, erano così perfetti, il suo colore naturale era così bello. Anche da bagnati avevano una forma così compatta. Presi una sua ciocca per poi arrotolarla al mio dito. Per poi vedere la sua faccia soddisfatta da qualcosa.《perché sei sempre solo a casa e non esci mai da lì dentro??》
"Ho più cicatrici che amici" dissi netto senza fargli provare, percepire e fagli capire la mia emozione interrotta, quella mia emozione che serviva un sorriso forzato.
《Mh-》disse per poi aprire gli occhi e dirigersi verso la mia faccia, portando si la mia schiena a collassare sul materasso.
《Nicola ma ch-》 non mi fece finire la frase che i suoi occhi mi arrestarono. Mi fece quasi paura, mi passarono diversi brividi sulla schiena.
《ed ecco, questo sei tu. Hai paura anche della tua ombra; le persone ti hanno camminato sopra e tu?? Cosa hai fatto? Mhh, assolutamente niente. 》 mi disse freddo, gli distolsi lo sguardo, non se lo meritava.
《ed ero solo un bambino io non avevo il bisogno di essere forte, volevo essere solo protetto》 dissi con voce tremolante
SPAZIO AUTORE
Buon strecico day, volevo fare qualcosa di bello ma è una merda. C'è in verità il giorno che pubblico questo non è lo strecico day ma lo scritto quel giorno quindi.. per me lo e. Faro i capitoli più corti, diciamo non più 1000 parole ma punto alla 700-800-900.
Tranne quelle bonus.
STAI LEGGENDO
Perché lui si ed gli altri no?
RomantizmNon voglio fare una vera trama della storia quindi vi dirò solo gli argomenti e una picca parte di storia : Nicola lavora in una azienda, viene mandato a casa di una ricca famiglia, i De Lucis, cioè la famiglia di Federico. Il loro rapporto inizia...