Potevo vedere della soffernza nei suoi occhi

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Dopo un po' di tempo decisi di cambiarmi per uscire di casa, forse l'aria fresca avrebbe fatto sii che le mie idee si mettessero in una retta via, dico a Nicola che sto uscendo lui annuisce solamente, non dando tanta retta alla mia presenza, bruh, forse stava chattando con una altra ragazza. Feci finta di niente di uscii di casa, andai in un posto sperduto che mi piaceva andare quando non c'era posto per uno come me, o per me.

Mi girava la testa ma questo in quel momento era una informazione irrilevante, eccomi, ero arrivato, l'area circostante era ricoperta da foglie, foglie che cadevano, foglie di un colorito rosa chiaro, ed in mezzo ad questo ambiente per me ammaliante c'era un ciliegio alle dimensioni abbondanti, l'erba era molto corta e la zona era silenziosa, mi piace, adoro il silenzio, il baccano mi fa paura, mi fanno male le orecchie, il rumore delle parole, piccole lettere messe insieme, formando delle frasi che, alloro volta si divideranno tra di loro; invece il silenzio era facile, nessuna forma di complicazione, solo il vuoto, quel vuoto che molte persone non sanno quanto sia bello, chiusi gli occhi ascoltavo, ascoltavo il vuoto, ascoltavo il suono delle nuvole, ascoltato il fruscio dell'erba, ascoltavo ed ascoltavo, lo facevo senza sosta, gli riaprii mi sentivo bene, ma ancora pensavo, forse dovrei provare qualcos'altro, mi alzai da terra ed mi incamminai per arrivare a casa, mi si erano sistemati alcuni dubbi nella mia testa, ma quello che era successo mi stava uccidendo, stava uccidendo me, iniziò il pensiero eccessivo, da un unico pensiero se ne intersecano altri, come se avessero una corda che non li divide mai, come se tu fossi obbligato ad pensare tutti insieme ad a crearsi un piccolo spazio soffocato che ti ha mancare l'aria, arrivai a casa quasi senza fiato, mi sentivo in colpa.

Forse non me lo meritavo? Era questo, non credo di meritarmi un bacio, non credo di meritare un cazzo da nessuno. Dal tronde e di quello che discuto i miei genitori fra di loro. odio il fatto che se ho paura è per colpa vostra,
odio come voi abbiate trasformato la mia vita, odio che voi mi abbiate tolto la mia felicità, odio come mi fanno stare male,
odio tutto di loro:
la loro figura, il loro carattere con me, e vi odio.
ma sai cosa odio di più?
Il fatto che non mi accettate, il fatto che anche dopo aver scoperto della mia malattia mentale vi siete solo allontanati da me, e che mi avete lasciato nel periodo più brutto della mia vita, mi avete abbandonato, cosa c'è di male nel voler affetto dai propri genitori? A me non interessava di un tetto sulla testa, mi interessava di aver l'affetto dei miei genitori, una cosa che non potrò  mai avere, ma ora ci ho fatto una ragione e davvero difficile parlare con loro.

tanto loro saranno quelli buoni ed io sarò sempre uno stupido bambino che si taglia.

Ma a volte basta suonare la musica più forte dei tuoi pensieri, basta perderti nel tuo modo, dove ci sei solo tu, tu e la tua immagine. Però, mi ricordo, una volta mia madre ha cercato di scusarsi per avermi buttato a terra ed avermi fatto che il naso di sangue avendolo rotto con un pugno.
Era passati alcuni giorni da quell'accaduto e si scusò, cercando di farmi pensare che il mio naso si era rotto per lo spavento. Ma ha cercato di scusarsi quando ormai le mie braccia già pungevano sotto quel tessuto che le copriva.

Ritornai nella realtà mi misi sul mio letto, Nicola stava lavorando e i miei erano ritornati tardi quel giorno quindi stavano dormendo.

Aprii il cassetto del comodino, le mie pillole, L' XANAX presi una dose eccessiva, presi tutte quante senza acqua, "avevo fatto di nuovo il cattivo, avevo preso una dose eccessiva di pillole ero stato un cattivo bambino e le ho mangiate con se fossero caramelle"

Mi risvegliai dopo quattro ore, a causa di un movimento, un semplice e delicato movimento che avevo sentito da perte del materasso, aprii gli occhi, era Nicola che si stava per mettere accanto a me, lui non si era ancora accorto che io ero sveglio quindi colsi l'occasione per guardarlo cosa faceva, ad quel punto ripensai al accaduto di qualche ora prima Quando avvicinò le sue labbra alle mie
senti l'amore
di cui i libri parlano da secoli.

Ma mi concentrai su altro, cioè guardalo. Feci finta di svegliarmi ora alzando la testa. Lui se ne accorse, e mi salutò con un cenno, che strano perché non parlava oggi.

POV NICOLA

Federico si era appena svegliato il suo sguardo era rivolto su di me, non sapevo perché mi guardasse così, beh, così tanto turbato, poi mi ricordai di diverse ore fa e di conseguenza della mia situazione mentale, della mia astinenza dai baci, da quanto ero fottuto dai suoi occhi, era stato lui ad intimormi, ma io avevo esagerato e questo non lo potevo controllare non ne parlai con lui perché potevo immaginare cosa potesse solo pensare di me. All'improvviso si alzò dal letto ed aprii il computer, le sue dita sbattevano contro i tasti, le parole scorrevano, e questo mi incuriosì, 《cosa fai?》 gli chiesi estremante curioso.

《scrivo》 rispose senza aggiungere una minima lettera. 《leggimi quello che hai scritto》 gli ordinai di farlo, non so ma a lui questo fece un certo effetto, come se mi volesse nascondere quello che aveva procreato. 《ma- io non voglio》
《fallo non ti giudicherò, sono solo curioso il perché il tuo computer ha la stessa pagina da ormai settimane, se non lo sai io vado via la prossima settimana》 gli disse lui per ti rimorso lesse:
"forse ho capito, molte volte per tante persone c'è un inizio però purtroppo anche una fine.
d'altronde è cosi per tutto. una morte non legata alla vera
morte, semplicemente la morte di un rapporto. che ti uccide come se fosse morto davvero qualcuno, però come proprio dice la parole non muore solo una persona, ne muoiono due. il primo morto è chi cambia.
quando passa dal dirti che sei tutto per l*i, nel mio caso, che sei tutto per lui, al dirti che dovete lasciarvi, quando passa dall'essere dolce al freddo
privo di interesse. il secondo morto sei tu, perché ci tenevi, perché hai dato tutto e ora non avevi più nulla a parte un vuoto che non si sarebbe più riempito ma espanso. tornando a me. tra me e lui era una cosa diversa.
c'è stato un inizio, e forse una fine, ma una fine detta solo a parole, o meglio, a messaggi,
privi di emozioni. non sono stati tira e molla di coppia tra di noi, erano troppo banali e facili per
2 come io e lui, noi ci catturavamo e lasciamo come abbiamo fatto da quando ci siamo conosciuti. ci stuzzicavamo, ci illudevamo, ci divertivamo a farci ingelosire per poi rinfilarci un coltello nel petto e lasciarci li a terra a sanguinare e ad annegare nelle nostre lacrime. a dirla tutta ero io quella che annegava, perché io ci ho sempre sperato. parlo per entrambi quando descrivo
a rifermiamo solo a me stesso quando ti parlo della reazione.
lui non lo ammetterebbe mai che sta male per qualcuno.
sono passati quasi 2 anni da quando io ho visto rune per la prima volta. a differenza sua io lo rispetterò sempre e lo considereró un capitolo molto bello e doloroso della mia vita.
però non so se io lo abbia desiderato più di qualunque altra cos'è o no, ogni capitolo in ogni libro, in ogni storia ha un inizio, è proprio come la nostra storia, una fine. non l'ho mai..'

《Riguardo la scritta che avevo appena scritto, ne ero un po' protuberante se fosse bello o no.》 mi disse io rimasi sbalordito.

Cazzo, cazzo se era bello, non pensavo che lui potesse scrivere così tanto bene, poi da lui non mi aspettavo storie di amore, 《e solo la fine del capitolo no della storia, ecco perché lo fatto così》 mi disse lui in tono minore timido.

《cazzo se sei bravo, non ti credo uno da storie di amore》
《lo so》
《ma mi piace raccontare》 mi rispose per poi mettersi di nuovo nell' letto accanto a me.

《L'erotismo non è due gambe che si aprono.
Ma un cervello che ti fotte.》gli dissi, i suoi occhi iniziarono a brillare, 《e vero, anche se non lo mai provato prima, per quanto io abbài letto e così》 mi disse.

《io non ho un buon rapporto con l'amore, l'unica cosa che faccio e scopare, dall'ultima relazione che ho avuto, diciamo che devo ancora capire bene》 gli confessai, io serpevo un suo segreto ed lui doveva sapere il mio. Era un fatto di fidarsi. 《continua 》 mi ordinò
《oh, beh.. vorrei riprovare a dare il mio cuore ma qualcosa me lo impedisce》 gli dico
《Tutti dicono che l'amore fa male, ma non è vero.
La solitudine fa male.
Il rifiuto fa male.
Perdere qualcuno fa male.
Tutti confondono queste cose con l'amore, ma in realtà, l'amore è 1 unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore e ci fa sentire ancora meravigliosi.》 sorrisi dopo questa frase, era così il carattere di Fede? Era così calmo. 《ehi Fede stai bene?》
《si, si sono solo stanco 》 mi disse con tono molto tranquillo, lo cercai di credere anche se nei suoi occhi potevo vedere la sofferenza.

Perché lui si ed gli altri no? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora