Io sono Midoriya Izuku, questa è la storia di come sono diventato il più grande uomo ragno del Giappone, non vi annoierò con le solite descrizioni caratteriali o fisiche ma comincerò a parlarvi della mia vita prima di diventare supereroe. Nella città giapponese di Tokyo non esistevano poteri magici o speciali ma persone magiche e speciali, la loro presenza rendeva la mia città un posto sicuro e bello in cui vivere. . . Purtroppo però assieme agli eroi dovevano per forza esserci anche i cattivi e quindi molti degli uomini o donne che ci proteggevano avevano affari molto più grandi da sbrigare, non potevano esserci sempre e soprattutto non per tutto, se ad esempio un ladro prendeva l'iniziativa di rubare una televisione a volte non poteva essere fermato e questo era un po' tutto ciò che accomunava la vita di tutti, nonostante tutto la presenza improvvisa di alcuni esseri in grado di trasmettere degli strani poteri agli umani ebbe luogo proprio nella mia città e così cominciarono ad intervenire scienziati, poliziotti ed il governo stesso per sterminare quegli insetti e catturare e studiare tutte le persone che furono morse da essi, purtroppo molte vennero imprigionate ingiustamente perché ritenute pericolose.
Ora che vi ho fatto una breve descrizione di ciò che successe avete una panoramica dei fatti quindi torniamo alla mia storia.-Izuku svegliati! Devi prepararti per andare a scuola altrimenti farai tardi!- Aprii gli occhi a stento, ormai la mia vita sembrava essere sempre uguale, per me era come vivere in un loop. "Izuku svegliati, Izuku vai a scuola, Izuku torna a casa, Izuku mangia, bevi e poi dormi", tutto questo era così stressante da opprimermi talmente tanto da rendermi spesso triste con la conseguenza di chiudermi in me stesso per immaginare un mondo tutto mio, il mio posto sicuro. . . Purtroppo non era reale e quindi quando dovevo tornare alla vita vera mi annoiavo, mi sentivo solo e non volevo parlare con nessuno, ma questo era uno dei tratti nascosti del mio carattere, cercavo in tutti i modi di mostrarmi forte, gentile e allegro con le persone che mi circondavano tra le quali anche mia madre. -Izuku allora?! Se arriverai in ritardo il professore di storia ti metterà una nota!-
-Si mamma, sono sveglio! Dammi solo un'attimo per preparami!- Gridai per farmi sentire dall'altra parte. Non potevo farci nulla, dovevo andare avanti per me stesso e per mia madre ovvero l'unica persona che mi stava vicino, a volte per cellulare sentivo anche la nonna ma purtroppo abitava parecchio lontano da noi e quindi non ci vedevamo spesso. Misi la mia felpa verde preferita e alzai il cappuccio in modo da mostrare il meno possibile il mio volto alle persone e poi era figo tenere su il cappuccio.
-Izuku ma ti rendi conto che fa caldo? Come puoi tenere il cappuccio della felpa alzato?- Disse abbassandomelo, io la guardai infastidito ma lo lasciai giù solo per non iniziare a litigare, dopotutto appena sarei uscito fuori casa me lo sarei rialzato subito. -Hai fatto colazione? Sai che è il pasto più importante della giornata?-
-Si mamma lo so, ma non ho fame. . . Magari mangerò qualcosa a metà mattinata-
-Sei proprio un testardo, ma va bene così- disse avvicinandosi a me e spettinandomi i capelli già messi male.
-Dai per favore non toccarmi i capelli altrimenti quando uscirò assomiglierò ad un broccolo- mia madre rise.
-Allora forse non ti saresti dovuto fare i capelli verdi, ma ti stanno bene, non preoccuparti per i pensieri altrui tesoro- io le sorrisi a malapena, presi il mio zaino abbastanza leggero in quanto non l'avevo neanche preparato e andai nella mia scuola di storia e arte. Non ero in verità appassionato di cultura e non me la cavavo affatto nel disegno, tuttavia mi piaceva provare di tanto in tanto a raffigurare qualcosa di importante attorno a me, però quando si trattava di scrittura il mio cuore sembrava tornare a battere, "l'arte è nella poesia e la poesia è arte" continuavo a ripetermi. Fuori casa vidi sempre le solite persone prendere la loro valigetta professionale, entrare in macchina e correre sul posto di lavoro, la vita di tutti sembrava essere il lavoro ma io questo non lo capivo, insomma. . . Come può una persona vivere per quello? Magari può sopravvivere grazie ad esso ma non pensare sempre e solo di lavorare, si potevano fare cose migliori, altre esperienze o semplicemente provare a godersi la vita in famiglia, io tuttavia non potevo, ero costretto dall'obbligo scolastico e avevo solo due membri della famiglia in vita, purtroppo in passato persi mio padre e poco dopo anche mio nonno. Arrivai nel liceo e vidi alcuni dei miei compagni di classe, io non avevo amici o migliori amici, nemmeno fidanzate ma come tutti gli adolescenti ero interessato sentimentalmente a qualcuno, era il ragazzo più popolare, non semplicemente della classe ma proprio dell'intera scuola, tanto che era anche il capitano della squadra di basket scolastica, uno dei più bravi e uno dei migliori durante le lezioni, insomma era un sogno ad occhi aperti per me, in confronto a lui avevo zero e lo vedevo sempre con i suoi amici, mai che mi guardava o che avesse pensato di parlarmi. . . Forse per lui non esistevo nemmeno, in cambio però ero almeno considerato dal mio più acerrimo bullo.
-Ehi merdoso! Come li hai i capelli oggi?- Sbeffeggiò mentre mi abbassò il cappuccio e mostrò così a tutti la mia folta chioma spettinata. -Dovresti sistemarteli meglio quei capelli, mi sembri veramente un cespuglio dove poterci pisciare!- Lui e i suoi amici del gruppetto risero e così io feci l'ennesima figura di merda davanti a tutti coloro che non avevano il coraggio di intervenire, tuttavia una persona aveva il diritto di stancarsi giusto? Bene. . . Ero davvero incazzato nero e quindi non riuscii a lasciarmi scivolare addosso ciò che mi venne detto.
-E tu credi di essere migliore con quei capelli sparati in aria di colore giallastro? O forse mi sto sbagliando. . . Sono di colore uovo ammuffito, potresti benissimo farci una frittata e mangiartela- il biondino si girò verso di me con occhi pieni d'ira, quel colore rossastro riuscì a farmi intimorire e non appena si voltò per avvicinarsi a me io cominciai a tremare senza volerlo.
-Cos'hai detto?- I suoi amici continuarono a ridere per quei battibecchi, lo presero in giro a causa mia e questo sapevo bene che l'avrei pagato caro. -Ora non parli femminuccia?- Io tornai a trasalire, ormai il mio sguardo di fastidio lo notarono tutti. -Che c'è? Ho toccato un tasto dolente? Sappiamo tutti che ti fai le seghe sulle riviste gay- io preso dalla rabbia lo spinsi per cercare in qualche modo di sfogare quel mio complesso interiore e per mostrare agli altri che ero un uomo virile, purtroppo però non ero affatto così e dietro le parole del mio bullo di fiducia avrei voluto piangere. Bakugou afferrò la mia felpa e iniziò a sferrarmi tanti di quei pugni che finii per svenire davanti gli occhi di tutti.
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Buongiorno a tutti, ho pensato di scrivere questa nuova storia Tododeku perché era da un po' che non scrivevo di loro, spero che vi piacerà e che apprezzerete il mio cambiamento di scrittura (ho provato a scrivere in prima persona e di solito sono abituata con la terza persona) comunque mi sto divertendo nel scrivere, penso che pubblicherò almeno un capitolo al giorno ma poi vedremo. Grazie per il supporto e buona lettura 🌹🥰

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Along the Thread of Life |Tododeku Spiderverse|
FanficConosciamo tutti la storia di Spider-Man ma se nello stesso universo iniziassero ad esserci più supereroi ragni come sarebbe la storia di Midoriya Izuku se vivesse in quel mondo e se non esistessero i quirk? Questo libro racconta di come Izuku diven...