Capitolo 17 |Abusi in casa|

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Saltai esultando per l'intera camera di Shoto, non riuscii a contenermi quando poi inciampai a causa del suo tappeto. -Sei un caso perso- disse trattenendosi dal ridere, io mi rialzai e tornai sul letto, poi presi un boccone di pizza e lo mandai giù.

-Ora non potrai più rimangiarti nulla, siamo legati da un'amicizia indissolubile formata da un patto di pizza- dissi tendendogli una mano in cerca di una stretta per consolidare il rapporto, lui alzò un sopracciglio e mi fissò senza muovere altro muscolo. -Eddai- incitai, alzò gli occhi al soffitto e decise finalmente di stringerla, fui talmente felice da non rendermi conto dell'orario e che a breve mia madre sarebbe arrivata a casa. -Shoto i-io devo andare! Scusami ma. . .- Una mano mi afferrò il polso e mi riportò sul letto.

-A dire il vero ora tocca a te rimanere da me lo sai?-

-Come?!- Non ero pronto a quella domanda improvvisa e il mio coraggio divenne fumo.

-Io ero rimasto con te quando guardai i tuoi disegni, non dico di passare l'intera notte qui ma di trattenerti, così potremo parlare- respirai.

-S-solo che devo avvisare assolutamente mia madre. . . Non posso sparire come la scorsa volta- Shoto si alzò e aprì leggermente la porta della sua camera, poi la richiuse in silenzio.

-Abbiamo il cellulare di casa al piano di sotto, mia madre sta sicuramente dormendo assieme alla mia sorellina più piccola mentre i miei fratelli e mia sorella più grandi non sono in casa, dovresti solo preoccuparti di mio padre che di solito rimane sveglio fino a tarda sera- io tremai per l'agitazione ma accettai di correre il rischio.

-T-tuo padre mi mette paura. . .- Shoto mi diede una pacca veloce sullo stomaco e rise beffardo.

-Dove hai lasciato il tuo entusiasmo e le tue e energie di poco fa? Ti sale l'autostima solo a momenti?- Io risi imbarazzato.

-N-no! È che. . . Tuo padre fa davvero paura. . .- La verità è che tutta quella autostima e coraggio di cui parlava Shoto li ebbi solo per un determinato periodo di tempo perché tutto ciò che feci con lui nei pomeriggi lo programmavo già a casa o durante la notte al posto di dormire, facevo le cosiddette prove prima di incontrare la mia cotta e questo mi preparava ad ogni eventualità ma mai mi sarei aspettato di sentire da lui "rimani da me", inoltre molta della mia forza di volontà proveniva dal mio potere che mi dava abbastanza sicurezza.

-Sono sicuro che puoi farcela senza farti scoprire, devi solo essere cauto e vedrai che andrà tutto bene, però se non te la senti non voglio obbligarti okay?- Mi disse gentile, io gli sorrisi.

-Mi piacerebbe molto restare qui con te, proverò a recuperare il telefono di casa senza farmi sentire. . .- Lui annuì, aprì la porta e mi diede il via libera per uscire.

-Prendi il telefono e portalo nella mia stanza, una volta che avrai finito lo lascerò fuori dalla porta così che domani le domestiche lo vedranno e lo metteranno a posto-

-È così che funziona qui?-

-A quanto pare- lui scese giù dalle scale e notò suo padre guardare la tv, mi fece gesto di scendere e mentre andò in cucina a prendere qualcosa da bere io afferrai il cellulare ma in quel momento mi scivolò a terra e mi nascosi dietro l'appoggio delle scale, il padre di Shoto si voltò di scatto e vide il figlio in mezzo al corridoio con una lattina a terra. -Mi è scivolata- disse indifferente, la prese e avanzò verso di me ma suo padre lo chiamò d'improvviso, il volto di Shoto divenne cupo e andò da lui per capire cosa volesse.

-Portami una di quelle lattine- Shoto esitò e gliene porse una, io sbirciai ogni cosa dalle fessure delle scale. -Stai più attento la prossima volta- si limitò a dire, Shoto annuì e tornò indietro per risalire le scale quando improvvisamente il padre gli lanciò la lattina colpendolo violentemente in testa, lui si accovacciò a terra per il dolore mentre io cominciai a tremare, in quel momento sentii di volergli urlare contro e avrei voluto intervenire, ma tentai di mantenermi mordendomi la lingua e cercando di non farlo per il bene di Shoto. -Se farai cadere un'altra lattina la prossima volta ti lancerò addosso una bottiglia di vetro!! Chiaro!!?-

-S-si- disse con voce tremante.

-Non ho sentito!!!-

-Ho detto si!- Suo padre gli si avvicinò calciandolo verso il pavimento, era ubriaco fradicio ed io non potei guardare, mi voltai e misi una mano avanti la bocca per trattenere il mio respiro aumentato, il mio cuore batté per il terrore mentre sentii che sarei potuto scoppiare a piangere da un momento all'altro. Shoto riuscì ad alzarsi e a correre al piano superiore, io lo seguii salendo le scale da accovacciato mentre suo padre bevve a canna dalla bottiglia e tornò a guardare la tv, chiusi la porta della stanza a chiave per sicurezza e per non rischiare una sua comparsa improvvisa mentre Shoto si sedette sul proprio letto con uno sguardo stanco e nervoso, lo raggiunsi sedendomi vicino e con le lacrime agli occhi, era successo per colpa mia. Shoto mi guardò e mi passò la lattina ancora intera. -Hai visto tutto non è vero?- Io annuii non sapendo come rispondere di fronte a una situazione simile. -Non avresti dovuto vedere una scena simile. . . È colpa mia-

-N-no. . .- Io mi avvicinai a lui che spostò lo sguardo triste verso di me, confuso per ciò che stavo facendo ma poi lo capì, lo abbracciai distendendomi così sul letto e lui se lo lasciò dare dubbioso.

-Ehi. . . Un amico conosciuto da meno di un giorno di solito non abbraccia in questo modo- disse cercando di migliorare l'umore, tuttavia io piansi e lui mi sentì. -Ehi. . .-

-M-mi dispiace. . . Scusami!- Dissi con voce bassa e tremante, questa volta i miei singhiozzi riuscì a percepirli tutti, non potei più trattenere quei sentimenti, purtroppo io ero anche parecchio empatico e questo mi dava del filo da torcere ogni giorno, assistere a una scena simile mi fece stare male, però Shoto riuscì a farmi sentire meglio appoggiando una mano sulla mia schiena e accarezzandola cercando così di farmi riprendere.

-Sei così sensibile. . . Non capisco come fai di fronte alle ingiustizie della vita, piangi non appena succede qualcosa di brutto Izuku?- Io mi tirai su con il volto rosso e stato pietoso, lui tornò a passarmi un fazzoletto che usai subito. -Non devi preoccuparti okay? Sono abituato ormai a tutto questo, devo solo sopportarlo. . . Ora però chiama tua madre prima che te ne dimentichi- io annuii e la chiamai, spiegai di rimanere a casa di Todoroki e lei ne fu contenta, quindi sollevò anche me, mi asciugai le lacrime e così mostrai per la prima volta a Shoto una delle cose che mi imbarazzavano di più, ovvero piangere di fronte ad altre persone.

-Piango più spesso di quanto pensi. . .-

-Fai bene a piangere, fallo finché avrai lacrime per poterlo fare- lo guardai. -Quindi rimarrai tutta la notte qui, questo mi onora- gli mostrai un sorriso malinconico.

-Spero di non trovarmi in un posto infestato che di notte prende vita- risposi ironico, Shoto mi guardò con aria furba.

-Hai mai visto la saga della destinazione finale?- Io scossi il capo. -Ti piacciono gli horror?- Tornai a scuotere la testa ma Shoto sorrise e cliccò sul primo film della destinazione finale.

-M-ma fa paura!?-

-Può darsi, l'ho messo così sicuramente ti distrarrà un po', e poi ti darà un motivo valido per tornare ogni giorno qui da me per poterlo finire-
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"The final destination" è una saga di genere horror splatter che parla di alcuni gruppi di ragazzi con all'interno una persona in grado di vedere il futuro e quindi ogni morte che avverrà e in che ordine, dovrà poi cercare di capire come pensa la morte e intervenire prima che i ragazzi muoiano. Ho amato l'intera saga ;D
(Notizia a scopo informativo hihi)

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