Chapter 06: "I'm Nothing Without You".

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Mi inginocchio, poggiando una mano a terra.
C'è solo silenzio. Nessuna persona.
Mi guardo intorno, niente.
"Hey, è tanto che non ti vengo a trovare. Mi manchi, tanto. Anche se infondo non è passato molto tempo dall'ultima volta in cui ci siamo visti." Rido, ma non è una risata felice. È piena di tristezza. "Ross ed io siamo quasi bruciati vivi." Rido di nuovo.
Porto una mano sulla foto della lapide, come per accarezzare il suo volto.
La lapide recita:
《Logan Matthew Marano.
Nato il 25 Luglio 1993 - Morto il 26 Luglio 2011.
"Non piangere sulla mia lapide, Laura. Ti si rovina il trucco."》
Aveva dedicato a me la scritta sulla lapide.
"E gli altri come se la passano lassù? Porti ancora Lela sulle spalle? Papà e mamma si tengono ancora la mano?
Forse sto diventando pazza. Sono qui, a parlare con una lapide.
Ti ho portato dei fiori nuovi. Sono gigli. Ricordo che ti piacevano. Non ti porterò mai le azalee. Ricordo che le odiavi.
Mi ricordo di quando sradicasti tutte le azalee del giardino di mamma.
Quanto si infuriò quel giorno. Ma come incolparti? Avevi solo 9 anni." Mi spunta un sorriso, in volto.
Mi giro, verso le altre tre lapidi.
《Lela Melody Marano.
Nata il 4 Dicembre 1998 - Morta il 17 Aprile 2003.》
《Ellen Bouver (Marano).
Nata il 19 Febbraio 1973 - Morta il 17 Aprile 2003.》
《Damiano Ivan Marano.
Nato il 19 Marzo 1973 - Morto il 23 Gennaio 2014.》
"Quanto mi mancate. Beh, saluta gli altri. E ricorda a papà che non deve stare sveglio fino a tardi, per leggere il giornale.
Ti voglio bene, Loghi."
Mi alzo e mi incammino, lungo i sentieri del cimitero.
Passo davanti ad alcune lapidi abbandonate.
I parenti non li sono più venuti a trovare.
E credo che non ci sia cosa peggiore che morire ed essere dimenticati.

//

Come se tutto l'accaduto di questa mattina non fosse successo, mi incammino verso Starbucks, dove ho appuntamento con Rydel ed Alexa.
Mi dirigo velocemente verso il luogo dove devo incontrarle, visto che sono anche in ritardo.

"Hey Lau!" Mi urla Alexa, sventolando una mano, dall'altro capo della strada.
Io le sorrido, poi attraverso.
"Lex, Delly." Sorrido loro.
"Andiamo." Sorride a sua volta, Rydel.
Entriamo da Starbucks.
Io ordino un mocaccino, Rydel un non-so-che-cosa con il caramello e Alexa un cappuccino misto alla vaniglia.
Li ordiniamo, poi andiamo a sederci.
"Spero non ci mettano troppo." Dice Rydel.
"No dai, sono anche abbastanza veloci. Tranne quello di Hollywood. Quello è impraticabile.
"Vero." Commenta Alexa.
Dopo cinque minuti andiamo a prendere le nostre ordinazioni e usciamo.
Rydel ed Alexa iniziano a guardare alcune vetrine, mentre io osservo i fiori delle aiuole.
Mi piacciono da impazzire i fiori e non so cosa darei perché qualcuno me li regalasse.
"Lau? Ci sei?" Mi domanda Alexa, fissandomi.
"Oh sì, scusate." Mi riprende dai miei pensieri e riprendo a bere il mio mocaccino.
Mi sorridono.
Riprendiamo a camminare.
Camminiamo lungo i marciapiedi affollati del centro di Los Angeles.
Passiamo davanti ad una gioielleria. Noi ci guardiamo, poi entriamo.
Inizio a guardare le catenine esposte.
Finisco per comprarne due.

Verso le 16:20 le ragazze se ne vanno, mentre io mi dirigo verso la biblioteca.
Faccio un giro fra gli scaffali, alla ricerca di qualche libro.
Ne afferro un paio, poi mi siedo ad un tavolino, in un angolo.
Sono di vario genere.
'Il bacio dell'angelo caduto'
'White Soul'
Inizio a leggere il primo.
Sfoglio le pagine, presa nella lettura.
Il mio piede continua a battere al suolo, al ritmo del ticchettio dell'orologio da parete.

//

Alzo lo sguardo dal secondo libro.
Sono ormai le 21:00.
Fra dieci minuti la libreria chiuderà.
Mi alzo, stiracchiandomi.
Ho quasi finito White Soul, mentre l'altro l'ho terminato.
Il primo lo rimetto nel suo scaffale, mentre mi sistemo quello che devo terminare, sotto braccio.
Mi avvicino alla bibliotecaria e le mostro il libro. Lei mi sorride.
Ormai ci conosciamo.
Esco dalla biblioteca con il libro, sorridente.
Il cielo è buio e anche un po' coperto di nuvole.
Tira una leggera brezza.
Mi stringo il libro al petto e mi avvio verso casa.
In questa zona passano davvero poche auto e ci sono davvero poche case.
Questi quartieri assomigliano molto a quelli inglesi, tipo nel Surrey.
Varie case, ma le vie vuote.
I miei passi rimbombano intorno a me, appena raggiungo il cemento del marciapiede.
Raggiungo casa mia, per fortuna. Ormai tutto aveva un'aria spettrale.
Cerco le chiavi, dentro la borsa.
Le sento tintinnare nel fondo di essa. Appena le trovo, le inserisco nella toppa.
Apro la porta e la richiudo alle mie spalle, con quattro mandate di chiave.
Salgo le scale, buttando la borsa vicino al mobile della TV.
Alzo lo sguardo e lancio un urlo.
Sento il libro sfuggirmi dalle mani e cadere sul parquette.
Appoggiata contro il muro, c'è una figura.
"Sono io!" Dice una voce, che conosco.
"Ross?"
Lui si avvicina a me.
"Ross, che cazzo fai?! Mi sono cagata in mano!" Dico, portandomi una mano al petto.
Ross si avvicina ancora di più. "Dov'eri?" Domanda, in un misto fra il preoccupato e l'arrabbiato.
"Che ti prende?"
"Dimmi dov'eri?" Domanda, alzando la voce.
"E-ero in biblioteca..." Rispondo, cercando di tenere la voce ferma.
"Fino a quest'ora? Laura, sono le 21:15!"
"Ross non ti arrabbiare..."
"È praticamente buio! Potevano rapirti! Potevano farti del male!" Dice, quasi urlando. "Non ti eri accorta che ho provato a cercarti al cellulare, poi con il quarzo?!"
Scuoto la testa.
"Sei impazzita a girare a quest'ora, da sola?! Stavo già dando di matto! Ho creduto ti fosse successo qualcosa!" Alza sempre di più il tono della voce.
Sento una lacrima scivolarmi lungo la guancia.
Ross continua a ripetermi di quanto era preoccupato.
Per sbaglio lascio uscire un singhiozzo e lui punta il suo sguardo su di me.
"Hey... no Laurie, scusami." Mi poggia una mano sulla guancia. "Non volevo farti piangere." Dice, dolcemente.
Io tiro su con il naso, guardando il suo viso.
Si vede che gli dispiace davvero.
"Non ti voglio veder piangere, soprattutto a causa mia." Mi asciuga le lacrime, poi mi da un bacio sulla guancia.
"T-ti avevo p-preso una cosa." Dico.
Lui alza un sopracciglio.
Raccolgo la borsa da terra e inizio a cercare il regalo per Ross.
Dopo pochi secondi gli porgo una scatolina.
Lui la prende e delicatamente scioglie il fiocco, che la teneva chiusa.
Ross guarda prima la scatolina, poi me.
"Laura io..." Mi sorride.
Gli avevo preso un braccialetto. Uno di quelli fatti in bigiotteria con delle palline, con sopra delle lettere, le quali formavano un nome.
Ne avevo preso uno a lui ed uno per me.
Sul suo c'era scritto 'Laura', mentre sul mio 'Ross'.
"Avevo pensato fosse un'idea carina." Dico, guardandolo.
"È bellissimo." Risponde. "Mi dai una mano a metterlo?"
Annuisco e lo aiuto ad allacciarlo al polso.
Io gli faccio vedere il mio.
Si abbassa leggermente e mi bacia.
"Scusami tanto." Sussurra, contro le mie labbra.
"Non preoccuparti."
Ross si stende sul divano ed io al suo fianco.
Stringe le braccia attorno alla mia vita e mi tira più vicino al suo petto.
"Io sono niente senza di te." Dice Ross, lasciandomi un bacio nei capelli.
Respirando il suo profumo - e certamente non poteva esisterne uno più buono -, mi addormento.

~Angolo autrice:

Ecco qui il capitolo, come promesso :3

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Ellingtons-wife

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