𝘪𝘯𝘴𝘰𝘮𝘯𝘪𝘢 |k. bakugou

capitolo 29| 𝓁𝒾𝓀ℯ 𝓁𝒾𝓉𝓉𝓁ℯ 𝓀𝒾𝒹𝓈

You're the only friend I need
Sharing beds like little kids
And laughing 'til our ribs get tough
But that will never be enough
(Ribs| Lorde)

T/n's pov

La stanza in cui ci risvegliammo era illuminata fiocamente, con i macchinari medici che emettevano un suono costante.
Io, Katsuki, Eijirou e Shoto eravamo riuniti intorno al letto di Denki, che era immobile e pallido.
L'atmosfera attorno a noi era carica di preoccupazione, ansia e sconcerto per l'orrore che avevamo appena vissuto.
"Denki... Siamo qui con te. Devi assolutamente riprenderti" sussurai.
"Hai sentito, idiota? Non puoi lasciarci così... dopo tutto quello che abbiamo passato"
"Calmati, Bakugou. Denki ha bisogno di sentirci positivi" gli poggiò un braccio sulle spalle Shoto.
"Abbiamo attraversato l'inferno insieme, Denki. Non posso perderti adesso... non dopo tutto ciò che abbiamo affrontato" singhiozzò Eijirou.
Ci stringemmo le mani proprio come avevamo fatto nel mondo degli incubi, formando un cerchio intorno al letto su cui giaceva il ragazzo più pallido che mai.
Il rosso si avvicinò e posò delicatamente una mano sulla guancia di Denki, con gli occhi lucidi di lacrime trattenute.
"Denki... per favore, torna da me. Non posso sopportare di perderti... Non riesco nemmeno a immaginare un mondo senza di te"
Un silenzio solenne avvolse la stanza, interrotto solo da un lieve "bip." Poi, il biondo fece un leggero sospiro e i suoi occhi si aprirono lentamente.
"Dove... dove sono?" mormorò.
"Benvenuto nel mondo dei vivi, Pikachu" sorrise sghembo il mio biondino.
"Siamo così felici che tu sia tornato, Denki. Abbiamo temuto di perderti... Non avremmo mai potuto sopportare la tua mancanza" gli accarezzai la mano.
Denki fece uno sforzo per sorridere, ma la debolezza era evidente sul suo volto. Con gratitudine, afferrò la mano del rosso, il cui volto era segnato dalle lacrime.
"Grazie... Grazie a tutti voi, è solo merito vostro se sono di nuovo qui. Non so cosa sarei senza di voi... siete la mia famiglia"
Ci guardammo intensamente, gli occhi lucidi di emozione: sapevamo di aver superato un'esperienza devastante e che la nostra unione era stata la nostra forza durante tutto il percorso.
Vedendo gli sguardi del biondo elettrico e del rosso incatenati, decisi di lasciar loro un po' di privacy e uscii dalla stanza trascinando con me Katsuki e Shoto.

Kirishima's pov

Il sole filtrava attraverso le tende dell'orfanotrofio baciando delicatamente il viso di Denki mentre le sue ciglia si sollevavano lentamente. Con un sospiro, aprì gli occhi precedentemente chiusi cercando di prendere coscienza del suo ambiente.
Il biondo si guardava intorno in modo confuso, ma infondo era stato a letto per anni immerso in un coma.
"Eijirou..." sussurrò, la sua voce flebile ma carica di emozione.
Mi girai rapidamente, stupito di sentire la sua voce. Il sorriso sul suo volto si allargò istantaneamente quando incrociò i miei occhi.
"Eijirou, ci sono delle cose che devo dirti..." iniziò accarezzando la mia mano con la sua.
"Mi devo preoccupare?" ridacchiai cercando di smorzare la tensione.
"Eiji, mi sono reso conto di quanto sei importante per me, io... sono innamorato di te e non riesco a immaginare la mia vita senza di te." disse velocemente per poi serrare di scatto gli occhi.
Le parole di Denki risuonarono nell'aria, creando un momento di silenzio carico di tensione. Mi morsi il labbro, lottando con le mie emozioni. Poi, lentamente, un sorriso si dipinse sul mio volto.
"Denki... Non sai quanto aspettavo di sentirti dire queste parole", risposi, la voce piena di amore.
"Anch'io provo qualcosa di speciale per te. Sei sempre stato la mia luce, ti amo sin da quando eravamo bambini."
"Davvero? Oh, rosso, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata."
Senza pensarci due volte, Denki si alzò dal letto rischiando di perdere l'equilibrio e mi si avvicinò, avvolgendomi in un abbraccio tenero ma pieno di passione.
I nostri cuori battevano all'unisono, mentre emozioni travolgenti riempivano la stanza.
Gli sollevai il mento con le dita e, senza pensarci due volte, feci combaciare le nostre labbra.
Dopo qualche altro gesto d'affetto mi allontanai e gli feci cenno di aspettare un attimo mentre uscivo a richiamare gli altri.
"Che c'è?" chiese T/n.
"Ragazzi mi è venuta un'idea!" esclamai.
"Cioè?" alzò un sopracciglio il bicolore.

"Andiamo a vivere insieme"