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Sayer

Chiunque nella propria vita ha dei problemi, dei segreti. Alcune persone hanno un passato leggero, fatto di poche difficoltà, ma che vogliono ugualmente nascondere agli occhi degli altri. Poi ci sono le persone che hanno problemi e segreti gravi, oscuri, sporchi, quelli che non devono mai essere scoperti. Tutte queste persone sono differenti. Vite, famiglie e segreti diversi. Ma una sola cosa ci accumuna tutti: la fossa.

Tutti noi abbiamo una fossa, scavata con le nostre mani, in cui buttiamo i mostri con cui conviviamo. E mettiamo un telo sopra quella fossa, mantenendolo con le nostre mani e nascondendo tutto agli occhi degli altri. Con tutta la forza che abbiamo, teniamo quel telo sulla fossa, evitando che degli occhi indiscreti possano dare una corta sbirciatina all'interno.

Passi tutta la vita a tenere quel telo, a coprire la fossa con quei mostri inguardabili dentro. E poi, un giorno succede che incontri quella persona che ti vede, e guarda al di sotto della tua maschera. Ad un tratto, le convinzioni con cui sei andata avanti per tutta la vita si sgretolano. Quella persona vuole vedere la tua fossa. Vuole guardare i tuoi mostri, vuole osservarli, studiarli. E tu dici No, non ti farò vedere chi sono. Non perché non vuoi mostrare chi sei, ma perché hai paura.

Paura di scostare quel telo, paura di essere sopraffatta dai tuoi mostri, paura di fidarti. Paura di vedere quella persona scappare via dopo aver visto tutto lo sporco che per anni hai tenuto segreto. Non ci guida la paura del passato, no, peggio. Siamo schiavi della paura del futuro. Ci terrorizza a morte, pensare alla reazione che avrebbe una volta visto chi siamo veramente.

Ma poi, guardi quella persona, la tua persona. Vedi il modo in cui tiene gli occhi fissi su di te. Guardi il sentimento che brilla nei suoi occhi. Perché vedere e guardare, sono due cose differenti. E la paura che hai, viene spazzata via dal sentimento che provi tu stesso, ma soprattutto dal sentimento che guardi vivere nei suoi occhi. E devi scegliere se aggrapparti alla paura, o aggrapparti al sentimento.

Io, scelgo il sentimento.

Le mani ti tremano mentre accendi il fiammifero, e il tremolio aumenta quando lanci il fiammifero sul telo che ti ha protetta dalla verità. Ti ritrovi a osservare il telo bruciare, chiedendoti se è stata la scelta giusta. Ma una volta bruciato, una volta che la fossa è stata scoperta, non c'è più spazio per i ripensamenti. La scelta è stata presa, tocca a te capire in quale modo e ordine presentare i tuoi mostri.

Io ho bruciato il mio telo, e ora devo decidere quale mostro presentare per primo. E opto per il primo in assoluto.

Faccio sedere Kolder sul mio letto, e mi siedo con lui a gambe incrociate. Per giorni ho bevuto alcol, osservando tutte le prove che mia madre ha conservato nel corso degli anni. Pensando  continuamente a cosa fare. E quando Kolder è entrato in casa mia, un po' del peso che mi pesa sulle spalle, è stato spazzato via insieme alla paura. Prendo un documento, un accordo di riservatezza, e lo fisso attentamente come non ho più smesso di fare da quando l'ho trovato nella cassetta.

Una vocina nella mia testa mi grida di non farlo, di mandare via Kolder e scappare dalla California. Mi grida di mettere in valigia i cinque milioni di dollari che Helen mi ha lasciato, prendere l'auto e guidare senza una meta precisa. E forse la vocina ha ragione. Ma la ragione si trasforma in cenere quando respiro la stessa aria di Kolder Warner.

Porgo il documento a Kolder che lo prende all'istante, leggendolo. So a memoria ogni parola. E conosco fin troppo bene le due firme alla fine del foglio. E anche Kolder le conosce. Alza di scatto la testa, e nel suo sguardo, comprendo che capisce qualcosa, ma non vuole chiederlo a voce alta.

«I miei genitori erano poveri. Non riuscivano a diventare ricchi, Gregory non riusciva a farsi notare dagli uomini che voleva impressionare. La casa in cui sono cresciuta apparteneva ai miei nonni paterni, Helen e Greg hanno persino pensato di venderla per ricavare un po' di soldi. Ma un giorno, feci una cosa... orribile. Non lo feci perché volevo farlo, successe e basta. Ma Gregory si arrabbiò a morte. Da quel giorno mi vede come un mostro che ha rovinato la sua vita. E con il tempo, ho iniziato a sentirmi anch'io così».

Ossigeno - Kolder // Saga Warner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora