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Kolder

«Fantastilosissimo».

Amélie legge la parole che ha scritto, alzando lo sguardo azzurro su di me, Cameron e Seattle che corruga la fronte piccola muovendo le labbra sottili per ripetere silenziosamente la parola.

Cosa facciamo? Be', da circa mezz'ora giochiamo a scrivere le migliori parole inventate che ci vengono in mente, e ogni parola riceve dei punti. Ovviamente sta vincendo la piccola bambina di sei anni che ha inventato la parola "Rapunzelissimissima". Non sono certo di sapere cosa significhi, ma Amélie le ha regalato ottanta punti per quella parola. In realtà io non gioco, supervisiono e basta.

E suggerisco a Seattle come scrivere.

Cameron fa una smorfia mantenendo il tappo della penna nera tra i denti. Ispeziona il suo foglio che conta duecentotrenta punti, dopodiché quello di Amélie che ne segna quattrocento. Seattle ne conta ben settecentocinquanta.

«È una parola banale, arida di sentimenti e priva di fondamenta... venti punti».

Amélie emette un suono indignato.

«Arida di sentimenti? Sei una persona estremamente malvagia. Seattle, tu apprezzi la mia creatività. Vero?».

Seattle annuisce vivacemente. Si china sul proprio foglio e con la sua penna verde scrive i punti che da alla parole di Amélie. Mia sorella si sporge per leggere e poi sorride, alzando il cinque contro Seattle.

«Cento punti! Da qua la mano, mia carissima artista».

Seattle ridacchia battendole il cinque, io sorrido scuotendo la testa e pizzicando un fianco di mia nipote. Lei scoppia a ridere come fa sempre quando le toccano i fianchi. Mi da un pugno sullo stomaco e gemo rumorosamente, fingendo che quella carezza sia dolorosa come un'accoltellata profonda. Seattle ride ancora e si aggiungono anche Amélie e Cameron. Scuoto la testa sorridendo.

«Avanti, scrivi la prossima parola».

Ritorna seduta pronta a scrivere, mi chino verso di lei per suggerirle all'orecchio, quando la porta d'ingresso viene spalancata e Stephanie corre dentro con i tacchi che fanno rumore. Seattle sussulta per tutto quel rumore improvviso, e io le poso una mano sulla schiena per tranquillizzarla.

Guardo Stephanie correre verso di noi, e prendere il telecomando della televisione sul mobile. Corrugo la fronte, osservandola.

«Cosa stai facendo?».

Accende la tv e mette il telegiornale, mi guarda seria togliendosi il blazer.

«Hanno arrestato Bailey».

Ma che cazzo?

Lancio uno sguardo alla televisione in cui una giornalista parla dell'arresto dell'imprenditore Gregory Bailey che è stato effettuato da dieci minuti. Sono persino riusciti a riprendere il momento in cui Gregory è stato fatto sedere dentro l'auto della polizia. Stephanie si siede accanto a me e inizia a digitare sul telefono. Lo posa sul tavolino con il viva voce attivo e allora leggo il numero di Sayer.

«Perché la chiami?».

Lei non risponde alla mia domanda, Sayer risponde alla sua chiamata invece.

«Ehi, ciao Stephanie. Va tutto bene?».

Sembra piuttosto felice.

«Dove sei? Tuo padre è stato arrestato ora. Senti, non parlare con nessuno. I giornalisti cercheranno di ricavare informazioni da te, ma tu devi tenere la bocca chiusa. Basso profilo, d'accordo?».

Dall'altra parte del telefono, Sayer fischietta. Si sente un rumore forte, e poi riconosco il suono della sua auto.

«Tranquilla. Ho assistito all'arresto, ora...».

Ossigeno - Kolder // Saga Warner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora